Perfezione e antagonismo



Perfezione e antagonismo

Roberspierre, in occasione del suo atteso discorso davanti all’Assemblea rivoluzionaria, non citò la proprietà privata nell’elenco dei diritti che occorreva abolire; non poteva prevedere come conseguenza odierna quella che ‘il Sole 24 ore’, mediante la dispensa di gadget sottocosto, rappresentasse un goffo surrogato di ideali e passioni per una gran massa di cittadini. 

Sì, di certo si potrebbe qui far riferimento ad altri episodi come ad esempio l’ultimo, relativo al tonfo dei mercati azionari, che ha finito con l’essere battezzato il 16/08/07 in una dichiarazione al giornale radio Rai del sottosegretario Visco – così come in quelle identiche di Prodi e Padoa Schioppa – nell’eloquente frase: ‘incrociamo le dita’. 
Oppure, si potrebbe ricordare che a suo tempo gli economisti parlavano di rischio d’impresa e che adesso ci sono i favori alle imprese... 
 
Il caso de ‘il Sole’ però va sottolineato perché il sistema non soltanto ha eliminato ogni voce dissenziente (per tutti basta aver sguardato ‘il manifesto’ di questi giorni d’agosto) ma produce esso stesso lo sfizio, la particolarità in modo tale da far dire a chiunque: ‘beh, guarda un po’, si può fare un quotidiano con in dono regalini interessanti; il sistema allora gira, lo spazio c’è’. 
L’impressione è che più che a dei gadget-surrogato, ci troviamo di fronte a dei palliativi per far vivere meno peggio il trapasso.

Il problema non è mai il sistema; quello è perfetto di suo. D’Alema con le sue telefonate o Tanzi con i suoi affari, sono da ritenere fuori. Vanno considerati ‘amici che sbagliano’. Uomini che non hanno seguito la retta via, che possono essere screditati e, in seguito, redenti. 

Insomma, non ci possono essere leadership che praticano antagonismo, oppure un quotidiano, una radio, una tv, un partito, finanche un gruppo che occupa un locale e fa cultura altra.
E’ tollerata invece solo una qualche occasione particolare in cui dar fastidio; in televisione, ad esempio, trasmettere fuori orario un programma che le attribuisce credibilità e, grazie al quale, poi far passare di tutto.  

In questo periodo di crisi, il potere è costretto alla guerra per sopravvivere e nel complesso non sopporta più nulla; nemmeno la satira.
 
L’Impero d’Occidente - espressione attuale dell’economia capitalista - fa finta di essere l’invariabile; da sempre gli imperi si sono presentati come fossero naturali. Ieri come oggi, il diritto di proprietà privata - perno centrale del sistema in cui tutti noi bene o male viviamo – deve pertanto restare indiscutibile.  

28/8/7 – Leopoldo BRUNO