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Ribellione umanista
- Subject: Ribellione umanista
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Sat, 16 Jun 2007 12:49:15 +0200
- Priority: normal
Partito Umanista
il partito che ci piace
Roma, 12 giugno 2007
RIBELLIONE UMANISTA
Ormai da molto tempo la politica italiana rappresenta uno degli
spettacoli meno decorosi che si possano conoscere. Ma negli ultimi
tempi siamo costretti ad assistere ad un’indecenza che non ha pari. Il
livello si è abbassato in modo vertiginoso e molti italiani, ormai,
provano un senso di vergogna e di sgomento.
La speranza che aveva spinto la maggioranza degli elettori a votare il
centrosinistra è svanita nel giro di pochi mesi.
A ciò contribuisce una politica economica che non osa - nemmeno
teoricamente - discostarsi dai dettami di quella legge di mercato che
ha più volte dimostrato la propria inefficacia.
Di conseguenza la politica sociale presenta delle carenze
imperdonabili per un governo che conta tra le sue fila ministri che si
autoproclamano comunisti.
Si aggiunge una politica estera assolutamente servile nei confronti del
partner americano, la cui attuale amministrazione è la peggiore che gli
Stati Uniti abbiano mai avuto, perché è assolutamente guerrafondaia e
quindi, proprio per questo, innegabilmente violenta e “fascista”.
L’elenco potrebbe continuare ancora per molto, ma bastano già questi
tre elementi per definire, senza alcuna ombra di dubbio, che questo
governo è sovrapponibile a quello precedente di centrodestra.
L’opposizione, infatti, non ha sostanziali argomenti politici da
contrapporre, ma si sforza di svolgere il suo ruolo aggrappandosi a
qualsiasi risultato elettorale a proprio favore per minacciare la
spallata.
Niente politica, ma solo lotta per il potere. Questo è lo spettacolo che
siamo costretti a sopportare.
Il senso di vergogna tende poi a tradursi in veri e propri conati di
vomito:
quando veniamo a sapere dei privilegi che la classe politica ha
riservato per sé, come il riconoscimento delle unioni di fatto che però
viene negato a tutti gli altri cittadini;
quando assistiamo ad angherie come quella del senatore di AN che,
per raggiungere degli studi televisivi, ha costretto un’ambulanza –
cioè un mezzo del servizio sanitario - a correre per le vie di Roma
bloccate per la manifestazione del 9 giugno;
quando si forza il parlamento a varare una legge che blocchi la
pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra esponenti dei DS e
alcuni indagati per la scalata di Unipol a Bnl;
quando le forze del cosiddetto ordine aggrediscono alcuni pensionati
che, durante la manifestazione del 12 giugno a Roma, volevano fare
una simbolica catena umana attorno ai palazzi del potere; quando
sappiamo che, mentre un terzo di questi pensionati vive con meno di
mille euro al mese e uno su quattro con meno di 500 euro mensili, nel
febbraio di questo anno il governo italiano firma un accordo con gli
Stati Uniti per una linea di assemblaggio all'aeroporto di Cameri, con
l'intenzione di acquistare un centinaio di aerei F 35, il cui costo è di
100 milioni di euro ognuno.
Appare necessaria l’emergenza di un nuovo riferimento. Il sistema
politico attuale ha perso ogni credibilità. Persino le aree che
continuano a nascere e svanire con eccessiva disinvoltura e che
dovrebbero rappresentare un’alternativa alla sinistra istituzionale
ormai persa nei meandri del potere, non riescono più ad accendere la
fede nella possibilità di un mondo migliore.
C’è bisogno di un “nuovo umanesimo”, che accenda il fuoco della
ribellione ad un destino solo apparentemente ineluttabile.
C’è bisogno di una nuova speranza. C’è bisogno di una ribellione
umanista.
Carlo Olivieri – Partito Umanista
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