siamo due bambini...



In questo momento, tu dove sei? Se puoi leggere questa, forse stai abbastanza bene, o hai qualche problema sopportabile. Stai lavorando, oppure sei in vacanza? Spero che tu stia benissimo nel corpo e nello spirito. Ti invito a fare quello che sto facendo io: un lavoro di immaginazione, per immedesimarci nella situazione di due piccoli esseri umani, in tutto degni come noi.
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Siamo due bambini in viaggio su un'auto. Siamo a Kandahar. Guida la macchina il nostro papà, oppure uno zio, o un amico di famiglia. Andiamo a trovare dei parenti, oppure ci portano in giro per non lasciarci soli a casa. Chi guida non si accorge di un chekpoint Isaf, oppure crede di potere passare senza problemi. Ma... ora i soldati della Nato sparano! Hanno paura di un attentato, credono che noi siamo un'autobomba. Ahi! Io ho sentito qualcosa, qui, sì, mi hanno colpito. Anche tu sei colpito. Fa male, sempre di più. A me esce tanto sangue. Anche a te, vedo. Abbiamo dentro così tanto sangue? Nessuno ci aiuta... Papà al volante sembra morto. Avevamo sempre paura, ecco che è successo. A me gira tanto la testa. Non sento più tanto male, ma mi sento debolissimo. Tu hai chiuso gli occhi: mi senti ancora? Siamo due bambini, potevano stare attenti...
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Questo accade, questo si fa. Proprio questo. Cento, mille volte, in mille posti e momenti, su mille bambini, uguali ai nostri bambini.
Questo si fa.
E' il 6 agosto. Hiroshima continua, in mille luoghi.
Ciao, Enrico
 
 
 

 
 
 
 
Da PEACEREPORTER
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Afghanistan - 28.7.2008


Piccole vittime senza nome
Due bambini crivellati a un checkpoint della Nato


Non sappiamo i nomi dei due bambini afgani uccisi domenica dalle raffiche
di mitra dei soldati della Nato - i morti stranieri non meritano tale umana
attenzione. Sappiamo solo che domenica si trovavano a Kandahar, a bordo di
un'automobile che non si è fermata subito all'alt di un checkpoint Isaf. I
militari, per ragioni di sicurezza, hanno aperto il fuoco. I due bambini
sono stati crivellati di colpi e sono morti dissanguati. Ferito gravemente
il guidatore.
Il giorno prima, nella vicina provincia di Helmand, quattro civili avevano
perso la vita nella stessa identica maniera, tre rimangono feriti.
Nelle stesse ore, altri tre civili erano morti sotto un bombardamento
dell'artiglieria Usa nella provincia orientale di Paktika, mentre nove
agenti di polizia afgani erano stati uccisi "per errore" in un
bombardamento aereo statunitense nella provincia occidentale di Farah,
sotto comando italiano.

Isaf : Escalation di stragi.
Quest'anno il numero di civili afgani uccisi dalle forze Nato ha registrato
una drammatica impennata, con "incidenti" ormai quotidiani e sempre più
sanguinosi. Tra giugno e luglio si sono verificate delle vere e proprie
stragi. Come quella del 6 luglio, quando i caccia della Nato hanno
bombardato un corteo nuziale sulle montagne della provincia di Nangarhar,
ammazzando quarantadue donne e bambini, tra cui la giovanissima sposa, una
ragazzina di nome Ruhmina.
Solo due giorni prima, ventidue civili sono rimasti uccisi in un
bombardamento aereo Usa nella provincia orientale del Nuristan. Il
governatore provinciale che ha denunciato il massacro è stato destituito
pochi giorni dopo da Karzai.
Il 10 di giugno, trentatré civili sono morti sotto le bombe sganciate dai
caccia statunitensi su un villaggio della provincia di Paktika.

Piccole vittime.
Dei tanti - impuniti - crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti e dalla
Nato in Afghanistan, quelli contro i bambini sono certamente i più odiosi.
Lo scorso 21 marzo, il nostro Venerdì Santo, le bombe Nato sganciate su un
villaggio nella provincia centrale di Uruzgan uccisero e ustionarono
diversi bambini. Altri ne morirono dopo il ricovero all'ospedale di
Emergency a Lashkargah.
Nella stessa clinica pochi giorni prima era stata ricoverata una donna,
Halima, che aveva appena perso i suoi due bambini, uccisi dalla
mitragliatrice di un elicottero Apache assieme ad altri dodici suoi
familiari nel villaggio di Haydarabad, in provincia di Helmand.
Tornando indietro negli anni, fino alle stragi del dicembre 2003 a Hutala e
Gardez, l'elenco degli episodi che hanno visto la morte di bambini afgani
per mano delle truppe Usa e Nato è lunghissimo, e dovrebbe far riflettere.
(Enrico Piovesana)

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