26 gennaio presidio alla base militare di Ghedi



Secondo i dati della contabilità generale dello stato, negli ultimi 25 anni, in Italia, i redditi da capitale e le rendite finanziarie si sono mangiati il 10 per cento dei redditi da lavoro, tant’è vero che abbiamo le buste paga più basse d’Europa. In più, si tagliano le spese per la sanità, per la scuola, la giustizia, i servizi sociali, ma si aumentano, in modo scandaloso (come ci ha ricordato Alex Zanotelli) le spese militari: del 13% con la finanziaria dell’anno scorso e di un altro 11% con la finanziaria di quest’anno. Ciò avviene, purtroppo, con un governo di centrosinistra, che si dimostra così incapace di progettare un percorso alternativo a un sistema economico ingiusto e devastante, sia a livello sociale che ambientale. Dopo il brutto precedente dell'anno scorso, questa ulteriore decisione ci dice che non siamo in presenza di un "incidente di percorso", ma di una precisa scelta politica che è agli antipodi di una cultura della pace e della nonviolenza di cui abbiamo bisogno per avere capacità di futuro. E’ per questo che ho aderito, senza riserve, all'appello di Alex Zanotelli contro la vergogna dell’aumento delle spese militari. Sono d'accordo. Non solo non possiamo stare zitti ma dobbiamo lavorare per costruire, in ogni piccola realtà locale, un movimento nonviolento in grado di contrastare la deriva neoliberista e militarista, per risvegliare le coscienze dormienti e offrire a tutti la possibilità di un'alternativa nonviolenta, per il rispetto della vita e della dignità delle persone. E’ per questo che ritengo sia molto importante informare e mobilitare la gente per sostenere la proposta di legge popolare per il disarmo atomico, di cui si parla ancora troppo poco, e realizzare iniziative come quella del 26 gennaio prossimo a Ghedi (Brescia), davanti alla base militare che “ospita” alcune decine di bombe atomiche.

 

Claudio Morselli

Castiglione Alegre

Castiglione delle Stiviere

(Mantova)

 

Contro le basi di guerra,

per una drastica riduzione delle spese militari.

 

Presidio alla base militare di Ghedi contro la presenza di bombe atomiche

Sabato 26 gennaio ore 15.00

Il 26 gennaio è la data proposta dal Forum Sociale Mondiale per il Global Day of Action, ossia per iniziative in tutto il mondo contro la guerra, il liberismo, il razzismo e il patriarcato.
Gli obiettivi di questa giornata di mobilitazione sono il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra, la chiusura delle basi militari e  l'opposizione a nuove basi(a partire da Vicenza con il Dal Molin), la drastica riduzione delle spese di guerra e l'aumento delle spese sociali, la riconversione delle fabbriche d'armi e degli altri luoghi/strumenti di guerra, la smilitarizzazione dei territori, la revoca dell'accordo per la produzione e l'acquisto dei caccia F35.
Il 26 gennaio in Italia dovrà essere una giornata contro l'insieme della politica militarista del governo Prodi che ha imposto l'ulteriore aumento delle spese militari (per un totale del 24% in due anni), alle missioni militari (a gennaio il governo presenterà il decreto per il rinnovo delle missioni in Afghanistan e negli altri teatri di guerra), alle basi e al complesso militare-industriale, e che include l'accordo militare Italia-Israele, l'embargo alla Palestina, l'adesione allo scudo missilistico USA, la nuova grande minaccia alla pace mondiale.
A tale scopo si propone una mobilitazione articolata con lotte sui territori a partire dai luoghi di guerra: basi militari, siti di assemblaggio dei nuovi armamenti, caserme e luoghi di partenza delle truppe, ambasciate, consolati e ministeri coinvolti nella guerra permanente.
Le spese militari sono aumentate a tutto danno delle le spese sociali, di quelle destinate al lavoro e al reddito dei settori popolari, mentre l'Italia è invasa e avvelenata da basi militari, porti nucleari, depositi di armi atomiche e di munizioni, poligoni di tiro e polveriere, aeroporti militari e ben 107 basi USA-NATO a cui il governo vorrebbe aggiungere il Dal Molin, la base di Novara (assemblaggio dei cacciabombardieri a Cameri ) e il potenziamento della base militare di Sigonella per l'installazione dei nuovi aerei da guerra senza pilota e del micidiale sistema planetario di comunicazioni satellitari MUOS. Dunque, la guerra permanente, mentre insanguina e devasta decine di paesi nel mondo, entra quotidianamente nelle nostre terre e nelle nostre città, ingigantendo derive securitarie, razzismi e xenofobie, repressione politica e sociale, riduzione drastica delle libertà.
Per tutto ciò vogliamo caratterizzare il 26 gennaio come una giornata contro i luoghi di guerra sui territori, a partire soprattutto da quelli dove le lotte sociali hanno già individuato gli obiettivi da smilitarizzare. Tra questi, in particolare le caserme e i luoghi militari in dismissione possono essere soggetti da subito alla riconversione ad usi civili, ad esempio in case per sfrattati e precari ed in ostelli per i richiedenti asilo, modo concreto anche per opporsi ai Cpt/lager per migranti.

La giornata del 26 gennaio viene organizzata anche in vista della manifestazione nazionale che il Patto permanente contro la guerra propone a Roma in coincidenza col voto in Parlamento sul rifinanziamento delle missioni di guerra, che dovrebbe tenersi nel periodo tra fine febbraio e prima parte di marzo.

 

Comitato Via le atomiche di Ghedi

Confederazione Cobas

Sinistra Critica

Centro sociale Magazzino 47

SdL Intercategoriale

Centro sociale 28 maggio – Rovato

Radio Onda d’Urto