Il voto



Il voto

“Come Bismark capì perfettamente, il voto popolare contribuisce al raggiungimento di uno degli scopi centrali della rivoluzione borghese: l’integrazione di tutti gli strati sociali nella struttura politica e ideologica dello stato nazionale (ma non necessariamente liberale). In particolare nell’epoca del capitalismo monopolistico, alle limitazioni del diritto di voto si sono sostituiti nuovi e più sottili metodi di esclusione della classe operaia dal controllo sugli affari politici. Se questi meccanismi si rivelano poi insufficienti, sono sempre aperte, e invariabilmente adottate, le più drastiche soluzioni del fascismo e dell’intervento straniero. Ma tranne in situazioni di minaccia acuta, in particolare di una rivoluzione o di una disgregazione interna dovuta ad una rivoluzione borghese incompleta, si afferma una forma o un’altra di governo elettivo, legato al carattere intrinsecamente concorrenziale dei rapporti di produzione capitalistici. 
Il controllo borghese sulla formazione dell’’opinione pubblica’ nazionale, insieme al rituale esclusivo dell’attività parlamentare, ha rigidamente definito le qualità richieste ad un deputato eletto. Di conseguenza, la rappresentanza della classe operaia nei parlamenti democratico-borghesi è stata efficacemente contenuta a un livello minimo: nei paesi capitalistici avanzati essa ha oscillato tra lo 0 e il 10 per cento. Inoltre, dopo la loro elezione, questa ristretta minoranza di operai in genere si è trasformata a sua volta in una categoria di politici a tempo pieno. D’altra parte, la tendenza sessista è evidente quanto quella antioperaia.
I mutamenti intervenuti nel capitalismo moderno vanno visti all’interno di questo quadro generale di reclutamento sessista e antiproletario. Tra i funzionari, la percentuale delle persone con una formazione tecnica, sia economica che naturale-scientifica, è aumentata a spese di quella di elementi con una formazione giuridica o letteraria. Tra i politici, gli imprenditori attivi e i ‘rentiers’ sono stati sostituiti, tranne che negli Usa, dai professionisti della politica borghese. E la politica plebiscitaria, d’altra parte ha comportato il reclutamento di ‘personalità dei media’, la cui principale capacità è di presentarsi sotto buona luce nei mezzi di informazione.  
…Nel mondo borghese, lo spirito di ‘fan’ e la disciplina sostituiscono l’impegno, la solidarietà e la mobilitazione collettiva.
…Robert Dahl ha scritto: La politica democratica è soltanto la beffa, è la manifestazione di superficie, che rappresenta conflitti superficiali. Prima della politica, sotto di essa, che la inviluppa, la circoscrive, la condiziona, vi è il sottostante consenso di una porzione predominante dei membri attivi politicamente.
…la sindacalizzazione, la riduzione della giornata lavorativa, l’aumento dei salari e l’introduzione dei servizi sociali si sono dimostrati tutti elementi compatibili non solo con il mantenimento, ma anche con l’espansione dell’accumulazione del capitale.  
…un elemento appare chiaro fin dall’inizio: la socialdemocrazia non solo ha mantenuto in vita il capitalismo, - cosa che un partito potrebbe fare mutando però al tempo stesso i rapporti di forza tra capitale e lavoro, - ma ha anche mantenuto intatta la struttura interna di fondo della borghesia. Le strutture di potere delle banche, dei gruppi industriali e delle famiglie capitalistiche mostrano una sconcertante continuità con quelle del periodo anteriore agli anni trenta.”
   
Da Goran Therborn in ‘come governano le classi dirigenti’, 1978, Editori Riuniti, 1981, pagg. 88 e 89, 139, 159 (citazione Dahl), 254 e 255.   

28/3/8 - Leo