Peppe Sini: Non altro che questo



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 101 del 25 settembre 2007

In questo numero:
Peppe Sini: Non altro che questo

PEPPE SINI: NON ALTRO CHE QUESTO

Siamo ormai a questo: alle stragi rivendicate senza piu' alcuna remora. Alla
guerra coloniale e al sadismo di stato. Altro che "missione di pace" come
ipocritamente ancora si ripeteva fino a poco tempo fa per i finti gonzi che
erano disposti a fingere di bersi ogni menzogna pur di tenersi buoni il
ministro assassino compare di cordata o di apparato, o il sottosegretario
assassino distributore di finanziamenti e incarichi, o il parlamentare
assassino pronto al piccolo favore o da esibire in societa'.
*
Tutti coloro che, in vario modo e misura, hanno avallato o addirittura
sostenuto la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista,
imperialista e razzista in Afghanistan, ora verificano l'abissalita' della
loro resa e della loro follia, l'orrore della loro complicita' con le
stragi, il fatto irrefragabile dell'essersi asserviti alla guerra, al
crimine scellerato, all'omicidio di massa come arte di governo.
E tra essi non pochi bei nomi del pacifismo da parata e parastatale, delle
ben schedate e ben finanziate onlus e ong, della cosiddetta nonviolenza
ridotta ad astratta predicazione mentre la macelleria procede (ovvero
ridotta al suo sconcio contrario: menzogna e crimine, vile complicita' con
gli assassini), non pochi bei nomi nel breve volger di un anno ridottisi a
manutengoli dell'apparato ideologico e propagandistico della macchina
bellica al lavoro.
Ora che anche le loro mani sono sporche di sangue, continueranno ancora a
pretendere di pontificare sui massimi sistemi? quali altre si inventeranno
roboanti campagne diversive per poter continuare a tacere sulla guerra in
corso, sulle stragi in corso, sul terrorismo di stato italiano, sul fascismo
che sta dilagando oltre che nella societa' incivile fin nell'organo
esecutivo e in quello legislativo del nostro ordinamento giuridico che pur
nella sua legge fondamentale reca scritto che "L'Italia ripudia la guerra"?
*
Il governo e il parlamento italiano che hanno votato la partecipazione alla
guerra sono golpisti. Sono assassini. Sono stragisti. La guerra e' gia' il
terrorismo. La guerra e' gia' il fascismo. E questo crimine ci sembra assai
piu' orribile delle ruberie da furfanti matricolati e da gaglioffi senz'arte
ne' parte di cui si mena - e certo a ragione - grande scandalo. Uccidere e'
ancor peggio che rubare.
*
Giunti a  questa distretta non vi e' altra politica internazionale coerente
con il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che la scelta
della nonviolenza.
Continuare nella guerra e' l'estrema scellerata idiozia: le stragi si stanno
avvicinando a casa nostra, come si fa a non vederlo? Se non altro per mero
egoismo, per gretto interesse materiale, per vile e rapace volonta' di
sopravvivere, cessi l'Italia di partecipare alla guerra.
*
Cessi l'Italia di partecipare alla guerra.
Possibile che non ci sia in parlamento una caduta di scaglie dagli occhi,
una resipiscenza, un'insurrezione morale in difesa della vita umana, della
Costituzione della Repubblica Italiana? Possibile che non ci sia nel governo
una sola persona disposta a riconoscere il crimine commesso e a dimettersi?
Possibile che non ci sia nella societa' un moto di sdegno e dolore, e corale
una richiesta di pace e di vita e di verita'?
Possibile che si pretenda di "marciare per la pace" mentre si consente alla
guerra, ai massacri, al fascismo?
*
E' l'ora della scelta della nonviolenza. O tutti ci divorera' la catastrofe.
Questo vede ogni persona che da se stessa non si accechi. Questo sente ogni
persona che non abbia abdicato alla sua umanita'.

Peppe Sini, Centro di ricerca per la pace di Viterbo

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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Numero 101 del 25 settembre 2007