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Re: [no fuoco atomico] Turi ed il rischio del carcere
- Subject: Re: [no fuoco atomico] Turi ed il rischio del carcere
- From: "Claudio Pozzi" <clany at clany.it>
- Date: Mon, 23 Jul 2007 18:30:16 +0200
- Organization: clany
Non so chi ha scritto la mail citata da Alfonso ma sento di dover
rispondere portando la mia esperienza:
Nel febbraio del 1972 sentivo profondamente, in quanto cattolico, la
contraddizione tra le idee di pace proclamate nel Vangelo e il dover essere
chiamato a svolgere il servizio militare di leva, imparare a sparare, ad
uccidere. Presi, quindi, la decisione di rifiutare la divisa ed il giorno
stesso in cui mi sarei dovuto presentare al Car di Macomer (Sardegna) andai,
invece, a costituirmi dai Carabinieri del mio quartiere (Napoli) perché sapevo
di dover affrontare il carcere.
Mi dichiarai obiettore di coscienza al servizio militare in quanto
cattolico. I carabinieri mi arrestarono solo due mesi dopo, all'arrivo del
mandato di cattura, e scontai 5 mesi e 10 giorni di detenzione presso il carcere
militare di Gaeta. Certamente il carcere fu un'esperienza molto dura
e mi esposi alla violenza degli "altri". Ma fu anche un'esperienza molto
"umana" vista dal lato dei rapporti con gli altri detenuti. Non condivido
affatto l'affermazione che la dignità umana sia fuori dalle carceri e dalle aule
giudiziarie. Io mi sentivo"libero" pur se dietro le sbarre e sentivo di non
aver perso la mia dignità, al contrario l'avrei persa se avessi fatto il
soldato. Uscii ad ottobre del '72. Nel dicembre di quello stesso anno fu
approvata la legge sull'obiezione di coscienza che ha permesso in questi anni a
decine di migliaia di giovani di svolgere un servizio civile alternativo.
Prima di me tanti altri avevano fatto lo stesso gesto, Pietro Pinna,
Giuseppe Gozzini (primo obiettore di coscienza cattolico), Fabrizio
Fabbrini (anch'egli cattolico), e poi, contemporaneamente a me Alberto Trevisan,
Roberto Cicciomessere, Alberto Gardin, Valerio Minnella e numerosi altri
giovani.
In questi anni mi è capitato altre volte di affrontare le aule giudiziarie
per portare avanti le idee che ritenevo giuste (occupazione ufficio di
collocamento, affissione di manifesti non autorizzati, ecc.) ed affronterei di
nuovo il carcere se fosse necessario. Non vedo la contraddizione. Lo stesso
autore della mail citata ha ricordato che Gesù Cristo ha affrontato la
crocifissione! (Senza alcuna presunzione di paragonare né me né altri a
Gesù).
D'altra parte non mi sento affatto un eroe e non ebbi affatto un coraggio
particolare ad affrontare il carcere. Avrei dovuto avere più coraggio ad
affrontare il servizio militare facendomi un completo lavaggio del
cervello!
Un caro abbraccio a tutti, ed in particolare a Turi, forza e coraggio, ti
siamo tutti vicini, anzi, nell'aula giudiziaria e dietro le sbarre e con te
perché ci rappresenti!
Claudio Pozzi
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