Sentenze G8 di Genova e media: su l'Uni tà (meglio tardi che mai)



Libertà di stampa e diritto d'informazione

«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di
violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia, non si può
neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di un'iniziativa
isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualche agente, né di
un fatale inconveniente durante una legittima operazione di polizia volta e
riportare l'ordine pubblico gravemente messo in pericolo» (dal dispositivo
della sentenza di condanna nei confronti del Ministero dell'Interno emessa
dal Tribunale di Genova nell'aprile 2007, per le illecite e gratuite
violenze ad opera della Polizia di Stato durante il G8 del luglio 2001).

Torniamo sull'attenzione dedicata dai media ai procedimenti giudiziari alle
(cosiddette) forze dell'ordine, sulla scorta degli articoli del 29/04 e del
04/05/2007 di Massimo Calandri, riportati sulle sole pagine di Genova di
"Repubblica", per la quale, evidentemente, il G8 di Genova è stato un
evento di esclusivo interesse locale e la copertura dei relativi processi,
di conseguenza, non degna di travalicare la mera cronaca cittadina.

Su tali articoli, invece, aveva scritto
<http://www.gennarocarotenuto.it/>GennaroCarotenuto.it sin dal 04/05/2007
(in <http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/storico.asp?s=Italia>Italia),
ritornandoci il
05/05/2007 (in <http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/storico.asp?s=Dialoghi>Dialoghi). Dopo
una settimana di tam tam ad opera dei blog su Internet, a
beneficio dell'opinione pubblica basata sulla grande stampa, riferisce
(solo) oggi in
proposito "<http://www.unita.it/view.asp?idContent=65806>l'Unità"
(10/05/07): meglio tardi che mai, come ironicamente commenta (e mi associo
anch'io) il sempre puntuale e attento Gennaro
Carotenuto (in <http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/storico.asp?s=Media>Media).

A.G.





<http://www.piazzacarlogiuliani.org/>
<http://www.piazzacarlogiuliani.org/> <http://www.piazzacarlogiuliani.org/>
<http://www.piazzacarlogiuliani.org/>
<http://www.piazzacarlogiuliani.org/>





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G8, la prima condanna: «La polizia deve pagare»







A quasi sei anni dai drammatici giorni di luglio del 2001, quando a Genova
durante il G8, la polizia picchiò con violenza inaudita i partecipanti del
corteo che si opponeva alla globalizzazione e alla violenza, arriva
finalmente la prima condanna in tribunale. Il giudice istruttore Angela
Latella della seconda sezione del tribunale civile di Genova ha condannato
lo Stato a risarcire Marina Spaccini, 59 anni, pediatra triestina,
volontaria per anni in Africa, per il pestaggio che subì da parte delle
forze dell'ordine in via Assarotti, vicino piazza Manin, nel pomeriggio del
20 luglio 2001. La donna, missionaria e militante cattolica della Rete
Lilliput, era seduta con molte altre persone, con le mani alzate dipinte di
bianco, gridando «Non violenza!», quando fu massacrata dalla polizia.

Il ministero degli Interni se la cava pagando appena 5mila euro di
risarcimento (comprese le spese legali) alla pediatra, che per la ferita
alla testa fu costretta a farsi medicare con diversi punti di sutura.
All'opinione pubblica era stata sufficiente l'immagine della pediatra
triestina che, ferita, curava un altro manifestante del G8, apparsa sulla
copertina di Diario, nel numero dedicato alle violenze della polizia al
summit genovese del 2001.

In tribunale, nelle motivazioni, rese pubbliche nei giorni scorsi, si
legge: «Emerge come accertata in tutta la sua drammaticità l'aggressione
subita da Marina Spaccini ad opera di un'appartenente alle forze
dell'ordine». Il giudice boccia complessivamente l'attività della polizia:
«Tutto depone, comunque, per una grande confusione organizzativa
dell'evento». Finora i vari poliziotti e i loro capi si erano difesi con la
patetica scusante che la loro carica era diretta contro un gruppo di "Black
Bloc", che c'era una gran confusione e qualcuno tirava contro di loro le
molotov, che era stato impossibile distinguere tra le mani dipinte di
bianco dei militanti della Rete Lilliput" e le teste incappucciate di nero
dei "Black Block". La sentenza del tribunale, nella motivazioni, contesta
questo punto, spiegando che «l'attendibilità delle testimonianze dei
poliziotti appare alquanto limitata».

Del resto, che polizia e carabinieri a Genova non fossero andati con la
mano leggera lo dimostra la morte di Carlo Giuliani, le violenze alla Diaz
e a Bolzaneto, in quello che un rapporto di Amnesty International definisce
come una «violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste nella più
recente storia d'Europa». In tribunale, è stato palese che l'intervento
della polizia non fosse stato «legittimo». Lo hanno confermato le
testimonianze raccolte e addirittura i gli stessi poliziotti e funzionari,
che sono caduti spesso in contraddizione. «Gli aggressori erano diverse
decine; l'ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli», hanno detto
alcuni agenti interrogati. Poi è risultato che furono arrestati solo due
ragazzi, incolumi, la cui posizione è stata poi anche archiviata. Il
giudice stesso ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula
«siano stati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite
normalmente; più poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra,
inerme. Poi testimonianze come quella di una signora settantenne che vide
gli agenti «bastonare ferocemente persone con le mani alzate e inermi come
lei».

«Era semplicemente quello che attendevo da sei anni. Giustizia», ha detto
Marina Spaccini commentando il giudizio. «Ovviamente non ho combattuto
questa battaglia per i soldi - ha concluso -, ma perché era l'unica strada
per fare emergere un po' di verità su quanto avvenuto. Ora spero se ne
parli». E presto potrebbero ottenere soddisfazione altri due pacifisti che
si trovavano in piazza Manin.

Da L'Unità

Pubblicato il: 10.05.07
Modificato il: 10.05.07 alle ore 12.03



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