ROSSO: birmano o cardinale?



Dopo un accorato appello di tutta la società civile democratica birmana al
pontefice dove si chiedeva una Sua pubblica parola, o anche un Suo gesto
di incoraggiamento...le attese sono state esaudite in una domenica di fine
settembre.
Il papa sedici volte Benedetto, ha esternato dalla finestra della sua
dimora, tutta la sua più grande trepidazione.
Il pontefice ha inoltre prudentemente raccomandato temperanza ai fedeli.
Il pontefice ha ordinato ai suoi sacerdoti di non partecipare alle
manifestazioni di piazza e alle attivita' politiche in atto in Birmania.
Di conseguenza , come atto di generosa partecipazione , oggi nelle chiese
cattoliche di Rangoon e' stato letto un bollettino in cui si invitano
preti, sacerdoti e suore a non farsi coinvolgere nelle proteste,
riconoscendo pero' ai fedeli la liberta' di scegliere come comportarsi.
Il bollettino contiene inoltre un appello a tutti i cattolici perche'
continuino a pregare e a offrire messe per il bene del paese. Il Papa, che
se ne intende di ricchezze, ne ha condannato "l'uso iniquo da parte di
chi le adopera per un lusso sfrenato ed egoistico, pensando solamente a
soddisfare se stesso, senza curarsi affatto del mendicante che sta alla
sua porta". Coerentemente, dal momento che alla sua porta sostano folle
acclamanti e sazie di cibo da tutte le parti del mondo, genti che chiedono
amore e certo non la carità sul piazzale di San Pietro, il pontefice dopo
l'esternazione pacifica e non violenta, si è serenamente ritirato a
consumare il pasto domenicale.
Ieri a Milano sono sfilati in corteo  dicono mille persone, comprese una
decina di monaci tibetani : tutti con qualcosa di rosso, che richiama i
fuochi autunnali, il rosso della vendemmia, le sagre delle castagne
arrostite al fuoco.
A dire il vero già nella primavera del 2006 il papa aveva lanciato la
nuova politica del color rosso porpora con la Cina, il cui emblema fu il
neocardinale Zen, vescovo di Hong Kong. Zen dichiarò con solennità: “Il
colore rosso che io vesto significa la prontezza di un cardinale a versare
il proprio sangue. Ma non è il mio sangue che è stato sinora versato: è il
sangue e le lacrime dei numerosi eroi senza nome della Chiesa ufficiale e
sotterranea che in Cina hanno sofferto per essere fedeli alla Chiesa”.
Ognuno aiuta come può il movimento rosso.
Niente paura, non c'è traccia di sangue.
Niente paura, di comunisti nemmeno l'ombra e nemmeno di diavoli e
d'inferno.
Chissà questi ultimi, i comunisti, i diavoli che nuova politica vestiranno
nella stagione autunno-inverno 2007-2008.

Doriana Goracci

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