Dal Libano "Allora. come va?"



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Dal Libano

Carissimi, questa 
settimana vi invitiamo a leggere un altro punto di vista.
Il racconto, 
lo sfogo, il disagio di un medico, uno dei tanti, che vive e lavora in 
Libano, in un ospedale qualsiasi. 
Troverete nel testo il riferimento 
alla possibilita' di Calderoli ministro degli Esteri, cosa che per 
fortuna non e' avvenuta, ma il senso del discorso e la verita' di 
queste parole non cambia di una virgola. 
Anni fa, durante 
un'intervista, una straordinaria giornalista statunitense, Amy Goodman, 
dichiarava che gli americani non sanno quello che accade nel mondo nel 
loro nome. Gli americani non sanno la verita' su Guantanamo diceva e ci 
pareva impossibile.
Cosa sappiamo noi della nostra Missione di Pace in 
Libano?
Buona lettura

"Allora. come va?"
Le visite iniziano tutte con 
questa frase, il foglio dell'anamnesi in mano, la cartella clinica sul 
lenzuolo e storie che si ripropongono, rendendoli non casi isolati ma 
una replica, la storia di un intero Stato.
Abdel Ahad ieri ha ascoltato 
la domanda, ha aperto le mani, disinvolto, secco. "Va uno schifo. Come 
va cosa poi? Io o il mondo? Beh, io sono vecchio e ferito, non lo vedi? 
Per quanto riguarda il mondo. beh cos'abbiamo fatto? Cos'abbiamo mai 
fatto? Medico, chi ce l'ha con chi, che qui si muore?".
Ho studiato, 
tanto, ma questa risposta non c'e' nei libri. Si esce, si fuma una 
sigaretta, si calpesta lo stress e si ride per nulla, quando ci sono 
piu' pazienti che medici e il senso di tutto questo manca. Quando i 
chirurghi sono sporchi di sangue come ai macelli, non cambiano piu' i 
guanti e non sanno perche' curano feriti di una guerra che non c'e'. 
Dov'e' la guerra? Il Libano con chi e' in guerra? A chi l'ha 
dichiarata?
Abdel ha 19 nipoti, li adora tutti, nei suoi gesti ampi, 
con le mani, indica una finestra e chi sta oltre, tutti coloro che ama. 
Nella sua vita ha amato una moglie, una donna che ha perso e la ricorda 
con gli occhi lucidi come se lei fosse li', lo vedesse parlare, lo 
tenesse d'occhio attenta. Cinque figli, i nipoti, il suo campo, gli 
animali. tutti un pezzo di famiglia. Indica la finestra con un gesto 
delle mani quasi rabbioso e dice: "Uomo, perche' dio ci punisce cosi'? 
L'Italia fa mine da mandare qui, mandano uomini, Israele bombarda. 
tutti i loro affari sporchi nella terra dei nostri campi" non ce la fa, 
non vuole piangere, con una dignita' antica per la quale non puo' 
esprimersi, amare e' proteggere. Non sa raccontare e vorrebbe, allora 
con le mani nodose indica di nuovo la finestra, succede tutto fuori, 
come un attacco da Marte, come se la' fuori ci fosse un mostro, dice 
improvvisamente: "Noi, cosa abbiamo fatto?".
Ci sono mine dappertutto, 
i palazzi sono dei colabrodo, le famiglie non possono ristrutturarli e 
hanno messo zanzariere sui buchi di bombe. A volte tendine, e se ci 
sono bimbi ecco fiori, decori allegri, che non e' giusto che per i 
bimbi sia solo paura, allora cornamuse ed elefanti nelle tende sui 
buchi e l'abito migliore per quella normalita' apparente per cui vanno 
a scuola ogni mattina.
Noi cosa abbiamo fatto? Lo ripetono in mille 
pazienti, mille feriti da mine con scritto 'Made in Italy'. Curare 
ferite senza spiegazione piega l'animo, noi medici siamo sempre piu' 
spesso fuori a prendere aria, cercare di ritrovare senso 
nell'assistere. Li' ridiamo un minuto, la giornata dura 20 ore senza 
sonno, ridiamo per nulla come bambini.
Abdel ha detto: "Siamo nel cuore 
degli interessi di tutti, attaccati a Israele, dettiamo il potere 
contrattuale dei paesi che detengono il petrolio. la questione e': 
governati in modo coloniale o da fantocci? Con l'esercito o continuando 
i bracci di ferro sul territorio? Qui si gioca l'affare. Nessuno di noi 
c'entra nulla, io non ho mai avuto un'auto, il petrolio puzza ed e' 
sporco, io l'ho usato solo per pulire certe brutte macchie. e non so 
nemmeno chi odiare per i miei figli morti, per i nipoti, loro che non 
vedranno fiorire gli ibischi". Ho detto: "Sa piu' lei di geopolitica di 
chi costruisce mine. di chi col suo voto le manda qui. l'ignoranza 
uccide. non ho risposte, sa?".
Lui ha chiesto improvvisamente: 
"Dottore, lei quanti anni ha?"; ho risposto: "Lontano dai 30". Ha 
sorriso, si e' addormentato. Ho scoperto, col lenzuolo, la gamba sempre 
piu' nera, poco da fare, domani vedra' il chirurgo, ora c'e' il 
paziente dopo. buonanotte Abdel.
Di la' c'e' un bambino, nove anni. Sa 
che ci sono mine e bombe perche' USA, Europa e paesi arabi si dividono 
il corridoio libanese, detto con le sue parole "siamo in mezzo, ci 
uccidono". Anche lui sa piu' di geopolitica di chi paga questo 
obbrobrio con le proprie tasse. Eh si', io ho vissuto tanto in Europa e 
nessuno ha mai pensato con tanto relativismo a se stesso come i bimbi 
qui, non c'e' senso, non c'e' perche', si e' "in mezzo", niente da 
fare. La piazza, le dichiarazioni, le lotte, non valgono nulla. Le 
bandiere coi cedri e gli schieramenti. si'. strumentalizzabili. Nessuna 
scelta. Quanti possono accettarlo? Beh Abu, 9 anni, si', mi dice: "Se 
vince Israele ci mettono tutti come i palestinesi?". Gli dico "No. come 
stai?". Mi dice "Sai che sono uno scrittore?". Gli dico che voglio 
leggerlo io, prima che lo conosca il mondo.
Sigaretta.
Beirut. Per 
arrivarci dall'auto si vede di tutto, campi minati, strade interrotte, 
palazzi bombardati, milizie, acqua sporca, infrastrutture distrutte. 
Non puoi non emozionarti, non puoi non chiederti a tua volta: Perche'? 
A chi ha dichiarato guerra il Libano? Paese dei cedri, tollerante, 
multireligioso, paziente, solare. chi ha attaccato? L'analisi del 
piccolo paziente e' precisa, "e' in mezzo", tutto il resto non conta. 
Quindi missioni di pace, presidenti inventati, democrazia sulla carta, 
vicini aggressivi. ognuno un'ottima scusa, i morti tutti libanesi, e 
solo sul posto si sente urlare la voce dei senza voce, di chi non la 
vuole la missione dell'Unifil, l'Onu, la Banca Mondiale, Israele, la 
Siria. quante presenze nella vita di persone che hanno in tutto una 
capra, una vigna e due ulivi. Il Libano non ha nemmeno un esercito 
vero, 4 poveretti che gia' farebbero molto a sorvegliare le strade e il 
traffico. 
Se e' incazzato Israele, l'Unifil vada la', se la missione 
serve gli Usa contro l'indipendentismo siriano, facciano il loro 
braccio di ferro. che fanno militari italiani in Libano? Lo chiedono le 
persone della strada. Nessuno capisce chi stiano difendendo, che pace 
portino, chi riparera' le loro case distrutte.
Sul mercato mondiale 
questo non vale, come questa gente senza valore, lo sappiamo noi 
medici, che lavoriamo per persone che se muoiono non c'e' un omicida, 
nessuna legge, zero tutele.
Beirut si muove sull'onda della rabbia: di 
coloro che vorrebbero finirla con i compromessi, uno Stato vero da 
conquistare con la lotta, di altri che vorrebbero solo finisse, magari 
diventare un paese come quelli europei, con poca religione e piu' 
soldi. Vogliono pace entrambi, sono entrambi gli strumenti di una 
guerra civile preannunciata, di uno scontro interno voluto a 
legittimare l'ennesima guerra. Tutto inutile, dicono alcuni che vedono 
negli scontri settari solo l'inizio di altro dolore. 
7,6 miliardi di 
dollari in prestiti a incatenare il Libano alle istituzioni dei 
prestiti internazionali che chiedono ulteriori tasse per i poveri, 
maggiori privatizzazioni delle industrie gestite dallo Stato, la 
ristrutturazione dell'economia per andare incontro alle richieste 
dell'e'lite bancaria globale. Questo debito e' il costo che devono 
pagare i libanesi (e non andranno in infrastrutture), per 34 giorni di 
guerra da parte di Israele. La fandonia dello "scontro di civilta'" e' 
solo la maschera che nasconde la vera battaglia; la guerra in atto e lo 
sfruttamento dei popoli che non hanno voce, questo dicono tanti che 
tutto cio' lo hanno gia' visto.
Pero' tantissima gente ad ascoltare 
l'imam venerdi'. Soprattutto giovani, giovanissimi, seri, convinti. La 
rabbia e' gia' fede. L'imam al microfono era gia' politica. Ha detto 
"Lottiamo per Allah, se non ci battiamo per la sua causa, saremo noi i 
prigionieri. Noi non ci pieghiamo alla volonta' degli altri; ci 
prodighiamo per amore di Allah. Se non temiamo nessuno, la volonta' di 
Allah sara' fatta su questa terra". I ragazzi in coro hanno risposto 
"Allah Akbar". L'imam ha continuato con la sua retorica di orgoglio. La 
platea era giovane, concentrata, decisa. Se non ci sono speranze i 
giovani tendono a lottare, in tutto il mondo, il futuro e' il loro 
habitat, se manca diventano la prima linea dello scontro. Il Libano ha 
bisogno di orgoglio come di aria, da ovunque venga. 
Improvvisamente 
l'imam ha annunciato una notizia risaputa da tutti, di quei giorni. 
Iniziando cosi': "Gli italiani stanno pagando soldi, forse loro sono 
cosi' ricchi. da  mantenere qui uomini armati. Cosa fanno costoro? 
Hanno aiutato qualcuno di voi? No. Proteggono Israele, li' sul confine, 
da un'aggressione da parte dei siriani. Pagano uomini perche' 
proteggano Israele stando sul nostro paese. Sarebbe un'idea che 
gradirebbero se un esercito libanese si piazzasse nelle loro strade per 
proteggere l'Austria dai tedeschi? Perche' gli italiani pagano questo? 
E tutte le mine che storpiano e uccidono gli studenti, i bimbi. perche' 
ce le mettono? Qualcuno di voi vende mine e le mette in Sicilia?". Gli 
sguardi erano attenti, c'era un silenzio che trasudava rabbia, 
ingiustizia. "E ora", ha proseguito, "vogliono fare ministro degli 
esteri il signor Calderoli. che ritiene che gli islamici siano un 
abominio, professando la sua fede cristiana e non laicita'. Che deride 
in modo ignorante, folkloristico e rozzo la cultura altrui, cavalcando 
il giumento zotico del razzismo di parte del popolo. Quella parte che 
pensa che noi arrechiamo grosse molestie a loro. Noi! A loro! Noi che 
camminiamo tra migliaia di loro mine antiuomo, a forma di bambola per 
uccidere i bambini! Beh, saranno infastiditi dai tanti criminali 
libanesi che conoscono personalmente??". La voce dell'imam era un urlo, 
le teste davanti a me annuivano quasi involontariamente. "Siamo stanchi 
di servire tutti! Siamo stanchi di essere la carne da macello per i 
soldi sionisti e americani e dei loro servi europei. Siamo stanchi che 
un popolo non si scateni bensi' elegga persone di questo tipo, non 
dando alcuna importanza a chi di queste "battute" poi ci muore! Siamo 
stanchi! E' una promessa; la rinascita avverra'. Ne siamo certi. E' la 
realta'. Per ogni cosa per cui verremo umiliati risponderemo, questa e' 
guerra! Siamo stanchi di subirvi soltanto. Che Allah voglia".
La 
risposta e' stata immediata, energica e convinta "Allah Akbar". I 
ragazzi volevano l'energia di quello sprone al farsi giustizia, pur se 
fatto di retorica religiosa.
Sono uscito nel sole. Beirut la citta' 
delle mille religioni, con la sua discoteca gay, le ragazze che 
pattinano in pantaloncini corti, i gruppi hip hop, il quartiere 
ebraico. 
Mi chiedeva un anziano medico libanese se, in Italia, le 
persone sapessero il vero peso delle tasse, di una x su una scheda, di 
leggi fatte da chi legittima mine, bombe, poi derisioni. Se sapessero 
di pagare ognuno almeno una mina, ognuno essendo in qualche modo un 
killer. e si e' risposto che no, le persone normali sapessero questo 
farebbero una rivoluzione, nessuno ucciderebbe un bambino lo avesse 
davanti, questo lo fanno i politici, non i cittadini comuni, che 
perseguono semplicemente il meglio, pensando di farlo, e vengono 
aggirati come avviene qui, nelle moschee e nelle lotte settarie troppo 
spesso tra disperati.
L'ignoranza e' l'altra faccia della medaglia del 
potere, e la servono a colazione a tutti. Poi finisce per diventare una 
lotta tra coloro che non hanno nulla da guadagnare, solo umanita' da 
perdere.
Un ragazzo iraniano sul suo blog ha scritto: "Dio ha inventato 
la guerra perche' gli americani imparassero la geografia". Qui la 
situazione sta precipitando e tra poco sara' ancora tragedia e le 
tragedie contagiano come un virus, si ripercuotono. Purtroppo, quella 
scritta rappresenta oramai molta parte del mondo, rispondevano sul 
blog.

  a.. By Cacao Quotidiano at 10 Maggio 2008 - 15:49
Qual è la 
fonte?
Caro Jacopo,

per dare più forza all'articolo, potresti citare 
la fonte?

Grazie e un saluto.

Bizio.

  a.. By bizietto at 11 Maggio 
2008 - 10:05 
  b.. la fonte
Per questioni di riservatezza per la 
sicurezza di chi ci ha mandato questo articolo, questa volta non 
possiamo citare la fonte. 
Posso assicurarvi che è quella che ho 
scritto all'inizio, l'articolo è inedito, scritto apposta per noi di 
Cacao e arriva da un medico in Libano.
Grazie e saluti a tutti
Gabriella
Redazione di Cacao