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La polvere sotto il tappeto
- Subject: La polvere sotto il tappeto
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Sat, 08 Sep 2007 15:18:36 +0200
- Priority: normal
Partito Umanista - Segreteria nazionale Programma e Documentazione
LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO
Il recente dibattito politico suscitato dall’ordinanza del Comune di
Firenze contro i “fastidiosi” lavavetri ai semafori, si sta arricchendo ogni
giorno di nuove dichiarazioni, puntualmente riportate dai maggiori
mezzi di comunicazione di massa. È un arricchimento solo quantitativo
ed apparente. In realtà ogni giorno siamo costretti a registrare invece,
dal punto di vista qualitativo, un impoverimento.
Un impoverimento a cui ha contribuito in modo sostanzioso il pacchetto
di provvedimenti che il ministero degli interni ha intenzione di proporre
al consiglio dei ministri. Provvedimenti che finiscono col mettere nel
mirino lavavetri e mendicanti, writers e ambulanti, in nome di una
battaglia contro l’illegalità diffusa.
Ci domandiamo: perché tutto ciò non ci meraviglia? Perché, nonostante
i nostri sforzi, non riusciamo a vedere nulla di nuovo nelle parole del
ministro Amato e di alcuni sindaci come Cofferati e Domenici? Anzi,
più cerchiamo di capire e più sentiamo un odore già conosciuto e poco
gradevole, un odore in cui si mischiano, fino a confondersi, paura e
ipocrisia.
Quella stessa paura e quella stessa ipocrisia che spingono tante persone
a voler illudersi che per risolvere un problema basta spostarlo dalla
visuale. Basta spingere la polvere sotto il tappeto.
Problemi come la povertà e la criminalità non possono essere trattati
così, pensando di risolverli con qualche colpo di scopa.
È questo che la politica dovrebbe essere capace di dire alle persone,
senza il timore di apparire impopolari e di non essere più votati alle
prossime elezioni. Ma oggi la politica di palazzo è troppo impegnata in
mediocri manovre per mantenere il potere, non può applicarsi con il
giusto impegno a ciò che veramente interessa noi cittadini. La politica di
palazzo non può perdere tempo a spiegare, ad ampliare gli orizzonti, a
tentare di rispettare gli impegni presi con gli elettori.
E allora ci si affida alle scorciatoie. Si pensa di dare in pasto alla gente,
preoccupata per la propria sicurezza, un po’ di repressione, una scopa
per spingere la polvere sotto il tappeto: si sbattono le prostitute in aperta
campagna, si sbattono i nomadi fuori i raccordi anulari, si cacciano via
un po’ di lavavetri e di mendicanti. In fondo il fascismo del XXI secolo
è anche questo: far credere che “è vero solo ciò che appare”.
Una politica che si rispetti, a nostro avviso, deve invece avere il
coraggio di dire le cose come stanno. Dovrebbe dichiarare che sono
finiti i tempi di fare di tutta un’erba un fascio, di equiparare un lavavetri
ad un malfattore o di guardare ogni immigrato come un invasore.
Dovrebbe avere il coraggio di non contribuire più ad alimentare la
convinzione che la sicurezza si basa sull’emarginazione degli ultimi e
dei diversi, ma dovrebbe agire affinché si affermi il principio
che la vera sicurezza si basa sui diritti fondamentali come il lavoro, la
casa, la salute, l’istruzione, la giustizia sociale, la pace.
Evidentemente la politica che vogliamo non sta nei palazzi del potere o
nei salotti televisivi. La politica che vogliamo non reprime, ma cerca di
risolvere.
Non c’è più tempo per le paure e le ipocrisie. Non c’è più spazio sotto il
tappeto.
Roma, 7 settembre 2007
Carlo Olivieri
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