30 giorni x 30 articoli.
Verso il 10 dicembre 2008: leggiamo insieme ogni giorno un
articolo
della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Art. 16
"La famiglia
fondamentale"
La Tavola della pace rinnova
l'appello ai direttori dei TG della RAI:
bastano pochi secondi al giorno nei TG
Oggi, martedì 25 novembre 2008, leggiamo insieme il sedicesimo articolo
della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani
"1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi
e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza,
cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al
matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento. 2.
Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno
consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha
diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato".
Segue il commento del prof. Antonio Papisca.
"L'articolo 23 del Patto internazionale sui diritti civili e politici
riprende integralmente il contenuto di questo articolo, facendo però
diventare primo comma quello che nell'articolo 16 della Dichiarazione è
terzo. E' la sottolineatura della famiglia quale "nucleo naturale e
fondamentale della società". Lo stesso concetto e collocazione della
famiglia figura nella Convenzione interamericana del 1969, nella Carta
africana dei diritti dell'uomo e dei popoli del 1981, nella Carta araba
dei diritti umani del 2004.
La scelta del matrimonio deve essere assolutamente libera, compiuta da
persone in età adatta. I coniugi hanno eguali diritti anche durante il
matrimonio (per esempio, scelta della residenza, gestione della casa,
educazione dei figli) e nell'eventualità del suo scioglimento
(separazione legale, divorzio).
Il Diritto internazionale non stabilisce da quale anno cominci la "età
adatta". Questo è compito delle legislazioni interne agli stati, le
quali devono però essere compatibili col pieno esercizio di altri
diritti umani, per esempio il diritto alla libertà di pensiero,
coscienza e religione e, prioritariamente, i diritti umani delle
bambine e dei bambini. Ciò comporta che gli stati consentano
l'esistenza del matrimonio civile e del matrimonio religioso. Il
Comitato diritti umani (civili e politici) delle Nazioni Unite precisa
che in caso di matrimonio religioso, è legittimo che gli stati ne
richiedano la trascrizione ai sensi del diritto civile. Nei casi di
scioglimento, è vietato agli stati di porre in atto qualsiasi
trattamento discriminatorio per quanto attiene alle procedure di
separazione e divorzio, custodia dei figli, mantenimento o indennizzo,
diritti di visita, peredita o riacquisto di autorità genitoriale: in
questi casi deve comunque sempre prevalere il superiore interesse dal
bambino sancito dall'articolo 3 della Convenzione internazionale sui
diritti dell'infanzia del 1989.
Il concetto di famiglia può differire da Stato a Stato, addirittura
all'interno di uno stesso Stato: famiglia 'nucleare', famiglia
'allargata'. In ogni caso, la famiglia "ha diritto" ad essere protetta
dallo Stato oltre che dalla società e lo Stato deve provvedervi in modo
adeguato. In particolare essa deve essere protetta da interferenze
arbitarie o illegali (articolo 12 della Dichiarazione) e al suo interno
devono essere garantiti i diritti dei bambini (articolo 25) e degli
altri componenti.
Il diritto di fondare una famiglia comporta, in via di principio, la
possibilità di procreare. In presenza di politiche di pianificazione
familiare, queste devono essere compatibili con i principi e le norme
del Diritto internazionale dei diritti umani, in particolare non essere
discriminatorie o compulsive: in altre parole, deve essere rispettata
la volontà dei coniugi.
Il diritto di vivere insieme dei coniugi comporta l'obbligo degli stati
di garantire l'unità e la riunificazione delle famiglie, specialmente
quando i loro membri sono separati per ragioni politiche o economiche.
In punto di eguaglianza dei coniugi, il Comitato dei diritti umani
delle Nazioni Unite afferma che non ci deve essere discriminazione
basata sul sesso per quanto riguarda acquisto o perdita della
cittadinanza collegata al matrimonio. Deve essere egualmente rispettato
il diritto di ciascun coniuge di mantenere l'uso del nome di famiglia
originario o di contribuire, su piede di parità, alla scelta di un
nuovo cognome.
La famiglia è importante per tante ragioni. Il secondo comma
dell'articolo 27 della Convenzione internazionale sui diritti
dell'infanzia stabilisce che "i genitori o le altre persone aventi cura
del fanciullo hanno primariamente la responsabilità di assicurare, nei
limiti delle loro possibilità e delle loro disponibilità finanziarie,
le condizioni di vita necessarie allo sviluppo del fanciullo".
Il concetto di famiglia adottato dal Diritto internazionale dei diritti
umani è un concetto forte: la famiglia in quanto tale è soggetto di
diritto distintamente dalla soggettività dei coniugi e degli altri
componenti, pertanto essa ha diritti e doveri (in particolare, allevare
ed educare i figli, assistere i suoi membri anziani o quelli con
disabilità).
Il Diritto internazionale ci offre anche un concetto di famiglia per
così dire larghissima: la "famiglia umana" i cui membri sono tutti gli
esseri umani, senza alcuna distinzione. Anche questa famiglia dilatata
non può non avere diritti, in corretto rapporto di scala con il suo
ordine di grandezza. La famiglia nucleare può essere protetta, in
particolare, mediante adeguate politiche sociali (assegni familiari,
asili gratuiti, niente tasse sulla prima casa....). Come proteggere la
'famiglia umana' universale? La risposta non può che essere:
smantellando gli arsenali bellici, garantendo la vita di tutti i suoi
componenti con politiche di sviluppo umano e di sicurezza umana,
facendo funzionare democraticamente l'ONU e le altre legittime
istituzioni multilaterali, dando più voce ai governi locali nei
consessi internazionali, favorendo l'azione solidaristica delle
formazioni organizzate di società civile globale."
Antonio Papisca
Cattedra UNESCO "Diritti umani, democrazia e pace" presso il
Centro interdipartimentale sui diritti della persona e dei popoli
dell'Università di Padova (antonino.papisca at unipd.it).
Tutte le attività promosse in vista del 10 dicembre sono pubblicate sul
sito: www.perlapace.it.
Perugia, 25 novembre 2008
Ufficio Stampa Tavola della pace
Floriana Lenti 338/4770151
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