"emergenza Rom", che fare?



pochi giorni fa intervenivo nelle liste in cui sono iscritto, lamentando la mancanza di risposte all'escalation di intolleranza in atto

ho ricevuto alcune risposte privatamemnte, che mi invitavano a rilanciare il tema in lista

l'ho fatto già -se la mail è arrivata- prospettando la possibilità di adottare la modalità di presenza pubblica già per anni messa in atto dalle madri di Plaza de Mayo e poi dalle Donne in nero: un giorno a settimana, con continuità, rendersi visibikli presidiando in luogo conosciuto e trafficato della propria città.
Carlo Schenone denuncia l'incapacità da parte nonviolenta di mettere in campo più che parole (solo fra noi pochi, oltretutto!), e indica un vuoto di AZIONE nonviolenta
ha assolutamente ragione
la mia non è certo una risposta a questo vuoto, ben reale
ma forse è una cosa più alla portata delle nostre -temo- quasi nulle forze

quelle che seguono sono riflessioni ulteriori sul tema "energenza", non aggiunte al capitolo strettamente operativo

certo, se sono condivise -emendate, corrette quato si voglia- anche dare circolazione a queste cose -che nessuna testata, di "sinistra" o meno, salvo forse "lo Straniero" di Fofi, riporta- un senso lo avrebbe, forse 

scusate la lunghezza





emergenza Rom o emergenza razzismo?  



parole rivolte a chi abbia voglia di intendere


sulle campagne di intolleranza in atto:
la sicurezza non c'entra nulla!

è una pratica vecchia di millenni: offrire un capro espiatorio -di solito una minoranza priva di strumenti di difesa- a folle arrabbiate, facilmente manovrabili


- lo fecero sicari e spie romane e farisee contro i predicatori di giustizia in palesitna, al tempo dell'occupazione romana;

- lo fece la chiesa infinite volte, dal Medioevo a tutto il Sei e Settecento, contro predicatori "eretici", donne (battezzate "streghe" e date in pasto all'ignoranza manovrata ad arte), scienziati e liberi pensatori, oppositori vari;

- lo han fatto i nazisti con gli ebrei nel secolo scorso

- lo ha fatto Stalin a più riprese con oppositori politici, intellettuali, tecnici, contadini, minoranze nazionali

ve ne sono racconti magistrali nella letteratura di ogni tempo: 

- da noi, Manzoni nella Storia della Colonna infame e nei Promessi Sposi
- Voltaire, col suo trattato sulla tolleranza 
- Shakespeare, nel suo Giulio Cesare, nelle scene di linciaggio popolare anche contro innocenti seguite alla notizia dell'assassinio di Cesare

è demagogia, pura e semplice demagogia di potenti profondamente disonesti, amanti del male per il male e della menzogna per la menzogna (quando non realmente convinti di star facendo la cosa giusta, eventualità che pure va tenuta in conto visto il livello culturale dei nostri politici)

basta non essere analfabeti, non essere del tutto sprovveduti, aver fatto qualche lettura, per rendersene conto

la "sicurezza", problema ben reale, si affronta prevenendo e contrastando il crimine (che non ha nazionalità di preferenza, come è noto, e come sa ogni poliziotto),
non alimentando il facile pregiudizio "Rom e clandestini=criminali"

una elementare riprova: forse che il furto non esisteva quando l'Italia non era terra di immigrazione? Forse che la prostituzione ed il suo sfruttamento non esistevano? Forse che gli stupri non esistevano? Forse che lo spaccio di stupefacenti, la dipendenza da essi e la piccola criminalità connessa non esisteva?
Tutte queste forme di reato esistevano già, ben diffuse e cronicizzate da tempo.

Semplicemente, in quelle in cui l'imprenditoria criminale ha un ruolo decisivo si sono create reti criminali composte anche da stranieri. Se la risposta legittima è criminalizzre tutti gli immigrati (ciò che accade quando politici e media creano una "emergenza rumeni" o una "emergenza clandestini"), coerenza vorrebbe che a truffe colossali come Parmalat e Cirio l'intera categoria dei dirigenti d'azienda e di banca venisse inquisita.
sarebbe un po' forte, vero?
Se Tanzi, Cragnotti e le banche han truffato migliaia di risparmiatori non significa che tutti i capotalisti e tutte le banche vivano di truffa al prossimo, vero? Se rinunciamo al principio che la responsabilità penale è personale siamo già con un piede in nuovo fascismo, vero? Beh, selettivamente infatti ci siamo. Per i Rom è già così.


chi saranno i prossimi?

i "clandestini" li crea -letteralmente- una legge imbecille per cui solo avendo già un contratto di lavoro in tasca si può entrare legalmente: come fa un extracomunitario, mai entrato in Italia, ad avere in tasca un contratto di lavoro di azienda italiana? Non può, semplicemente: tutti gli operatori che hanno a che fare con l'immigrazione lo sanno perfettamente: prefetti, ministri, poliziotti, datori di lavoro, giornalisti, parroci, chi volete. Tutti.

Tutti gli immigrati regolari, buoni e meno buoni, occupati e disoccupati, che sono qui per lavorare o che fanno altro -tutti- sono stati prima "clandestini", chi per mesi, la maggior parte per anni. Tutti gli addetti lo sanno.
Perchè abbiamo in materia una normativa idiota fatta per motivi propagandistici, per poter dire "noi sì che facciamo sul serio!" (con differenze risibili, quanto a questo, fra "destra" e "sinistra")

possibile che sia così difficile far circolare questi elementari dati di fatto?

da soli -senza strumenti di informazione, senza organizzazione, senza mezzi- non si può fare nulla, o quasi

ma almeno si può non tacere, e lanciare qualche messaggio nella bottiglia

Gualtiero Via, insegnante 



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