rassegna stampa: VICENZA, EMERGENZA DEMOCRATICA: DIFENDIAMO LA CONSULTAZIONE - 13 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE ORE 15.00 P.ZA MATTEOTTI



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Continuano le iniziative avverse alla costruzione della base
militare USA a Vicenza, iniziative contro tutte le logiche di guerra e a
tutela di cittadini e territorio vicentino. Sabato 6 settembre nonostante le
iniziative del Comitato No dal Molin fossero autorizzate la polizia ha
caricato violentemente i pacifici manifestanti riportando la città in un
clima di tensione. Una tensione utile a fermare la realizzazione del
referendum popolare sulla destinazione dell'area che il governo, anche
contro il diffuso e palese parere contrario dei cittadini, ha voluto cedere
all'esercito degli stati Uniti.
Per informarvi sulla situazione vi giriamo un articolo tratto dal quotidiano
l'Unità e poi vi invitiamo a non lasciare soli i cittadini attivi di Vicenza
e, se è nelle vostre possibilità, a partecipare alla manifestazione indetta
per sabato 13 settembre. Alleghiamo in coda alla mail la convocazione emessa
dal comitato organizzatore.

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VICENZA, 6 SETTEMBRE 2008. CARICA DELLA POLIZIA CONTRO IL COMITATO «NO DAL
MOLIN»
I primi manganelli targati Berlusconi fanno una trentina di feriti a
Vicenza. È successo sabato 6 settembre 2008. Mentre un nutrito gruppo di "No
dal Molin" forniti di autorizzazione, presidiava l’ingresso dell’aeroporto
dove dovrebbe venire realizzata la nuova base Usa (la cosiddetta Ederle 2),
la polizia, dopo alcuni momenti di tensione, ha deciso di caricare il sit-in
del comitato cittadino.

In una nota dei giorni scorsi i membri del Presidio permanente annunciavano
di non fidarsi delle parole del commissario per l'ampliamento della caserma,
Paolo Costa, e di aver quindi deciso di monitorare in prima persona il
terreno dell'aeroporto affinché nessuno tentasse di partire con i lavori
prima del referendum, previsto per il 5 ottobre, e prima del pronunciamento
del Tar del Veneto, sulla liceità del raddoppio, atteso l'8 ottobre.

Così i "No dal Molin" hanno portato del materiale per costruire una torretta
vicino all'aeroporto e controllare che i mezzi pesanti della ditta Cmc non
tentassero di entrare per lo meno fino a ottobre. Il tutto con tanto di
autorizzazione comunale. Una volta finita la torretta, la tensione è salita.
Ad un certo momento la polizia è entrata nel sit-in e sono scoppiati i
tafferugli. Dopo alcuni minuti concitati la tensione si è abbassata. I
manifestanti si sono comunque spostati dalla zona del Dal Molin alla
questura di Vicenza per protestare contro il fermo di un gruppetto di loro
che avrebbero reagito alle forze dell'ordine.

Indignati gli esponenti del movimento civico vicentino. I rappresentanti
della civica “Vicenza Libera No Dal Molin” chiedono «l'immediato
allontanamento» del questore di Vicenza Giovanni Sarlo. Secondo Cinzia
Bottene, consigliere comunale della civica e “storica” leader del dissenso
alla struttura militare, la manifestazione odierna del Presidio era stata
«discussa ieri con i vertici della questura. Un'iniziativa pacifica -
sostiene Bottene - con decine di persone che avevano deciso di costruire una
torretta d'osservazione per vigilare sullo stop ai lavori». Racconta il
consigliere che «poco dopo aver avuto il via libera all'installazione è
scattata la trappola voluta dal questore e dai suoi funzionari. I poliziotti
hanno picchiato indiscriminatamente [vedi il video] uomini e donne inermi e
pacifici, seduti per terra». «La giornata cilena, brutale e violenta voluta
dal questore Giovanni Sarlo - indica quindi una nota della civica “Vicenza
Libera No Dal Molin” - non può che avere un'unica conseguenza: il suo
immediato allontanamento per l'evidente incapacità di rapportarsi con
cittadini pacifici».

Per il sindaco di Vicenza Achille Variati gli incidenti di sabato segnano
«una brutta pagina nella storia della nostra città». «L'episodio di oggi -
ha aggiunto – mi conferma un'impressione che ho purtroppo da tempo: qualcuno
non vuole che la consultazione popolare del 5 ottobre si svolga in quel
clima tranquillo e civile che ho sempre indicato come un obiettivo e un
requisito fondamentale». «Come tanti cittadini di Vicenza - ha detto -,
ritengo che il progetto di costruzione della nuova base militare in
quell'area, così delicata sotto il profilo ambientale, sia un errore, un
errore imperdonabile. E proprio perché la città possa esprimersi, dopo che,
dal governo ai consigli comunali, tutti hanno parlato tranne i cittadini,
abbiamo organizzato una consultazione popolare, che consenta finalmente a
Vicenza di pronunciarsi sul destino di quell'area: e che nel far questo ci
restituisca la speranza di una condivisione civile, senza divisioni
laceranti, che sani le ferite del passato. Un momento di democrazia che
possa pacificare la nostra comunità». «Purtroppo, lo ripeto - ha concluso,
annunciando di voler recarsi un Questura per avere aggiornamenti -, c'è più
di qualcuno, a tutti i livelli, che non vuole che questo accada».

Per il questore di Vicenza Giovanni Sarlo, invece le tensioni sono nate
quando i manifestanti hanno iniziato a costruire «una torre di vedetta».
«Oggi era in programma una manifestazione del comitato No Dal Molin - ha
spiegato il questore - e i rappresentati avevano chiesto e ottenuto che
fosse installata all'esterno dell'aeroporto militare una piattaforma in tubi
innocenti per controllare eventuali lavori. Quando ci siamo resi conto che
si stava per cementificare la base e rendere la struttura permanente siamo
intervenuti: ciò non era possibile anche perché l'opera era priva
dell'autorizzazione comunale e di quella del proprietario del terreno». E il
questore ha poi concluso: «L'intervento è stato necessario».

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Sabato 13 settembre: manifestazione.
A Vicenza esiste un'emergenza democratica; torniamo in piazza per difendere
la consultazione popolare: questo il senso dell'appello diffuso in mattinata
dal Presidio Permanente No Dal Molin che ha convocato una nuova
manifestazione per sabato 13 settembre.
Il Governo vuole far saltare la consultazione popolare; lo dimostrano la
lettera che Silvio Berlusconi ha spedito al Sindaco e le violenze delle
forze dell'ordine contro cittadini pacifici. Al Questore Sarlo è stato dato
l'ordine di “estirpare alla radice il dissenso locale”, come chiesto dal
commissario governativo Costa. Gli statunitensi, evidentemente, temono il
valore della consultazione popolare e il governo italiano si è attivato per
impedire l'espressione della democrazia.
Sabato il coraggio e la determinazione di Vicenza torneranno in piazza: sarà
una manifestazione di famiglie, donne, giovani e anziani. Il Questore Sarlo
ha portato a Vicenza la violenza e, per questo, se ne deve andare; noi
vogliamo difendere il diritto di ogni cittadino a percorrere, vivere e
attraversare le strade della propria città. Il corteo di sabato aprirà la
campagna di vigilanza civica sulla democrazia che a Vicenza è stata messa in
discussione dal Governo e dalle forze dell'ordine. Presidio Permanente,
Vicenza, 9 settembre 2008
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EMERGENZA DEMOCRATICA: DIFENDIAMO LA CONSULTAZIONE

APPELLO: SABATO 13 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE ORE 15.00 P.ZA MATTEOTTI

Torniamo in piazza per difendere Vicenza da una nuova base di guerra e la
consultazione popolare del prossimo cinque ottobre che il Governo Berlusconi
vorrebbe impedire [...] EMERGENZA DEMOCRATICA: DIFENDIAMO LA CONSULTAZIONE
CONTRO IL DIKTAT DI BERLUSCONI E LA VIOLENZA DI SARLO “SIAMO TUTTI
 VICENTINI”.

Torniamo in piazza per difendere Vicenza da una nuova base di guerra e la
consultazione popolare del prossimo cinque ottobre che il Governo Berlusconi
vorrebbe impedire.

A Vicenza esiste una emergenza democratica: in questi giorni coloro che
vogliono imporci la nuova base statunitense hanno messo in campo tutti gli
strumenti a propria disposizione per “estirpare alla radice”, come scriveva
il commissario Costa, la Vicenza che, con tenacia e convinzione, si difende.
Il Presidente del Consiglio ha scritto al Sindaco, ammonendolo che la
consultazione popolare potrebbe avere “gravi ricadute”; il giorno dopo,
sabato scorso, il Questore ha dato l'ordine di picchiare cittadini inermi e
seduti per terra al termine di una manifestazione autorizzata: i filmati
che abbiamo reso pubblici testimoniano chi è il responsabile
dell'ingiustificata violenza.

Vogliono farci abbassare la testa, ottenere la nostra dichiarazione di resa,
scavalcare la nostra opposizione. Coloro che, a livello nazionale, parlano
di federalismo fiscale, sono gli stessi che vogliono impedire l'espressione
popolare a Vicenza.

Noi, viceversa, siamo più convinti che mai che fermare il progetto
statunitense è possibile. Perché la violenza è segno di debolezza, così come
la volontà di annullare la consultazione popolare rappresenta il timore che
i promotori dell'opera hanno verso questa forma di partecipazione civica.

Torneremo in piazza, il prossimo 13 settembre; vogliamo portare nelle strade
della città berica il coraggio di Vicenza che non si piega alle imposizioni.
Vogliamo rivendicare il nostro diritto a percorrere, attraversare, vivere le
strade dlla nostra città senza la minaccia del manganello. Vogliamo
difendere la democrazia, rappresentata dal nostro diritto a manifestare
pubblicamente, ad agire e a esprimerci attraverso la consultazione popolare
senza che essa sia vanificata dall'apertura dei cantieri. Vogliamo le le
dimissioni del Questore, responsabile di aver portato a Vicenza la violenza.

Vogliamo difendere la nostra identità; quella di cittadini che amano Vicenza
e la difendono.
Fermarli si può, fermarli è compito di ognuno di noi.

SABATO 13 SETTEMBRE, GRANDE MANIFESTAZIONE PER LA DEMOCRAZIA
RITROVO ORE 15.00 P.ZA MATTEOTTI

Per adesioni comunicazione at nodalmolin.it
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N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at altragricolturanordest.it