ambasciata italiana sbarra il passo a CodePink



Di seguito la traduzione di un messaggio da Medea Benjamin, co-fondatrice di CodePink, gruppo di donne pacifisti negli USA, sulla loro esperienza all’ambasciata italiana a Washington DC.

U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome

“Tanto per la diplomazia italiana!”
All’Ambasciata Italiana a Washington la giornata delle porte aperte (non proprio) a tutti

Di Medea Benjamin, CodePink

Sabato 12 maggio, è stata la giornata delle porte aperte per le Ambasciate dell’Unione Europea a Washington D.C. Un gruppo di donne di CODEPINK ha deciso di visitare le Ambasciate in modo di poter conoscere alcuni dei diplomatici.

La nostra prima fermata è stata l’Ambasciata Danese, dove abbiamo avuto una lunga conversazione con l’Ambasciatore riguardo alla guerra in Iraq. Lui era piuttosto orgoglioso del fatto che la Danimarca ha 550 truppe in Iraq, e che sostiene, con gli Stati Uniti la democrazia.  Abbiamo insistito che la maggioranza degli statunitensi, danesi e iracheni vorrebbero che “le forze della coalizione” lasciassero l’Iraq, e quindi se il governo danese volesse veramente sostenere la democrazia, dovrebbe ritirare non appena possibile le truppe.  La discussione è diventata piuttosto animata, ma sempre civile.  Si è perfino messo in posa per una fotografia fatta insieme con noi.  Nel congedarci, l’abbiamo ringraziato per il suo tempo e ci siamo dati la mano.

Poi siamo andate all’Ambasciata Italiana.  Stavamo facendo la coda in modo di essere lì per l’apertura alle 12.00, e nella lunga fila di circa 200 persone (eravamo in 20 nel nostro gruppo), c’erano solo 18 prima di noi.  A mezzogiorno hanno aperto il cancello e fatto entrare le prime 18 persone. Quando toccava al nostro gruppo, vestito per la maggior parte in rosa vivace, hanno fermato la fila.  Uh oh, abbiamo pensato, c’è qualche problema.  Improvvisamente è arrivata una macchina di polizia.  Poi un’altra e ancora un’altra, finché c’erano 8 macchine della polizia!!!  Il problema, come poi sarebbe risultato, eravamo noi!  Gli italiani, a quanto sembra, hanno paura delle donne vestite di rosa che sostengono la pace.

Un piccolo gruppo di donne di CODEPINK era stato all’Ambasciata nella settimana precedente con una delegazione dall’Italia che sta cercando di fermare la costruzione di una nuova base militare nella loro bellissima città di Vicenza, patrimonio UNESCO.  Quando la delegazione italiana si era incontrata all’interno dell’Ambasciata con il personale, circa 7 donne di CODEPINK erano rimaste fuori dove battevano su pentole e stoviglie, simbolo delle proteste di Vicenza, in segno di solidarietà.

Il personale dell’Ambasciata era preoccupato che stavamo per protestare di nuovo, mentre invece avevamo intenzione solo di parlare con loro.  Quindi anziché essere dei diplomatici, che ci davano del benvenuto e parlavano con noi, ci hanno chiuse fuori e hanno creato una scenata chiedendo alla polizia di metterci fuori dalla fila, finendo con la minaccia di essere arrestate. Tanto per la diplomazia italiana! 

Scortate dalla polizia, alcune di noi hanno proseguito per l’Ambasciata Francese per fare le nostre condoglianze per le loro recenti elezioni (e vedere se ci avessero fatto entrare!).  Quando siamo arrivate all’Ambasciata, ci hanno tirato fuori dalla fila.  Ma invece di estrometterci, ci hanno fatto un controllo di sicurezza e poi accompagnato dentro, dove abbiamo bevuto champagne e fatto una visita gradevole dell’Ambasciata. Sembrerebbe che i francesi possano dare agli italiani qualche lezione in diplomazia!

Tradotto da Barbara Olson Pasqualino