Pax Christi Italia: Appello per la liberazione di mons. Rahho



Pax Christi Italia

Appello per la liberazione di mons. Rahho

Pax Christi Italia si unisce al dolore per le tre persone uccise a Mosul,
nel pomeriggio di venerdì 29 febbraio, durante l'agguato in cui è stato
rapito il vescovo caldeo di quella città, mons. Faraj Rahho.

È da poco ritornata in Italia una delegazione internazionale di Pax
Christi, presieduta da mons. Stenger, presidente di Pax Christi Francia,
con la partecipazione di Pax Christi Italia.

Durante la nostra visita in Iraq, dall'11 al 19 febbraio, abbiamo potuto
incontrare anche il vescovo rapito ieri, che già avevamo incontrato nelle
precedenti visite in Iraq di questi ultimi 10 anni.

Con lui abbiamo condiviso la preghiera, il dolore e la sofferenza della
gente, in particolare i cristiani, profughi fuggiti da Baghdad e Mosul. Una
situazione di sofferenza e in parte anche di solitudine e di abbandono da
parte della comunità internazionale.

Con mons. Rahho abbiamo anche pregato sulla tomba di padre Raghid, ucciso a
Mosul lo scorso mese di giugno, e sepolto a Karemles, un villaggio caldeo,
vicino a Mosul, dove saranno sepolte anche le tre persone uccise ieri,
ognuna delle quali è sposata con tre figli.

Vogliamo esprimere la nostra vicinanza alla Chiesa caldea, al patriarca, ai
vescovi e a tutta la comunità a noi tanto cara e con cui abbiamo profondi
legami di amicizia. La testimonianza che ci viene da questa chiesa è la
testimonianza della sofferenza di una chiesa che vuole stare con la gente,
soprattutto quando viene minacciata, calpestata e uccisa.

Anche questo ultimo episodio è la conferma di una tragedia che sta vivendo
tutto il popolo, la gente - sia cristiana che musulmana - in Iraq, dove
l'insicurezza e la paura accompagnano la vita di ogni giorno.

La nostra delegazione ha incontrato numerose comunità di profughi al nord,
ed è stata accolta con grande gioia e speranza anche a Kirkuk, dal Vescovo
mons. Sako, dalla sua comunità caldea, dai vari rappresentanti delle chiese
cristiane e da numerosi capi islamici. Da parte di tutti, cristiani e
musulmani, sì è sottolineato come "l'unica strada comune per sconfiggere la
violenza è l'incontro e il dialogo".

Noi ci sentiamo vicini anche ai nostri fratelli musulmani, con i quali
abbiamo molti rapporti nel dialogo e nell'impegno per il bene comune di
tutti gli iracheni.

Pax Christi rinnova ora più che mai la propria scelta di nonviolenza, di
dialogo, di incontro e confronto come alternativa ad ogni violenza e ad
ogni guerra, ricordando il monito di Giovanni Paolo II: "la guerra è
avventura senza ritorno"!

Preghiamo e speriamo che mons. Rahho possa essere presto liberato e tornare
ad essere, con la sua gente, segno di dialogo, di speranza e di pace.

Firenze. 1 marzo 2008 PAX CHRISTI ITALIA



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