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perchè la sinistra perde
- Subject: perchè la sinistra perde
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Mon, 21 Jul 2008 13:27:50 +0100 (GMT+01:00)
DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA Io, alle ultime politiche, ho votato per gli "Arcobaleno" come atto di massimo disprezzo per la sottocasta che la burocrazia PRC-PCDI-VERDI rappresenta ho messo le mani avanti di fronte a tanti compagni ed amici ed illusi a rimarcare che se questi - autoproclamatisi sinistra radicale - crollano (elettoralmente) il "merito" è solo di bertinotti-diliberto-pecoraro e affini noi poveracci niente affatto "duri e puri" ma "teneri e perplessi" purtuttavia orientati su una strada di liberta'-giustizia-dignita' putroppo c'azzecchiamo ben poco e molto meno oggi come oggi contiamo Il crollo elettorale purtroppo e' stato eccessivo e costringera' questi figuri a ripresentarsi dentro i movimenti di base cosa che non sarebbe avvenuta con una debacle piu' contenuta, che gli avesse lasciato qualche poltrona a montecitorio ... ahi sciagura!!! non vedo gli anticorpi che consentano le realta' di lotta a resistere alla prossima invasione dopo i congressi "cammellati" (che spettacolo indecoroso!!!) e quindi a mantenersi distinte - queste realta' di lotta - dialogando si con i partitini ma da soggetti completamente separati ed esterni tu di qua io di la' perche' siamo altro dalla logica strutturale - sistemica - che voi rappresentate e che, per esempio, ben rappresenta l'inchiesta di Astrit Dakli su Taranto pubblicata domenica dal quotidiano "Il manifesto" e che io mi permetto di riportare (la seconda parte) a chi non ha occhi per vedere ne' orecchie per ascoltare. Leggete e riflettete: a chi dobbiamo attribuire il prossimo crollo della sinistra in Puglia e a Taranto? Se gente come Vendola continuera' a stare riconosciuta alla nostra testa, per me due piu' due fa quattro: il nuovo fascismo in Italia e' assicurato tanto piu' se chi l'ha messa e la mette in tasca ai lavoratori si presenta pelosamente come difensore dei rom Ho scelto, dopo Peppino Impastato e dopo Comiso, di non farmi ammazzare in Sicilia di fronte alle false primavere antimafia sto gia' pensando di votare con i piedi in Italia espatriando di fronte alla falsa opposizione che si prospetta In Germania Est fu all'inizio la "crisi dei profughi" (i giovani che emigravano in massa) a portare alla crisi del regime nel 1989 crisi che ho avuto il piacere di vievere di persona in loco, dalla parte degli attivisti di Neues Forum... Questi ricordi mi ispirano speranza: abbiamo da toccare ancora il fondo, ma alla fine risaliremo alla luce!!! il manifesto del 20 Luglio 2008 Taranto, una realtà dura come l'acciaio Delusi dalle logiche congressuali dell'Arcobaleno orfani dell'«effetto Vendola», con un sindaco comunista che fatica a imporsi sulle questioni del lavoro. E quell'odore dappertutto... Contraddizioni e veleni di una città operaia governata da una sinistra che non sa più chi sono gli operai Astrit Dakli .................... Dai partiti arcobaleno non viene molto aiuto (. «I dirigenti locali sono tutti presi con i congressi e delegano i problemi della città a chi sta nei ruoli amministrativi» - dice Maurizio Baccaro, 30 anni di cui 4 spesi dentro Rifondazione. «Non sono stati capaci di tirarsi fuori dal trend suicida e autoreferenziale dei gruppi dirigenti nazionali. Personalmente sono davvero deluso». Anche Luca Del Ton, 28enne ormai ex militante del Pdci, è estremamente critico con i partiti arcobaleno, i cui dirigenti locali «hanno visto nelle dinamiche congressuali la possibilità di sopravvivere al disastro semplicemente schierandosi con i presunti vincitori. E non pensano al perché ci sia stato questo disastro. Sono come anestetizzati, fanno fatica a proporre cose nuove e nemmeno conoscono più le persone vere, alle quali dovrebbero rivolgersi.. Non si rendono conto, per esempio, della spaccatura che si è creata tra i giovani operai, che fanno un lavoro pesantissimo, e gli altri, precari o disoccupati, che li vedono comunque come dei privilegiati». Un giudizio durissimo Lo sperato «effetto Vendola» non c'è stato. Era lecito aspettarsi per la sinistra Arcobaleno un risultato non si dice buono ma almeno un po' migliore che altrove? Evidentemente no, se nell'unica regione che ha un governatore di Rifondazione, e in particolare in uno dei pochi comuni capoluogo con un sindaco anche lui di Rifondazione, il voto di aprile ha visto a Taranto uno dei peggiori risultati nazionali dell'Arcobaleno. «Per forza quei nomi non hanno portato voti: non hanno fatto niente, governando». Il giudizio, durissimo e forse anche ingeneroso, tenendo conto delle difficoltà che comunque gli amministratori si sono trovati davanti, è di Francesco Vinci, cinquantenne con un passato in Democrazia Proletaria e un presente di attivista per i diritti dei disabili; e si riferisce soprattutto al tema drammatico della sanità in Puglia, «un tema su cui Vendola aveva fatto la campagna elettorale promettendo molte cose che poi non ha fatto. Le liste d'attesa che dovevano sparire sono invece aumentate, le associazioni non sono state ascoltate quando è stato steso il piano salute, abbiamo visto onorevoli del Prc difendere o addirittura vantare strutture che sono dei veri lager per disabili. Le vecchie logiche con cui gli amministratori gestivano i rapporti con le strutture private, dai bandi di concorso ai finanziamenti, tutto continua come prima. Io sono molto, molto deluso. E non sono certo il solo». Su un terreno contiguo a quello della sanità, cioè la tutela ambientale e la lotta all'inquinamento, anche ad Alessandro Marescotti, esponente di Peacelink e animatore di diverse iniziative ambientaliste, dispiace quel che il governatore ha finora fatto, almeno in relazione ai problemi di Taranto. «Avevamo sperato in lui, l'abbiamo votato tutti perché doveva incarnare il cambiamento, la partecipazione... Invece diciamo, per star leggeri, che ci sono difficoltà di comunicazione. Non risponde neanche alle e-mail che le associazioni gli inviano, non ha mai fatto sapere come stavano le cose con il progetto per il rigassificatore, abbiamo avuto con 6 mesi di ritardo, e solo insistendo furiosamente, i documenti dello studio di impatto ambientale che giacevano in regione... No, diciamo pure che con Vendola e il gruppo che gli sta intorno si è rotto un rapporto di fiducia e ormai abbiamo capito che dobbiamo comportarci con la sua giunta come con qualsiasi altra, fare i cani da guardia». Il punto che più amareggia gli ambientalisti è che il governatore sistematicamente usa - e paga profumatamente - consulenti «neutri», che spesso sono apertamente favorevoli agli inquinatori e hanno lavorato per precedenti amministrazioni di destra, invece di rivolgersi al vasto e gratuito patrimonio di esperti e scienziati che sarebbero felici di dargli consigli e valutazioni tecniche. Caso estremo, l'ok dato dal consulente Vito Balice - e accolto dal governatore - al piano dell'Ilva per la riduzione dell'inquinamento, «negli stessi giorni in cui Vendola veniva a Taranto a promettere ai bambini che sarebbe salito sulle barricate se l'inquinamento non fosse diminuito. Il piano dell'Ilva prevede che i nuovi filtri e le altre misure di depurazione entrino in funzione nel 2014!». Anche il sindaco Stefàno, secondo Marescotti, ha difficoltà a opporsi all'Ilva. «Si fa dare qualche spicciolo per fare delle piccole cose, e poi si lascia infinocchiare ingenuamente su quelle importanti, perché non conosce come funziona la fabbrica. La verità è che ormai la sinistra non ha più al suo interno, come aveva una volta il Pci, gli operai e i tecnici che conoscono la produzione e sanno dove e come agire. E così diventa subalterna al padrone». Leader senza progetto È una tesi che ritorna con veemenza durante un incontro con il Laboratorio per l'unità della sinistra, gruppo di «senza tessera», in gran parte ex dipendenti Ilva, che da alcuni mesi cerca coraggiosamente e controcorrente di opporsi ai processi disgregativi che stanno frantumando l'Arcobaleno e i suoi componenti. Per esempio Giancarlo Girardi, ex Pdci, sostiene che «la sinistra qui è al governo ma è una delle più deboli d'Italia, non ha un suo progetto, solo leader con un prestigio personale: i partiti non sono all'altezza di questo ruolo di governo, non sanno nulla del mondo della produzione e quindi fanno molta fatica a capire come funziona il dominio dell'impresa». Vicino a lui Andrea Somma, anche lui «ex» di varia sinistra: secondo cui «siamo responsabili di aver fatto finta che in Puglia e qui a Taranto abbia vinto la sinistra, prima con Vendola e poi con Stefàno. Be', non è vero. Loro sono stati eletti da gente che voleva un cambiamento dopo gestioni fallimentari e affaristiche e si è attaccata a dei personaggi bravi e onesti, ma i partiti della sinistra non c'entravano per nulla, in queste vittorie». «Sia Rifondazione che il Pdci, per non parlar dei Verdi, qui hanno dei gruppi dirigenti affidati a consiglieri e amministratori comunali, che non hanno tempo per nient'altro al di fuori dei propri incarichi pubblici», aggiunge Annamaria Bonifazi, dell'associazione antimafia «Libera». Mentre Vincenzo Vestida, che non è un ex ma un attuale operaio Ilva, racconta con amarezza la sua esperienza di candidato Arcobaleno alle ultime politiche: «L'unico candidato operaio, in lista al 20mo posto in un collegio dove ci sono 18mila operai-elettori. E capolista è stato imposto Pecoraro Scanio, che qui nessuno può vedere. Se questo è far politica...».
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