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E' lecito il disgusto?
- Subject: E' lecito il disgusto?
- From: "camillo.coppola at tin.it" <camillo.coppola at tin.it>
- Date: Sat, 23 Feb 2008 20:03:00 +0100 (GMT+01:00)
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=10223 Italia - 21.2.2008 E' lecito il disgusto? Non è normale utilizzare un articolo per esprimere il proprio disgusto. Utilizzare un quotidiano per raccontare la propria amarezza e la propria delusione. Ma in questo caso abbiamo deciso - anche noi - che si può fare. Che cosa è successo per provocare cotanto sdegno? E' successo che ieri in parlamento, "la Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto- legge 31 gennaio 2008, n. 8, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali (C3395)". Che tradotto per i non legulei, significa che ha rifinanziato le nostre missioni militari. Compresa quella, di guerra, in Afghanistan. Qualcuno ha votato contro, ma adesso sono buoni tutti, visto che non sono più in discussione le poltrone e le poltroncine e gli stipendi. La stragrande maggioranza dei deputati ha votato a favore. Qualcuno ha visto bene di uscire dall'aula, piuttosto che votare contro. Ma il punto non è tanto questo, siamo abituati oramai alle tristi vicende della politica italiana. Il punto è che la notizia, perché indiscutibilmente di notizia si tratta, questa volta non ha avuto eco in nessuno dei grandi quotidiani nazionali. Il che tradotto in parole povere significa che l'Afghanistan esiste solo in quanto funzionale alle vicende e alle beghe interne di casa nostra. Se non ce ne sono, via lisci, il fatto che si rifinanzi una missione clamorosamente di guerra non merita lo spazio che una buffonata come la lettera di Bondi "non si accetteranno candidati con processi in corso" o il no di Aida Yespica (chi era costei?) alla politica hanno avuto. Il fatto che il nostro Paese continui ad essere complice (solo complice?) di chi sta massacrando civili, di chi sta finendo di distruggere un altro Paese non importa a nessuno. Eppure così, siamo certi, non è. Perché se così fosse, noi non esisteremmo. E PeaceReporter non avrebbe tutte le migliaia di lettori che ha. Maso Notarianni direttore at peacereporter.net
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