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1°
http://aprileonline.info/notizia.php?id=8926

2°
Palazzo di Vetro: la Cina detta l'agenda?
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Miguel d'Escoto - famoso ex prete sandinista
> sospeso a divinis in nicaragua, oggi presidente di turno
> della Assemblea Generale dell´ONU - ha ricevuto in questi
> giorni un documento politico molto importante e dettagliato,
> articolato in 10 capitoli e numerosi paragrafi. Il governo
> cinese ha recapitato sulla sua scrivania al Palazzo di Vetro
> quello che in gergo diplomatico si chiama "position
> paper". Traduzione per i profani: la posizione della
> Cina sui principali temi che affliggono il mondo
> contemporaneo. A differenza delle altre grandi potenze, per
> comunicare (e se ci riesce "dettare") alla
> comunità internazionale la sua agenda, Pechino ha
> privilegiato la via diplomatica per eccellenza: la 63°
> Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Russia, viceversa,  affida le sue aspirazioni frustrate ad esibizioni di forza e a mosse tattiche sempre
> più spregiudicate: incoraggia, ad esempio, le ambizioni
> nucleari dell´Iran, sapendo bene che senza gli iraniani
> gli Stati Uniti non saranno mai in grado di uscire dal
> pantano iracheno. Anche l´India, scossa da drammatiche
> tensioni interne,  sembra privilegiare l´esibizione della
> forza: approfittando dell´ultimo scampolo della presidenza
> di G. W. Bush, ha recentemente siglato un accordo con il
> Pentagono per rafforzare i suoi arsenali nucleari.
> Come possiamo interpretare in questo contesto la
> mossa della Cina? Scegliendo l´arena politica del Palazzo
> di Vetro, la Cina ha probabilmente deciso di giocare di
> anticipo: "questo è il nostro promemoria per il
> prossimo presidente degli Stati Uniti e chiunque sia eletto,
> è bene sappia che non ci basta più un rapporto a due,
> vogliamo esercitare un ruolo multilaterale a tutto
> campo!".
    Sin dai tempi dei negoziati segreti di Kissinger (e
> del suo storico incontro con il Presidente Mao a Pechino il
> 18 febbraio 1973) gli Stati Uniti hanno seguito la
> cosiddetta "politica estera dei due forni". Da un
> lato si sono appoggiati sulla tradizionale piattaforma
> euro-atlantica, dall´altro hanno stabilito un rapporto
> bilaterale - assolutamente  "speciale"- con la
> Cina, da utilizzare contro Mosca, (e talora anche contro
> Bruxelles, Parigi, Berlino) se e quando necessario.
      Come ha simboleggiato la cerimonia di inaugurazione
> delle olimpiadi lo sviluppo economico e la sua crescente
> influenza internazionale consentono alla Cina di non stare
> più al gioco  politico "dei due forni". 
> Dal documento che ha presentato nei giorni
> scorsi al Palazzo di Vetro si capisce che la Cina si muove a
> 360 gradi nell´arena globale ponendo all´attenzione del
> mondo (sempre piu multipolare) temi condivisibili, anche se
 chiaramente "interessati" in funzione della sua crescente influenza geo-economica) : 
il rafforzamento dei  trattati di non proliferazione nucleare, la "smilitarizzazione" dello spazio, la riforma del
 Consiglio di Sicurezza in grado di garantire la  rappresentanza permanente degli Stati africani; il > rafforzamento quantitativo e qualitativo delle attività > militari e civili di  peacekeeping con un nuovo tipo di collaborazione tra ONU e Unione Africana (per inciso la
> nuova sfida a cui è chiamato Romano Prodi); la rapida
> approvazione della convenzione globale antiterrorismo
> (CCIT);lo sviluppo della cooperazione sud/sud; il rispetto
> da parte degli Stati donatori dello 0,7° del Pil per
> l´attuazione del protocollo di Kyoyo, la sicurezza
> alimentare e la lotta contro la povertà;
> > la riforma degli organi di governo della Banca
> Mondiale e del Fondo Internazionale per far sì nella cabina
> di comando non ci siano solo americani ed europei.
 Molto stringati sono i paragrafi dedicati alla giustizia internazionale ed ai diritti umani. Per quanto riguarda questi ultimi si sottolinea giustamente che i diritti civili e i diritti sociali sono indivisibili ed
> hanno un´analoga importanza. Poi, con malizia tutta cinese,
>  essi attingono alla critica di Stiglitz alla dottrina
> "one size fits all" della Banca Mondiale
> aggiungendo sibillini: non si deve imporre agli Stati un
> modello uniforme su come promuovere e tutelare i diritti
> umani. E il difficile dialogo sui diritti fondamentali non
> può che ricominciare da qui...(Pena di morte,multipartitismo;piena libertà per internet,tutela delle minoranze ecc..).  Netto,infine, il sostegno al  Tribunale Penale Internazionale, ma con una postilla
> difficilmente contestabile. La giustizia internazionale deve
> fare il suo corso, ma non può essere un ostacolo ai
> processi di pace e di riconciliazione nazionale.Mentre la
> Cina corre quanti anni dovremo aspettare perché l´Europa
> abbia un seggio al Consiglio di Sicurezza? o almeno sia
> ammessa al Palazzo di Vetro?  Dipende solo da noi.

Marco Mayer
Università di Firenze


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