TOC, TOC: l'Avvenire già presente



Mi ritrovo tra le mani una copia dell'Avvenire del 29 aprile 2007, oggi
2 maggio non sono usciti i giornali, si legge di tutto, sopratutto se si
viaggia e allora ecco che ti trovo abbandonato da una parte,
l'editoriale di tal Dino Boffo che riporta l'accorata lettera di un
29enne con vocazione a quanto pare negata e ostacolata anche dalla
famiglia.
E' un pretesto, uno degli innumerevoli-incessanti pretesti non per
bussare al cuore-porta dei fedeli e degli infedeli, ma per irrompere
quotidianamente nella nostra esistenza, già duramente provata dalle
tragiche notizie giornaliere che ci passano i media.
Ieri primo maggio, pioveva a tratti anche intensamente nell'alto Lazio,
con nipoti e figli ci siamo fatti una gran mangiata in casa di fave
pecorino e musica, mai come ieri a sperare nella clemenza del tempo per
quei 400.000 che erano a San Giovanni, i non lavoratori, i lavoratori
studenti, i fuori sede, i fuori concorso, i fuori di testa...abbiamo
preso come una pioggia benefica e rinfrescante le parole forse non
concordate ed impreviste di Andrea Rivera, niente di troppo cattivo,
niente che tutti non hanno già pensato e sostenuto, ma confortava
sentirlo dire, lì il primo maggio, da un tendone dove i sindacalisti
erano in un angoletto per varie prudenti ragioni...
Apprendo oggi che i potenti della chiesa, i loro servitori, i potenti del
governo, i loro servitori, stigmatizzano le parole di uno di noi, visto
e sentito è vero da  tanti, un liberatore post 25 aprile...Dissenso?
Censura!Libertà d'espressione? Repressione!
Torno da dove ero partita, l'editoriale dell'Avvenire: così conclude.

"Lasciate che Dio compia i suoi miracoli, inattesi e sorprendenti. Che
squarci come una saetta anche il sereno cielo d'estate. Se egli c'è-e
noi crediamo che ci sia, e riteniamo altresì che l'ipotesi della sua
esistenza sia la più razionale e convincente- se c'è, egli non può non
chiamare. Anzi, è il -Sempre-Chiamante. Tappargli la bocca nella vita
dei nostri figli, è una doppia inaudita violenza.
Toc, toc: a bussare è un popolo intero."

L'inaudita violenza per me di questo editoriale, condito da uno stile
marinettiano, mi ha colpita. Non sono solita leggere giornali
"d'impegno cattolico",  sono completamente nauseata da questa
invasione e arrogante supponenza nella vita tutta del cittadino, da
questa ricerca costante del terrorista e del violento, in un infimo
gioco di specchi riflessi.

Il limbo è stato abolito, ma rimane l'inferno per quel popolo di poveri
diavoli, di sempre chiamanti  senza maiuscole, che continuano a fare
toc-toc alla porta dei potenti a chiedere pietà e pane e giustizia e
lavoro.

Stanno giocando davvero con il fuoco lorsignori, maestri nel tappare le
bocche con scomuniche e censure, invettive e scenari d'apocalisse,
dominatori in nome di un signore, che non hanno mai conosciuto e
sopratutto mai voluto incontrare.

Il grande Ribelle li avrebbe cacciati, senza fare toc-toc, fosse costato
pure la morte.

Doriana Goracci
2-5-2007