296° ora in silenzio per la pace



Rete contro8
per la globalizzazione dei diritti

Mercoledì 30 gennaio 2008 dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale
di Genova, 296° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito
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>"Perché il mondo permette ad Israele di fare quello che fa?" - 15-1-08
>
>(Polemiche e boicottaggio sulla prossima Fiera del Libro di Torino)
>L'edizione 2008 della Fiera del libro di Torino sarà dedicata ad Israele.
>Questa è la decisione presa dal consiglio di amministrazione dell'evento
>in programma per la metà di maggio. La decisione ha suscitato prima
>preoccupazioni e poi la messa in campo di iniziative di controinformazione
>e boicottaggio da parte di diverse associazioni di solidarietà con il
>popolo palestinese (Forum Palestina, International Solidarity Movement,
>UDAP etc.) In discussione - ovviamente - non è la Fiera del Libro nè la
>presenza di scrittori e autori israeliani.
>
>Tenendo conto che gli attivisti e gli intellettuali solidali con i diritti
>storici dei palestinesi appartengono a quella ristretta "nicchia sociale"
>di frequentatori di librerie e lettori di libri, difficilmente possono
>essere accusati di prevenzione ed ostilità verso la più importante - anche
>se appare sempre più ipotecata dal marketing che dalla qualità delle
>proposte editoriali - manifestazione italiana del settore. A essere
>contestata è la decisione di dedicare questa edizione ad uno Stato come
>Israele in occasione dei sessanta anni dalla sua nascita, cioè di un
>evento che nessuno può omettere nelle sue ricadute concrete sui diritti
>dei palestinesi che la definiscono appunto come Nakba (la catastrofe).
>
>Ma non è questa l'unica ragione di "inopportunità". Occorre infatti tenere
>conto anche di un contesto odierno in cui la politica di oppressione
>coloniale, di discriminazione razziale e di "politicidio" (per usare le
>parole di Kemmerling) contro i palestinesi è diventata ancora più spietata
>e "normale" di quanto lo fosse anni fa. Il quotidiano stillicidio di
>palestinesi ammazzati dai soldati, dagli aerei o dai droni israeliani a
>Gaza dovrebbe già di per sè far riflettere e indignare. Solo la
>sistematica subalternità delle agenzie di stampa ai bollettini ufficiali
>delle forze armate israeliane riesce a trasformare in "terroristi" pastori
>palestinesi o coppie di fidanzati uccisi perchè si sono avvicinati troppo
>al confine israeliano o bombardati nelle loro case.
>
>Il progetto di strangolamento e annientamento militare, economico, umano
>dei palestinesi di Gaza da parte delle autorità israeliane è evidente e
>non si può accettare alcuna impossibile simmetria con il lancio dei
>rudimentali razzi palestinesi che producono più rumore che danni. Non
>esiste e non può esistere nessun paragone al riguardo, i fatti non lo
>consentono. Ma il silenzio e la complicità politica ed intellettuale
>consente queste ed altre aberrazioni. In Cisgiordania - ad esempio -
>mentre tutte le diplomazie e i mass media si sforzano di presentare una
>situazione tranquilla e normale dovuta alle buone relazioni e ai negoziati
>tra l'ANP e il governo israeliano, la cronaca ci regala ogni giorno
>notizie di arresti, soprusi, raid israeliani contro le città palestinesi.
>Sulla base di quale presupposto la comunità internazionale dovrebbe
>accettare questa "normalità"? Dedicare la Fiera del Libro ad Israele nel
>2008 significa legittimare uno stato di cose inaccettabile da ogni punto
>di vista, ma soprattutto significa accettare il tentativo di rendere
>Israele uno stato "normale" mentre non lo è e difficilmente appare in
>grado di diventarlo, ostaggio com'è dei circoli sionisti e oltranzisti che
>ne determinano le scelte strategiche e il rapporto verso i palestinesi e
>il resto dei paesi circostanti.
>
>A maggio dunque la Fiera del Libro di Torino dovrà fare i conti con una
>iniziativa di contestazione forte e dispiegata a tutti i livelli. Dalle
>pressioni sul marketing al boicottaggio delle case editrici che
>accetteranno di esporre alla fiera senza prendere una posizione decente
>sulla inopportunità di dedicarla ad Israele, dall'allestimento di un
>contro-salone del libro alternativo a quello ufficiale a manifestazioni
>all'interno e all'esterno del padiglione della Fiera. Da qualche parte la
>coscienza civile ed internazionalista di questo Paese dovrà pure
>cominciare a darsi e a fare coraggio a tutti coloro per i quali vale la
>domanda con cui lo storico israeliano Ilan Pappe concluse una sua
>conferenza a Tokio nel marzo 2007: "Perché il mondo permette ad Israele di
>fare quello che fa?".
>
>Sergio Cararo, del Forum Palestina