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Libia, commutazione delle condanne a morte: per Amnesty un passo positivo ma insufficiente
- Subject: Libia, commutazione delle condanne a morte: per Amnesty un passo positivo ma insufficiente
- From: press at amnesty.it
- Date: Wed, 18 Jul 2007 17:15:54 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS85-2007 COMMUTAZIONE DELLE CONDANNE A MORTE IN LIBIA: PER AMNESTY UN PASSO POSITIVO MA INSUFFICIENTE Amnesty International ha affermato che la commutazione, decisa ieri sera, delle condanne a morte nei confronti di cinque infermiere bulgare e di un medico palestinese, costituisce un passo positivo ma ampiamente dovuto e comunque insufficiente. 'Siamo sollevati perche' la minaccia dell'esecuzione, che incombeva su queste sei persone da lungo tempo, e' venuta meno, ma siamo profondamente contrariati dal fatto che esse potrebbero trascorrere il resto della loro vita in carcere' - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. 'Si e' trattato di una vicenda lunga e dolorosa per tutte le persone coinvolte: per i medici, condannati due volte a morte al termine di processi iniqui, e per le famiglie dei bambini contagiati dal virus dell'Hiv in un ospedale di Bengasi'. 'Questa vicenda ha messo in evidenza come la Libia debba accelerare in direzione di una riforma del sistema giudiziario' - ha proseguito Smart. 'In futuro non dovra' accadere piu' nulla del genere, nell'interesse sia delle vittime che chiedono legittimamente giustizia, sia di coloro che sono accusati di aver commesso un crimine. Le autorita' di Tripoli dovranno assicurare l'applicazione di tutte le salvaguardie legali per scongiurare la detenzione prolungata senza processo e la tortura e garantire un procedimento equo nei confronti di qualsiasi persona accusata di un reato'. Amnesty International ha manifestato apprezzamento nei confronti del ruolo svolto dalla Fondazione Gheddafi, diretta da uno dei figli del leader libico Mu'ammar Gheddafi, che in questi anni e' stata l'unica istituzione del paese a sollevare ripetutamente dubbi sui processi e sul trattamento riservato ai sei detenuti. La Fondazione pare aver giocato un ruolo decisivo nell'aiutare le autorita' libiche, le famiglie dei bambini contagiati e i governi stranieri a raggiungere un compromesso politico. Amnesty International continuera' a chiedere il rilascio di Ashraf Ahmad Jum'a Al-Hajouj, Valya Georgieva Chervenyashka, Snezhana Ivanova Dimitrova, Nasya Stoycheva Nenova, Valentina Manolova Siropulo e Kristiana Venelinova Valcheva. Ulteriori informazioni Ashraf Ahmad Jum'a Al-Hajouj, Valya Georgieva Chervenyashka, Snezhana Ivanova Dimitrova, Nasya Stoycheva Nenova, Valentina Manolova Siropulo e Kristiana Venelinova Valcheva erano stati incarcerati nel 1999. Erano stati condannati alla fucilazione nel maggio 2004 per essere stati ritenuti colpevoli di aver inoculato volontariamente il virus dell'Hiv a 426 piccoli degenti dell'ospedale pediatrico al-Fateh di Bengasi, un'accusa di cui i sei si sono ripetutamente dichiarati innocenti. Il 25 dicembre 2005 la Corte suprema aveva annullato le condanne a morte e ordinato un nuovo processo a causa di 'irregolarita'' riscontrate durante l'arresto e gli interrogatori. Il secondo processo, iniziato l'11 maggio 2006, si era concluso il 19 dicembre con la conferma delle condanne a morte, ratificate l'11 luglio di quest'anno dalla Corte suprema. Ieri il Consiglio supremo delle istanze giudiziarie ha deciso la commutazione della pena in ergastolo. Dall'arresto dei sei medici, 56 dei 426 bambini contagiati sono morti. Sebbene sia stato istituito un fondo internazionale per assistere le famiglie dei bambini deceduti e coloro che sono costretti a convivere col virus, i diretti interessati si vedono tuttora negato il diritto a un processo che potrebbe stabilire la verita' su questa drammatica vicenda. FINE DEL COMUNICATO Roma, 18 luglio 2007 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
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