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Generale Cecchi versus Generale Mini
- Subject: Generale Cecchi versus Generale Mini
- From: Marco Mayer <mayerkos at yahoo.it>
- Date: Fri, 21 Sep 2007 00:35:07 +0200 (CEST)
Settembre 19, 2007 Repubblica A proposito di vie e modi di Filiberto Cecchi* Il gen. Cecchi risponde alla replica del gen. Mini al primo intervento dell'ex capo di Stato maggiore sulle operazioni militari italiane. Sono di guerra o di pace? L'approccio italiano è merito dei vertici o della base? I rapporti con gli Stati Uniti e il primato della politica. Ho letto con attenzione le riflessioni di Mini sul peacekeeping e, pur conoscendo la sua “bersaglieresca” irruenza, sono rimasto sinceramente sorpreso dell’attacco diretto alla mia persona, a cui tuttavia non voglio rispondere pubblicamente perché rappresenterebbe una caduta di stile imperdonabile, soprattutto se consideriamo il fatto di essere stati entrambi ufficiali generali in servizio attivo fino a qualche giorno fa, ma a cui sono pronto a replicare privatamente. Mi stimola invece il dibattito. Ho provato a vedere le divergenze rispetto al mio intervento e con l’aiuto di un programma di scrittura, quello che sto usando ora, ho sostituito nel suo testo “via” con “modo”: il risultato è stato sorprendente. Ho trovato l’immagine speculare di ciò che va affermando con la demonizzazione del “modo” italiano di esprimere il peacekeeping e l’elogio della “via” italiana nell’attuarlo. Cosa che non contraddice assolutamente i concetti da me espressi. Gli consiglio di provare. Accertato, dunque, che entrambi concordiamo sul fatto che i soldati italiani sanno fare il peacekeeping veniamo al resto. Possiamo argomentare sul significato che attribuiamo alle parole e possiamo esigere – da tecnici – precisione nell’uso di quella terminologia che ci appartiene per professione, ma quando sconfiniamo nello spazio riservato al linguaggio dei media, tutto assume un significato diverso. Così arriviamo alla palese contraddizione, come Mini stigmatizza, di chiamare “operazioni di peacekeeping” quelle che in realtà sono “operazioni di guerra”. La differenza c’è …. è ovvio, ma attenzione perché usando quel linguaggio anche ciò che lui scrive si presta ad un’altra interpretazione. Ad esempio, che differenza c’è tra quei ragazzi – militari spagnoli – morti in un attentato in Iraq e quelli morti nell’attentato in Libano? Non erano questi ultimi impegnati in una “conclamata” missione di peacekeeping? E’ possibile, dal punto di vista pratico, cioè quello del militare che esce in pattuglia in Libano, Afghanistan o nei Balcani, tracciare una linea di demarcazione che collochi in modo inequivocabile le due attività agli antipodi, senza possibilità alcuna di contatto? La verità è che, al di là delle disquisizioni semantiche che lasciamo ad altri, noi militari, Vertici in testa, sappiamo bene cosa si nasconde dietro ad ogni operazione etichettata “di pace” e ci attrezziamo sempre, moralmente e fisicamente, per fronteggiare il peggio. Ne è prova il fatto che, in qualsiasi teatro operativo, le nostre unità non hanno nulla da invidiare a nessun altro contingente militare in quanto a rigore delle regole d’ingaggio, qualità di armamenti ed equipaggiamenti, sistemi di protezione, determinazione e capacità di reazione. .Polemica sulle operazioni militari italiane il dibattito sul nuovo sito di Limes <B>Polemica sulle operazioni militari italiane<br>il dibattito sul nuovo sito di Limes</B> ROMA - Botta e risposta sulle operazioni militari italiane tra l'ex capo di Stato maggiore dell'esercito e l'ex comandante della Nato in Kosovo sul nuovo sito di Limes, la rivista italiana di geopolitica (www. limesonline. com). All'intervento del generale Filiberto Cecchi (in quel momento ancora capo di Stato maggiore) pubblicato questa estate sulla "via" italiana al peacekeeping ha replicato il generale Fabio Mini, ora collaboratore di Limes e di diversi giornali, criticando i vertici militari cui si deve "il rigetto sistematico di tutto il capitale di prestigio accumulato in anni di peacekeeping", in particolare nelle missioni in Iraq e Afghanistan e ricordando l'esclusivo merito dei militari impegnati sul campo per l'affermazione di un "modo" italiano di condurre le operazioni. A sua volta il gen. Cecchi ha risposto, innescando un polemico dibattito, ricordando il primato della politica e intervenendo sulla distinzione tra operazioni di pace e di guerra. Tutti gli interventi, e relativi ulteriori commenti, sono consultabili sul sito di Limes. Il prossimo volume ("La Palestina impossibile") sarà in edicola e in libreria a partire da venerdì 28 settembre. (20 settembre 2007) ___________________________________ L'email della prossima generazione? Puoi averla con la nuova Yahoo! Mail: http://it.docs.yahoo.com/nowyoucan.html
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