COMUNICATO STAMPA





COMUNICATO STAMPA





Bassora – Iraq - Oggi, 6 giugno 2007, la Federazione Irachena dei
Lavoratori dei Petrolio – IFOU - ha lanciato l’allarme a seguito di una
avviso di arresto diretto ai suoi leader e in particolare nei confronti di
Hassan Jumma Awad, reduce da un viaggio in Italia dove ha incontrato
esponenti politici, sindacali e giornalisti italiani, proprio per informare
sulle trattative sindacali in corso con il governo iracheno e sulla loro
posizione contraria alla bozza di legge di riforma degli idrocarburi.



La IFOU aveva indetto uno sciopero per il 10 maggio scorso, poi sospeso per
la disponibilità iniziale di Nouri al-Maliki (Primo Ministro iracheno) alla
trattativa, annunciando che lo sciopero sarebbe stato confermato nel caso
le risposte della commissione formata dallo stesso Al-Maliki non fossero
state sufficienti.



La IFOU chiede aumenti salariali, assistenza sanitaria, revisione del
sistema pensionistico, abitazioni decorose, assunzione dei precari e
soprattutto una legge quadro sul lavoro e sulle libertà sindacali, sancite
dalla costituzione ma mai trasformate in legge.



Lunedì 4 giugno la Federazione, visto il fallimento delle trattative, ha
indetto lo sciopero degli addetti agli oleodotti al quale il governo ha
risposto che avrebbe reagito con ‘pugno di ferro’ a qualsiasi sospensione
della produzione.



L’avviso di arresto con l’accusa di sabotaggio dell’economia nazionale da
parte del governo iracheno è arrivato nella mattinata di oggi 6 giugno ed è
diretto al Presidente Hassan Juma Awad e ad altri tre leader sindacali e
rafforzato dalla presenza massiccia dell’esercito e delle forze di
sicurezza irachene sui luoghi dello sciopero tutt’ora in corso.



Lo sciopero al momento non sta coinvolgendo la produzione e l’export
petrolifero, ma solo la distribuzione interna.



La IFOU chiede la solidarietà di tutte le forze sindacali e politiche. La
minaccia di arresto è un attacco alle libertà democratiche e al ruolo
fondamentale del sindacato per contribuire al sviluppo democratico di ogni
paese.



Hassan Juma Awad durante un incontro avuto in Italia alla domanda ‘Non è
pericoloso fare sindacato in Iraq?’ aveva risposto: ‘Come tutti i
rappresentanti della società civile irachena, anch’io sto correndo molti
rischi, ma non possiamo da iracheni e nel mio caso da sindacalista tirarci
indietro di fronte al terribile momento che stiamo vivendo e venir meno
alle nostre responsabilità’.



La IFOU (Iraqi Federation of Oil Unions – ex General Union of Oil
Employees) conta 26.000 iscritti su un totale di 36.000 addetti del settore
petrolifero solo nel sud del Paese. Il sindacato è stato organizzato e
fondato 10 giorni dopo l’inizio dell’invasione dell’Iraq nel 2003. In tutti
questi anni ha portato avanti importanti battaglie sindacali. Ultimamente
si è esposto contro la bozza di legge di riforma del settore petrolifero
che apre alle compagnie petrolifere straniere, permettendo loro contratti
vantaggiosi e un ruolo nelle scelte strategiche di sviluppo del settore
petrolifero e gasifero.



Il Presidente Hassan Juma Awad è stato invitato in Italia dalla Campagna
Contro i Profitti di Guerra che vede coinvolte molte sigle del pacifismo
italiano: Un Ponte per, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, ARCI,
A Sud, ICS, Assopace, Legambiente, FIOM, SdL Intercategoriale; Margherita
Paolini Direttrice di Oltreillimes.



La Campagna esprime profonda preoccupazione per l’atteggiamento anti
democratico che ancora una volta il governo iracheno sta dimostrando. La
IFOU sta esercitando un diritto legittimo e riconosciuto dall’ILO e da
tutte le costituzioni democratiche. Diritto sancito anche dalla
costituzione irachena. La Campagna chiede che vengano riprese
immediatamente le trattative e che si sospendano ogni azione tesa a
impedire il diritto di sciopero e di protesta e di non attuare la minaccia
di arresto dei leader sindacali della IFOU.



Per contatti: Un Ponte per,  Paola Gasparoli - 06 44702906 – 333 5446280





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