G8 di Genova del 2001: media e informazione sulle sentenze



Ricevo ed inoltro la seguente comunicazione del 05/05/2007 da Sara Menafra
(che ringrazio), giornalista de "Il Manifesto", cui avevo inviato
l'articolo di Gennaro Carotenuto del 04/05/2007, che a sua volta commentava
quello di Massimo Calandri del 29/04/2007, riportato sulle sole pagine
genovesi della "Repubblica".

In calce riporto inoltre un nuovo articolo del 04/05/2007 di Massimo
Calandri "dal suo confino di (Genova) Boccadasse", tratto ancora dal sito
di di
<'"http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=rPRfZs%2Bgi4lSR%2BNpZrezw4TyCbHganASr%2Bvz4L0atvj98xqQbvqXELU3uXWKnE22&Link=http%3A//wpop8.libero.it/cgi%2Dbin/vlink.cgi%3FId%3DI11caxnvtuHkacRA9gPtlXOyFgnP0XxWQCnBv6yx7RZxyvQPBcajuttsybFsIIv9%26Link%3Dhttp%25>Gennaro
Carotenuto del
05/05/2007 in <http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/storico.asp?s=Dialoghi>Dialoghi.

A.G.



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---------- Initial Header -----------
From : smenafra at ilmanifesto.it
To : "il manifesto" sred at ilmanifesto.it
Cc : garut at libero.it
Date : Sat, 5 May 2007 17:38:26 +0200 (CEST)
Subject : Re: Fwd: Segreto di Stato: a Genova ci fu un disegno repressivo,
prima condanna per la Polizia del G8 del 2001

Caro Aldo Garuti,

non c'è nessun segreto di stato. Chiaramente sarebbe stato utile e
importante raccontare anche questa storia sul Manifesto che, ammetterai,
almeno a livello nazionale è dai sei anni il quotidiano che più di ogni
altro segue le vicende giudiziarie seguite al G8 di Genova.

La nostra valutazione è stata in parte influenzata dal fatto che nel 2005
ci fu già la prima sentenza di risarcimento danni che condannava il
Ministero a pagare dei soldi, le vittime si chiamavano Anna Tonioni e
Antonietta Costantino... Era un giudizio civile e non penale (dal pezzo di
Calandri non capisco bene se in questo caso le cose stanno diversamente),
ma il concetto era analogo e infatti demmo alla cosa parecchio risalto.

Su Internet troverai facilmente i riferimenti all'indirizzo che ti allego.
C'è anche la sentenza in pdf
<http://italy.indymedia.org/uploads/2005/11/g8_e_no-global.pdf>http://italy.indymedia.org/uploads/2005/11/g8_e_no-global.pdf

Comunque, sull'attenzione da dare a come stanno procedendo quei processi
siamo ovviamente dalla stessa parte; bisognerà capire se, oltre ai
"poliziotti senza volto" delle cariche, qualcuno avrà il coraggio di
condannare quelli identificati, specie se sono dei pezzi grossi.

A presto,

Sara Menafra



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---------- Initial Header -----------
From : "Aldo GARUTI" garut at libero.it
Date : Sat, 5 May 2007 02:08:13 +0200
Subject : Segreto di Stato: a Genova ci fu un disegno repressivo, prima
condanna per la Polizia del G8 del 2001

Segreto di Stato: a Genova ci fu un disegno repressivo, prima condanna per
la Polizia del G8 del 2001

di
<'"http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=rPRfZs%2Bgi4lSR%2BNpZrezw4TyCbHganASr%2Bvz4L0atvj98xqQbvqXELU3uXWKnE22&Link=http%3A//wpop8.libero.it/cgi%2Dbin/vlink.cgi%3FId%3DI11caxnvtuHkacRA9gPtlXOyFgnP0XxWQCnBv6yx7RZxyvQPBcajuttsybFsIIv9%26Link%3Dhttp%25>Gennaro
Carotenuto

  venerdì 4 maggio 2007  - 10:43:42,
in <http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=rPRfZs%2Bgi4lSR%2BNpZrezw4TyCbHganASr%2Bvz4L0atvj98xqQbvqXELU3uXWKnE22&Link=http%3A//www.gennarocarotenuto.it/dblog/storico.asp%3Fs%3DItalia>Italia


La censura da parte dei media è stata rigida ed assoluta: della sentenza di
Genova non si doveva parlare. Infatti incredibilmente non ne ha scritto
neanche il Manifesto e dovrebbe spiegare perché.

Alzi la mano chi ha saputo che la settimana scorsa a Genova c'è stata la
prima condanna per i pestaggi della Polizia durante il G8 del 2001. Eppure
la sentenza di Genova è un passaggio capitale per la ricostruzione della
verità e la giustizia di quello che successe nel capoluogo ligure oramai 6
anni fa. E ci spiega anche molto del disegno politico sotteso alla
repressione.

Lo Stato è stato condannato a risarcire Marina Spaccini, 50 anni, pediatra
triestina, volontaria per quattro anni in Africa, per il pestaggio che subì
da parte della Polizia in via Assarotti, nel pomeriggio del 20 luglio 2001.
Marina, come decine di migliaia di militanti cattolici della Rete Lilliput,
era seduta, con le mani alzate dipinte di bianco, gridando "non violenza",
quando fu massacrata dalla Polizia. Questa si è difesa sostenendo (sic!)
che non era possibile distinguere tra le mani dipinte di bianco di Marina e
i Black Block. Per il giudice Angela Latella invece la selvaggia
repressione genovese -e la cortina di menzogne sollevata per coprirle- è
stata una delle pagine più nere di tutta la storia della Polizia di Stato e
per la prima volta ciò viene scritto in una sentenza. Non solo, è ben più
grave quello che è scritto nella sentenza genovese. Quelle dei poliziotti
non furono né iniziative isolate né eccessi, ma facevano parte di un
disegno criminale.

Si inizia a confermare in via processuale quello che chi scrive sostiene e
scrive da sei anni. A Genova vi fu un disegno criminale selettivo da parte
di apparati dello stato. Tale disegno era teso a terrorizzare non tanto la
sinistra radicale ma il pacifismo cattolico, in particolare la Rete
Lilliput, che per la prima volta in maniera così convinta e numerosa
scendeva in piazza saldandosi in un unico enorme fronte antineoliberale con
la sinistra.

Le ragazze e i ragazzi delle parrocchie furono quelli che pagarono il
prezzo più alto, soprattutto sabato. I loro spezzoni di corteo furono
sistematicamente bersagliati dai lacrimogeni e centinaia di loro furono
pestati selvaggiamente. Ma, soprattutto decine di migliaia di loro, e le
loro famiglie, furono spaventati a morte in una logica pienamente
terroristica. Quanti dopo Genova sono rimasti a casa?

Di fronte all'immagine sorda data dai grandi della terra, Bush, Blair,
Berlusconi, quel movimento pacifico, colorato, credibile, fatto di persone
serie e non dei pescecani rinchiusi nella città proibita, che si era
riunito intorno alle proposte concrete per un nuovo mondo possibile del
Genoa Social Forum, doveva essere schiacciato. Non lo sapevamo, ma
mancavano 50 giorni all'11 settembre.

Riporto nel sito l'articolo dell'eccellente Massimo Calandri, apparso SOLO
sulle pagine genovesi di Repubblica lo scorso 29 aprile. E' normale secondo
voi? Esiste ancora il diritto ad essere informati in questo paese?



Prima condanna per le violenze delle forze dell'ordine contro i
manifestanti: "Non furono iniziative isolate"

G8, condannato il Ministero - Missionaria picchiata, risarciti invalidità e
danni morali "Ho solo ottenuto quello che attendevo da 6 anni: giustizia"

La prima condanna nei confronti del Ministero dell'Interno per le illecite
e gratuite violenze dei suoi poliziotti è arrivata nei giorni scorsi, e
cioè circa sei anni dopo la vergogna del G8 genovese. Ma le parole con cui
il giudice istruttore Angela Latella ha motivato la sua decisione
rinfrescano la memoria.

Ricordando a tutti che quelle cariche sanguinarie,quelle teste rotte a
manganellate, quei lacrimogeni sparati contro le persone inermi, non erano
frutto dell?iniziativa isolata o dell'autonomo eccesso di qualche agente.
Facevano invece parte di un più ampio disegno -così come le menzogne
raccontate più tardi per coprire le nefandezze - , che rappresenta una
delle pagine più buie nella storia della Polizia di Stato.

Il tribunale del capoluogo ligure ha dato ragione a Marina Spaccini,
pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista che per quattro anni
ha lavorato in due ospedali missionari del Kenia. Alle due del pomeriggio
del 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue in via Assarotti.
Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era tra quelli che
alzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: "Non violenza!".

Gli agenti e i loro capi avrebbero poi raccontato che stavano dando la
caccia ad un gruppo di Black Bloc, che c'era una gran confusione e qualcuno
tirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra
"buoni" e "cattivi": bugie smascherate nel corso del processo, come
sottolineato dal giudice. I cattivi c'erano per davvero, ed erano i
poliziotti che a bastonate aprirono una vasta ferita sulla fronte della
pediatra triestina. Dal momento che quegli agenti, come in buona parte
degli episodi legati al vertice, non sono stati identificati, Angela
Latella ha deciso di condannare il Ministero dell'Interno. La cifra che
verrà pagata a Marina Spaccini non è certo clamorosa - cinquemila euro tra
invalidità, danni morali ed esistenziali - , ma il punto è evidentemente un
altro.

«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di
violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia - scrive il
giudice - , non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né
di un'iniziativa isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di
qualche agente, né di un fatale inconveniente durante una legittima
operazione di polizia volta e riportare l'ordine pubblico gravemente messo
in pericolo».

Perché l'intervento della polizia non fu «legittimo», è ormai abbastanza
chiaro. Lo hanno confermato i testimoni e in un certo senso gli stessi
poliziotti e funzionari, con le loro contraddizioni: «Gli aggressori erano
diverse decine; l'ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli»,
hanno detto, interrogati. Ma poi risulta che furono arrestati solo due
ragazzi (non feriti), la cui posizione fu in seguito peraltro archiviata.
La pacifista era assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini e Marco
Vano. Il giudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula
«siano stati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite
normalmente; più poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra,
inerme. La stessa Spaccini è una persona di cinquant'anni, di cui
giustamente si sottolinea l'aspetto mite». E poi, le testimonianze come
quella di una signora settantenne che parla di una «manifestazione
assolutamente pacifica e allegra» e di aver quindi visto agenti «bastonare
ferocemente persone con le mani alzate ed inermi come lei». Marina Spaccini
ha accolto il giudizio con un sorriso: «Era semplicemente quello che
attendevo da sei anni. Giustizia».

di MASSIMO CALANDRI - La Repubblica (Genova), 29 aprile 2007


 Parole chiave: <http://www.technorati.com/tags/diritti+umani>diritti
umani, <http://www.technorati.com/tags/Genova>Genova,
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<http://www.technorati.com/tags/G8+2001>G8 2001,
<http://www.technorati.com/tags/Genoa+Social+Forum>Genoa Social Forum,
<http://www.technorati.com/tags/repressione+G8>repressione G8,
<http://www.technorati.com/tags/violenza+Polizia+Genova>violenza Polizia
Genova, <http://www.technorati.com/tags/Carlo+Giuliani>Carlo Giuliani,
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ti è sembrato interessante, dedica un secondo a votarlo su
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<http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/articolo.asp?articolo=1096>http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/articolo.asp?articolo=1096


 Genova: il Questore del G8, Francesco Colucci: "eravamo condizionati"

  sabato 5 maggio 2007  - 09:26:21,
in <http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/storico.asp?s=Dialoghi>Dialoghi

<http://www.piazzacarlogiuliani.org/> Con Diego Marchesi, Fabio Bovi e
Carlo Gawen su Genova con un nuovo articolo di Massimo Calandri dal suo
confino di Boccadasse.

Il caso della condanna dello Stato per il pestaggio di una militante della
Rete Lilliput a Genova
<http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/articolo.asp?articolo=1096>censurata
in maniera ANTICOSTITUZIONALE dai media, sta finalmente, almeno in
Internet, girando, forse anche un po' per merito di
<http://www.gennarocarotenuto.it/>GennaroCarotenuto.it. Ma sta girando
soprattutto per merito di giornalisti coraggiosi e con memoria come Massimo
Calandri de La Repubblica che sicuramente non faranno carriera per questi
articoli. Ebbene sì, perfino a Repubblica ci sono giornalisti onesti!

E' triste che in democrazia e in apparente libertà di stampa si debba
essere coraggiosi per scrivere non di camorra o mafia ma di repressione da
parte di corpi dello stato. E' assolutamente consigliabile leggere in calce
a questo pezzo, l'articolo di Calandri sulla vergognosa testimonianza di un
questore della Repubblica, Francesco Colucci, che non sa, non ricorda, ma
tra le righe afferma una cosa capitale: "eravamo condizionati [dalla
politica?] ad intervenire [e quindi violare i diritti umani di liberi e
pacifici cittadini]". Ovviamente anche questo articolo di Calandri non ha
varcato i confini dell'edizione genovese di Repubblica. E' sostenibile che
i processi non siano più un fatto nazionale?. Che fine ha fatto la
Commissione d'Inchiesta promessa? Dov'è la grande stampa, Bruno Vespa,
Michele Santoro, Aldo Forbice, Giuliano Ferrara, Gad Lerner, Enrico
Mentana, Giovanni Floris?

Eppure ricordate quando la fantasiosa perizia per la quale un pezzo di
calcestruzzo volante avrebbe sfortunatamente (sic!) deviato la pallottola
sparata in aria che invece rimbalzò giusto per uccidere Carlo Giuliani
tenne banco per giorni sui giornali e TG? I TG cercarono di convincerci per
giorni che era andata in quella curiosa maniera. Ricordate il malore attivo
di Pinelli in quella caldissima giornata di dicembre 1969 a Milano?
Giovani, se non ricordate chiedete, cercate, esigente di sapere, esercitate
il vostro inalienabile diritto alla Memoria!

Carlo Gawen: Dici bene, Gennaro: quanti dopo Genova non hanno più
partecipato a manifestazioni? Quelle centinaia di migliaia di persone dove
sono finite? Prima Napoli, poi Genova, poi... tutto il resto. E' stato un
crescendo di pestaggi gratuiti, di infamie, di menzogne. Questa sentenza è
molto importante, un giudice che dichiara, riferendosi alle cariche,
"Facevano invece parte di un più ampio disegno, così come le menzogne
raccontate più tardi per coprire le nefandezze" direi che sarebbe già
sufficiente, in uno Stato democratico, a rimettere tutto in discussione ed
avviare immediatamente una commissione d'inchiesta parlamentare (ma non era
in programma? ah sì, è vero...). Altrettanto interessante è stata l'udienza
di ieri, ce ne parla l'ottimo Massimo Calandri, sempre sull'edizione
genovese di Repubblica... questa volta anche il Secolo XIX si è degnato di
scriverne qualche riga. Naturalmente tutto rimane a livello locale.

Fabio Bovi: Fortunatamente i giorni vissuti a Genova 2001 ad alcuni hanno
causato la reazione opposta [al terrore e all'allontanamento dalla
militanza] ed invece che chiudersi in casa da allora non riescono a non
partecipare e non sentirsi coinvolti. Da quei giorni la mia fede nella
democrazia, nell'informazione, nello stato, sono completamente cambiati.
Spero che per molti sia stato lo stesso!!

Sono contento per la sentenza ma la rabbia che provo verso il sistema, i
media, la gente che continua a vivere nell'indifferenza superano di gran
lunga la gioia per vedere che qualche briciola di giustizia c'e' ancora.
So che questa ferita aperta a Genova continuera' a bruciare.. perche' so
che sara' impossibile in questo paese schifoso vedere alla sbarra i veri
responsabili che in quei giorni hanno organizzato a tavolino la "mattanza"
di Genova. Questo sentimento di impotenza spero che non mi impedisca mai di
dare un contributo per quanto piccolo e insignificante per la costruzione
di Un Altro Mondo...

Diego Marchesi: Al seguente indirizzo è possibile trovare una sintesi delle
testimonianze raccolte dai PM nell'inchiesta sugli abusi di BOLZANETO,
prese pari pari dal settimanale Diario "Speciale Genova - la Verità" del 21
luglio 2006: <http://g82001.altervista.org/>http://g82001.altervista.org

Su "Altri Link" sono elencati collegamenti ad altri siti che si occupano
del G8 di Genova ed è possibile vedere in streaming alcuni dei video
presenti su YouTube. Sono scenari sconcertanti quelli raccontati dalle
vittime di quelle violenze, fisiche e psicologiche. Scenari che risultano
via via più verosimili confrontando e incrociando le testimonianze di tutti
coloro siano passati dalla caserma di Bolzaneto in quei giorni.

I processi sui casi Scuola Diaz e Caserma di Bolzaneto sono ancora in corso
ed i primi verdetti sono attesi entro la fine di quest'anno.



G8, l´ultima verità sulla Diaz - L´ex questore Colucci confessa: " Mi
sentivo inadeguato"

Sconcertante deposizione dell´alto funzionario sei anni dopo tra smentite e
"non ricordo più"


L´imbarazzante interrogatorio di Francesco Colucci, che in quei giorni del
G8 era ancora il questore di Genova, ha dato ieri mattina la misura di
quanto difficile sia il compito di chi vuole fare chiarezza sulle
sciagurate giornate del luglio 2001. A distanza di sei anni, quello che
allora era la massima autorità di pubblica sicurezza presente in città
(prefetto escluso) è caduto in una serie di contraddizioni ed amnesie che
hanno lasciato a bocca aperta i presenti. «Non ricordo». «Forse ho
sbagliato nel parlare». «La mia affermazione forse è stata un po´
sprovveduta, superficiale». «Non sono sicuro, lo giuro davanti a Dio e allo
Stato italiano». «Mi correggo, forse sono stato impreciso». Per sei ore
Colucci ha risposto alle domande del pm Enrico Zucca, smentendo in alcuni
casi quando aveva dichiarato a verbale negli anni precedenti e regalando
un´informazione inedita. La notte dell´assalto alla scuola Diaz, il
funzionario che doveva coordinare gli interventi era il vice-questore
Lorenzo Murgolo. Che per il massacro e l´arresto illegale dei 93 no-global,
così come per le prove fasulle, non è imputato. «Murgolo era il
coordinatore. Ma c´erano La Barbera e Gratteri accanto a lui... «.
Affermazione che vuole dire tutto e niente, perché - come l´ex questore di
Genova ha poi ribadito - «non so a che punto poteva contare la scala
gerarchica».

In un´intera giornata passata in aula, Colucci non ha chiarito nulla.
Perché si decise di intervenire nell´istituto di via Battisti? La versione
è quella del fantomatico attacco in serata alle pattuglie della polizia, e
di quei tipi sospetti - «Non gente gioiosa, gente allegra... ma facce
brutte, con atteggiamenti minacciosi, vestiti di scuro» - davanti alla
scuola. Lui avrebbe voluto lasciar perdere, ormai il G8 era finito, «ma poi
tutti quanti abbiamo deciso l´intervento: identificare gli aggressori e
trovare armi eventuali. Fare una perquisizione». Chi tra i super-poliziotti
spinse per il blitz? Colucci fa alcuni nomi, poi ci ripensa, alla fine
spiega che il prefetto La Barbera - che è morto - era d´accordo. «Io mi
sentivo un po´ inadeguato», confessa quello che in quei giorni era il
questore di Genova.

A suo tempo aveva detto che il capo della polizia, Gianni Di Gennaro, gli
aveva detto di telefonare al capo dell´ufficio stampa, Roberto Sgalla: ieri
ha detto che fu una sua iniziativa. Lui restò in questura, chi lo avvertì
del ritrovamento delle molotov? Colucci fa almeno tre nomi, ma non ricorda.
Ed è in difficoltà quando deve raccontare di quel poliziotto che gli disse
di essere stato colpito dalla coltellata fantasma di un altrettanto
fantasma Black Bloc: «Indossava un maglione di cotone... no... un giubbotto
antiproiettile». Per non parlare di quando spontaneamente confessa di aver
saputo di un equipaggio di una squadra mobile che era entrato per sbaglio
nella scuola di fronte alla Diaz: ma dimentica di aver inviato a Di Gennaro
una relazione in cui scriveva che quei poliziotti stavano facendo una
«verifica».

«Io so solo che quella notte dovevamo fare qualche cosa, dovevamo reagire a
quella cosa. Eravamo un po´ pressati, eravamo condizionati. E decidemmo di
intervenire».

di MASSIMO CALANDRI - La Repubblica (Genova), 4 maggio 2007


 Parole chiave: <http://www.technorati.com/tags/diritti+umani>diritti
umani, <http://www.technorati.com/tags/Genova>Genova,
<http://www.technorati.com/tags/G8>G8,
<http://www.technorati.com/tags/G8+2001>G8 2001,
<http://www.technorati.com/tags/Genoa+Social+Forum>Genoa Social Forum,
<http://www.technorati.com/tags/repressione+G8>repressione G8,
<http://www.technorati.com/tags/violenza+Polizia+Genova>violenza Polizia
Genova, <http://www.technorati.com/tags/Carlo+Giuliani>Carlo Giuliani,
<http://www.technorati.com/tags/Marina+Spaccini>Marina Spaccini,
<http://www.technorati.com/tags/Massimo+Calandri>Massimo Calandri,
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<http://www.technorati.com/tags/Scuola+Diaz>Scuola Diaz,
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<http://www.technorati.com/tags/Michele+Santoro>Michele Santoro,
<http://www.technorati.com/tags/Aldo+Forbice>Aldo Forbice,
<http://www.technorati.com/tags/Giuliano+Ferrara>Giuliano Ferrara,
<http://www.technorati.com/tags/Gad+Lerner>Gad Lerner,
<http://www.technorati.com/tags/Enrico+Mentana>Enrico Mentana,
<http://www.technorati.com/tags/Giovanni+Floris>Giovanni Floris


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