Re: [pace] Lidia Menapace su afghanistan



E' comprensibilissimo, prima viene la busta paga, ovvero l'"ambiente" che ti consente di conseguire un modo di vita accettato, poi parole in libera uscita, consonanti, vocali, punteggiatura ricomposte opportunamente per imbrogliare i polli!


----- Messaggio originale -----
Da: Help To Change <info at helptochange.org>
A: pace at peacelink.it
Inviato: Giovedì 17 maggio 2007, 17:21:18
Oggetto: Re: [pace] Lidia Menapace su afghanistan

Non riesco proprio a comprendere la posizione di Lidia Menapace e Martone. Prima si vota per l'intervento in Afghanistan e poi ci si meraviglia delle conseguenze.
Credo che un atteggiamento credibile e coerente sarebbe stato quello di non votare in Senato!
 

Vito Correddu

Il 16/05/07, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
Afghanistan: regole d'ingaggio e "difesa attiva"
 
di Lidia Menapace
 
16 maggio 2007 
Insieme a Martone, nella nostra qualità di capigruppo di Prc rispettivamente nella Commissione Esteri  e Difesa del Senato ho firmato una dichiarazione molto critica verso la posizione del Governo sulla fase di "difesa attiva" corredata di mezzi  e uomini avviata in  Afghanistan. Riconfermo che  le dichiarazioni del  ministro mi hanno lasciata preoccupatissima. Sono certa che le  misure prese non diminuiscono i rischi dei nostri soldati, ma li aumentano, perchè infrangono il nostro modo di stare in un paese occupato senza inimicarsi  la popolazione e fanno credere o pensare o danno ragione a chi sostiene che siamo arresi al comando Usa o  Nato senza alcuna possibilità o capacità di contrattare. L'unilateralismo statunitense non è per niente scalfito.
 
  Se lì dove siamo stanziati gli USA bombardano la popolazione  civile e chiedono aumenti di presenza miitare italiana e la ottengono,  come pensare che i Talebani non ne approfittino facilmente per convincere la popolazione  che non ci si può fidare  di noi? E come pensare che possano  credere in una conferenza di pace? Questa sciagurata proposta minaccia tutta la politica estera del governo e non diminuisce i rischi di chi sta in Afghanistan. 
 
  A questo punto propongo che rinegoziamo col governo la  nostra posizione, sulla base di precisi riferimenti costituzionali e non su indivdualistiche e soggettive e discutibili  questioni di "coscienza". Qui è in atto una precisa  iniziativa Usa e  Nato di trascinarci  in una impresa  di risoluzione di una controversia internazionale con la guerra, il che ci è formalmente  interdetto  dalla seconda parte del  primo comma, art.11 Cost. Il ministro può dire fino a domani che la natura della nostra missione non muta, ma non risulta  credibile per niente al mondo.  
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Non Osiamo Perché Le Cose Sono Difficili; Le Cose Sono Difficili Perché Non Osiamo. - Seneca


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