Roma 17 ottobre: "Palestina - altre forme di resistenza"



Palestina: altre forme di resistenza
"Il modello Bil’in"

In occasione della 10a edizione del Festival CinemAmbiente  
“Bil’in Habibti” (Bil’in my love)
diretto da
Shai Carmeli Pollak
( Versione Originale Arabo/Ebraico-Sottotitoli Italiano )


Mercoledi’ 17 ottobre
(dalle ore 18 alle 20.30)
Politecnico Fandango
via Tiepolo 13/a-Roma

(i n g r e s s o    a    s o t t o s c r i z i o n e    l i b e r a)


Saranno presenti alla proiezione:
Shai Carmeli Pollak Regista - Anarchici israeliani contro il muro
Muhammad Al-Khatib e Ibrahim Burnat - Comitato popolare del villaggio di Bil’in (Palestina)

Da più di due anni gli abitanti del villaggio palestinese di Bil’in con il supporto di attivisti israeliani e internazionali manifestano contro l’avanzata del muro di separazione israeliano che minaccia di espropiare tutte le terre coltivabili del villaggio. Il regista israeliano Shai Carmeli Pollak, è tra di loro  a documentare con la propria telecamera questa azione di protesta spontanea.
Il film presenta il rapporto straordinario creatosi tra gli abitanti e un gruppo di attivisti israeliani. Il conflitto che nasce tra Shai e i soldati israeliani incaricati di reprimere le manifestazioni, non è solo quello fra regista e soggetti ripresi, ma è anche il conflitto fra un soldato diventato pacifista e l’intero sistema militare.


promuovono:

Associazione per la Pace
Amnesty International
Festival CinemAmbiente
Centro Internazionale Crocevia - CIC
Ticho Film
Associazione Culturale Aktivamente
Servizio Civile Internazionale
FIOM-CGIL Ufficio Internazionale
Un ponte per...


Informazioni sul documentario

BIL’IN HABIBTI
Bil’in My Love
Bil’in amore mio

Israele, 2006, col., video, 84’
Regia: Shai Carmeli Pollak
Sceneggiatura: Shai Carmeli Pollak
Fotografia: Shai Carmeli Pollak
Suono: Itzik Cohen, Ereal Miloh
Montaggio: Amos Ponger, Tanya Raikhlin
Produzione: Claudia Levin / Claudius Films

Shai Carmeli Pollak, nato nel 1968 e cresciuto a Jaffa, si è laureato presso l’Università di Tel Aviv, dove ha studiato produzione cinematografica e televisiva. In passato ha diretto i cortometraggi comici Ready for Love (1993) e The Slimy Gang (1997), la serie televisiva Zbeng (1998/1999), l’opera teatrale Abrahmov (2000) e la serie animata Zolgar & Pupkin Conquer the World (2001/2002). Bil’in Habibti è il suo primo documentario.
Dichiarazione del regista:
“Sono andato a Bil’in non in veste di filmmaker, ma come attivista, per partecipare alla protesta contro l’esproprio dovuto alla costruzione della barriera di separazione. Per un anno e mezzo ho usato la telecamera per documentare i momenti di sconforto e speranza, di pericolo e coraggio e la nascita di una reale collaborazione tra palestinesi e israeliani. Durante questo periodo il villaggio è diventato il simbolo della lotta unitaria contro il muro e l’occupazione”.

Festival e premi
Rotterdam International Film Festival 2007: Honorable Mention Movies That Matter Award; The Jerusalem International Film Festival 2006; Visions Du Réel 2007; Seoul Human Rights Film Festival 2007; Toronto Jewish FF 007; Amnesty International Film Festival: Movies that Matter Foundation 2007; Palestine FF 2007; Peacetime Foundation of Taiwan 2007; Cinema Utopia FF 2007; Voices Forward Film Festival 2007; Sarajevo Film Festival 2007; Uhuru Productions / 3 Continental FF 2007

per informazioni e trailer sul documentario: http://www.tichofilm.com/scheda.php?id=28#


Il villaggio di Bil’in (www.bilin-village.org)

“Bil'in e' una strada, anzi due.
 Una strada e' quella attorno alla quale si snodano le case del villaggio, l'altra, poco piu' a valle e' il tracciato del muro, con le sue torrette di osservazione, il recinto elettrificato, la fascia di sicurezza sui due lati e poco oltre l'insediamento in espansione. 
Bil'in e' un paese, anzi due.
 Il piccolo paese che vive di agricoltura e pastorizia fino a pochi anni fa garantiva ai suoi abitanti un relativo benessere economico, determinato anche dalla vicinanza con Ramallah, grosso centro urbano dove vendere i prodotti; e poco piu' ad ovest, oltre il muro un'atro paese, Modi'in Illit con i suoi palazzoni bianchi in costruzione, piscine e giardinetti. Un paese abitato da gente diversa, per lingua cultura e religione, un paese abitato da ladri di terre e di risorse. Bil'in e' un simbolo, anzi due.
 E' il simbolo di una resistenza diversa, non-violenta ma determinata, me e' anche il simbolo di un potere occupante arrogante, che procede sulla strada dell'esproprio e delle violazioni del diritto internazionale, ignorando le proteste e le legittime richieste degli abitanti di quelle terre, e' triste constatare come il muro a Bil'in e' andato avanti nonostante questi due anni di manifestazioni.
 Bil'in e' un popolo in lotta, anzi due con gli israeliani, anzi tre se contiamo anche le centinaia di internazionali che in questi anni hanno partecipato alle manifestazioni. Una lotta che non nasce da indicazioni politiche arrivate dall'alto o da gruppi di potere piu' o meno religiosi che usano la lotta dei palestinesi in modo strumentale ai propri fini, e' una lotta spontanea che nasce dalle esigenze primarie di una comunita': difendere la propria terra, spesso unica fonte di sostentamento.
 Bil'in e' una manifestazione, anzi sono le cento manifestazioni di questi due anni...
” 

Breve storia del movimento contro il muro a Bil'in: http://www.assopace.org/news.php?id=128

Nel settembre del 2007 due piccole vittorie:
1) la corte suprema israeliana dichiara illegale il tracciato del muro in costruzione nei pressi di BIl’in http://www.maannews.net/en/index.php?opr=ShowDetails&ID=25145

2) Boaz Yona, Presidente del Consiglio di amministrazione della Heftisba, (la maggiore azienda israeliana costruttrice di colonie), viene arrestato in Italia in seguito ad un mandato di cattura internazionale con l’accusa di bancarotta fraudolenta http://www.assopace.org/news.php?id=200