Hanno vinto i peggiori, hanno perso i peggiori



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i-peggiori/

Hanno vinto i peggiori, hanno perso i peggiori
15 Apr 
2008 
13:32 

Italia: medaglia d’oro di tafazzismo

Mondocane fuori 
linea 
15/04/08 

di Fulvio Grimaldi

Elezioni politiche 2008. Hanno 
vinto i 
delinquenti: mafiosi, fascisti, razzisti, baciapile, ladri, 
truffatori, 
criminali di guerra, ottusi, incolti, incompetenti. Hanno 
perso gli 
altri, uguali ma con un “cripto” davanti: criptomafiosi, 
criptorazzisti, cripto fascisti, criptoladri… Più una bella dose di 
collotorti e pinzocheri di diretta obbedienza vaticana. E tutto questo 
era nell’ordine delle cose dopo sessant’anni di corruzione etica ed 
ideologica democristiano-piccista e quasi vent’anni di cabaret 
berlusconide con dietro le quinte lupare, triangoli e Corte di 
Cassazione.

Ma, per tutti gli dei, s’è tolto dai coglioni Fausto 
Bertinotti, con tutta la sua corte dei miracoli, i suoi rapaci monaci 
tibetani bramosi di schiavi e bimbetti impuberi, i suoi ominicchi, 
ruffiani, quaquaraquà, i suoi tartufi, ipocriti, farisei, i suoi 
blasfemi revisori del ‘900 e del comunismo, le sue arpie ginocrate 
travestite da femministe e firmaiole di guerre genocide, i suoi buoni, 
miti e nonviolenti del disarmo unilaterale purchè sia il nostro, o dei 
palestinesi, o degli iracheni, o degli afgani; i suoi ciarlatani che 
alla lotta di classe sostituiscono una “tendenza culturale”. come 
dettato in questa lunga notte dai vampiri di classe. E i suoi 
ultramodesti zappatori alla Giordano, i suoi grilli parlanti col culo 
nel cantuccio caldo, alla Russo Pena, i suoi ossimori, alla Gennaro 
Migliore, l’opposizione di Sua Maestà, vociferante a brache calate, 
alla Burgio e Grassi, i suoi mazzieri alla Dejana e Menapace, i suoi 
“tienimi-buoni-i-noglobal” e intrufolaci nel business municipale, alla 
Patrizia Sentinelli. Che gente, ragazzi, che gente! Una consolazione c’
è: si t oglierà di mezzo anche quel tabloid delle bufale politiche ed 
ideologiche che è il “Liberazione” del Sionetti. Finito il Parlamento, 
finito il contributo. E questo, nel caso del giornaletto più 
adulterato 
d’Italia, è un sollievo.

E “il manifesto”? Quello che 
sostiene tutti i 
pilastri della cupola imperialista accettandone e 
rilanciandone le 
frodi fondative, dall’11/9 ad Al Qaida, da “sua 
santità” il Dalai Lama 
– our boy si vanta Bush - al “genocidio” del 
Darfur; dal Mugabe 
“dittatore sanguinario”, che priva i bravi bianchi 
delle terre 
consacrate dal colonialismo britannico, per darle a negri 
incompetenti 
e fannulloni, all’altro “dittatore”, il povero Milosevic 
della mai 
fatta “pulizia etnica” e dell’assassinio in carcere per 
volontà di 
Carla del Ponte, PM che non riusciva a dimostrare neanche 
una delle sue 
amerikane accuse. E che quello svaporato di Tommaso De 
Francesco esalta 
per aver ora in un libro tentato di coprire le sue 
infamie di giudice 
venduto agli squartatori della Jugoslavia e di 
massacratrice 
unidirezionale di presunti “criminali” serbi, con la 
putrescente foglia 
di fico dell’accusa al tagliagole e“premier 
kosovaro”, Hashim Taqi, di 
aver pure lui fatto qualche sterminio. “Il 
manifesto” delle Mariucce 
Ciotta che alla fine, spostato il suo 
invaghimento da Hillary a Obama, 
pencolavano addirittura verso il blob 
Veltroni; delle Giuliane Sgrena 
che annebbiano con le lacrime del 
piagnisteo universale le proprie 
perfidie integraliste antislamiche; 
delle Rossane Rossanda, staffiere 
pacifista dell’orrido bombarolo 
Adriano Sofri, panegiricista del 
turlupinatore a stelle e strisce che 
dirige il TG1, autenticatrice di 
BR fasulle che su determinazione 
mafio-israelo-kissingeriana hanno 
fatto fuori Aldo Moro, femminista di 
lusso che inalbera una protervia 
che neanche Rocky-Rambo, 
ambientalista timorosa della fine del mondo 
che si batte per la fine 
di Venezia sostenendo a spada tratta la truffa 
del “Mose”. E Valentino 
Parlato? Meglio stendere un velo pietoso sulle 
sue sempre più 
decrepite e biliose reprimende a lettori che non 
condividono le 
intemerate a favore della Sinistra L’Arcobaleno, o che 
ritengono il 
giornale un gingillino chic e trendy, sollevato dai 
dominanti 
stereotipi di dominio solo grazie all’intervento di rari 
interni e più 
frequenti collaboratori esterni (che Allah e Orfeo li 
benedicano). 
Pensate, per Veltroni e Bertinotti (un transgender delle 
classi e il 
suo reggicoda: ti supplico, Walter, fammi venire con te…) 
al 
“manifesto” hanno votato oltre il 62% (e così anche il Venerando 
Maestro Dario Fo, dopo l’avventura da brivido della consorte con Di 
Pietro).

Sono quei manifestini che in questi anni, dopo la morte di 
Stefano Chiarini, hanno fatto carne di porco del pur cospicuo 37% che 
ha votato – illudendosi, ma onestamente - Sinistra Critica, o che non 
ha votato. E pensare che “il manifesto” da 25mila lettori avrebbe 
nelle 
pur esangui percentuali delle sinistre trotzkiste e, 
soprattutto, dell’
assai più vasto popolo di sinistra vera delle 
astensioni dalla partita 
truccata o delle schede nulle, un bacino 
numericamente e politicamente 
assai superiore e affidabile.

Ci 
aspettano tempi terribilissimi. Siamo 
su una pista di bob e 
precipitiamo verso il fondo a velocità demenziale 
e senza riuscire a 
vedere e capire cosa ci scorre accanto e cosa ci 
aspetta all’arrivo. L’
elite criminale mondiale, che nei due gaglioffi 
della finta contesa di 
domenica-lunedì ha i suoi locali Maliki e Abu 
Mazen, sta costruendo lo 
Stato globale di polizia e di guerra alla 
mercè dei mercificatori 
universali. Insieme all’esclusione dalla 
rappresentanza istituzionale, 
sta completando, a forza di legislatori 
al servizio del moloch 
imperialista, del lobotomizzatore 
fondamentalista di S. Pietro e dei 
loro sorveglianti, repressori, 
picchiatori e torturatori d’ordine, l’
eliminazione degli insubordinati 
sopravviventi anche dalle piazze e, 
fra un po’, dalla comunicazione. Il 
cachmirato col birignao agnelliano 
si consolerà cinguettando 
presuntuose irrilevanze nei salottini della 
vipperia di terz’ordine e 
vantandosi di essere riuscito nell’impresa, 
programmata dal 1993, di 
corrompere i comunisti e eliminare la 
liberazione dalla prospettiva di 
classi e popoli, con il valore 
aggiunto della rendita milionaria 
spettante alle Quinte Colonne. 
Siccome da queste parti al posto di uno 
Chavez, o un Fidel, o un’
armata maoista divenuta elettorale, abbiamo 
Flavia d’Angeli e 
Salvatore Cannavò, rassegniamoci a vederci costretti 
in montagna. Lo 
tsunami in arrivo della catastrofe mondiale del 
capitalismo, lo 
scontro irrevocabile tra le Grandi Potenze, l’ 
invincibile resistenza 
di iracheni, afgani, latinoamericani, domani 
altri, sarà la mossa del 
cavallo che scombinerà tutto. Come nel ’17. 
Prepariamoci. Prima che il 
mondo muoia. 

P.S. “Mamma, ho perso la 
sinistra! Convergenze, 
connivenze, obbedienze di una Sinistra ex”, 
Malatempora editore 
(malatempora at libero.it), è il mio libro che rovista 
in tutto questo. 
Comprarlo fa male solo ai padroni e ai loro 
palafrenieri.