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Settimana Irachena della Nonviolenza 2007, inizia domani!
- Subject: Settimana Irachena della Nonviolenza 2007, inizia domani!
- From: "Martina Pignatti Morano" <pignattimora at unisi.it>
- Date: Mon, 30 Apr 2007 08:50:20 +0200
Salve a tutti, Vi invito a leggere e divulgare l'articolo che abbiamo appena pubblicato su Osservatorioiraq circa la Settimana Irachena della Nonviolenza, che si svolgerà dal 29 aprile al 6 maggio con eventi previsti nella principali città irachene. <http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=4742>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=4742 E' un'iniziativa coraggiosa, un atto di resistenza civica al terrore e al militarismo, organizzata dalla rete LAONF (nonviolenza) che unisce associazioni della società civile, sindacati, gruppi studenteschi di varie provenienze ideologiche, etniche e religiose. Le attività di LAONF sono sostenute da Un ponte per... e NOVA-CIS (Barcellona). Ci sono attivisti disposti a rilasciare interviste telefoniche da Erbil, Baghdad, Bassora, Amman, quindi non esitate a chiederci i numeri di cell se avete contatti con giornalisti (anche radio/TV) sensibili. Seguono le versioni in Italiano e Inglese dell'articolo, che è disponibile su richiesta anche in Spagnolo. Potete pubblicarlo sui vostri siti Internet citando la fonte <http://www.osservatorioiraq.it>www.osservatorioiraq.it , o usarne i contenuti per scrivere altri articoli. Scusate il cross-posting per le mailing-list. Un caro saluto martina Martina Pignatti Morano PhD student in Economics (Siena University) Un ponte per... Baghdad, Centro Gandhi & Quaderni Satyagraha E-mail <<mailto:pignattimora at unisi.it>pignattimora at unisi.it> ****************************************************************************** Resistere alla paura: la Settimana Irachena della Nonviolenza Ismaeel Dawood e Martina Pignatti Morano Un Ponte per… Baghdad 27 aprile 2007 Dal 29 aprile al 6 maggio in Iraq non parleranno solo le armi. Una rete di associazioni della società civile irachena, di varie provenienze politiche e affiliazioni sia laiche che religiose, metterà in atto iniziative di pace su tutto il territorio nazionale nell’ambito della Settimana Irachena della Nonviolenza. Questo evento si svolgerà mentre il governo iracheno incontra a Sharm el-Sheikh (3-4 maggio) rappresentanti dei paesi vicini, oltre ai cinque paesi permanenti del consiglio di Sicurezza dell’ONU e ai G8, nella conferenza ministeriale per concordare un percorso di stabilizzazione per l’Iraq. Ma è possibile una pace concertata esclusivamente dall’alto, in un paese traumatizzato dalla violenza e insultato dall’occupazione militare come l’Iraq di oggi? La società civile ritiene di dover e poter dare il suo contributo, e visto il livello di pericolo sfidato da chiunque organizzi iniziative pubbliche in questo periodo, è una scelta coraggiosa che la comunità internazionale deve conoscere, un atto di resistenza civica al terrore e al militarismo. Decine di associazioni e oltre cento attivisti hanno concordato di svolgere iniziative in scuole, teatri, luoghi pubblici delle principali città irachene: eventi sono previsti a Kut, Baghdad, Bassora, Diwaniya, Dohuq, Erbil, Fao, Kirkuk, Maysan, Mosul, Salaheddin, Sulaimaniya, Tikrit. Gli organizzatori si coordinano tramite la rete LAONF (nonviolenza, in Arabo), avviata nel 2006 da associazioni che hanno partecipato a momenti di formazione sulla Nonviolenza Attiva, intesa come filosofia e strumento di liberazione dei popoli che preveda il rispetto integrale della vita, il rifiuto di ogni forma di oppressione, sfruttamento e violenza. Molte delle iniziative si rivolgono a bambini e studenti, che stanno preparando dipinti e striscioni da appendere ai muri delle loro scuole ed università per chiedere la fine della violenza sui civili. Presso l’Università di Al-Mustansiriyya a Baghdad, dove nel gennaio 2007 due autobombe hanno provocato 60 morti e 110 feriti tra studenti, professori e dipendenti, si pianteranno alberi d’olivo e palme per ricordare le vittime della violenza. Davanti alle scuole si seppelliranno proiettili e schegge di granata, perché i figli dell’Iraq non devono crescere in mezzo ai simboli della violenza, devono seppellire i suoi frutti amari e costruire una nuova società con altri mezzi. In un villaggio vicino a Mosul si giocherà una partita di calcio tra squadre di diverse etnie e confessioni religiose, a Kut i ragazzi delle scuole superiori libereranno colombe e palloncini bianchi, dovunque si distribuiranno poster e calendari che vengano affissi nelle case per ricordare alle famiglie che la violenza non è la soluzione ma la causa della loro sofferenza. Accanto alle cerimonie vi saranno momenti seminariali di approfondimento, conferenze per presentare alla società civile e alle autorità locali i principi e le metodologie dell’azione nonviolenta per il cambiamento sociale e politico. Gli attivisti di LAONF non si fermeranno alle università, e parteciperanno alle iniziative organizzate dai sindacati dei lavoratori in occasione del 1° maggio. Discuteranno pubblicamente di strategia dell’azione nonviolenta con il Syndicate Union of Workers nel Teatro Nazionale di Baghdad, con i sindacati che lottano contro la privatizzazione del petrolio iracheno presso l’Oil Union Centre di Bassora, con i sindacati dei pescatori della penisola di Fao, la prima zona che oppose una fiera resistenza all’occupazione angloamericana nel 2003. Infine, le associazioni impegnate in questo evento hanno scelto una campagna simbolica che li potesse unire tutti. In un momento in cui ogni presa di posizione viene strumentalizzata e accusata di settarismo, la rete LAONF chiede che tutti si impegnino per non trasferire la sete di vendetta e di violenza ai bambini iracheni. In ogni città si raccoglieranno firme e si presenterà una petizione al Parlamento Iracheno per chiedere che venga vietata l’importazione di giocattoli che incitino i bambini alla violenza. Dopo un embargo di tredici anni l’Iraq ha bisogno di medicinali e libri, tecnologia per lo sviluppo dell’economia civile, e non giocattoli che inducano bambini e adolescenti a dare una connotazione positiva alla violenza. E’ necessario proteggere i più giovani dalla cultura di morte e distruzione già importata in Iraq dalle truppe e dai combattenti stranieri. Secondo gli organizzatori, la Settimana Irachena della Nonviolenza persegue tre importanti obiettivi. In primo luogo la società civile irachena dimostra al suo stesso popolo e alla comunità internazionale di essere in grado di organizzare eventi nazionali unitari svincolati dai poteri politici e religiosi. E’ un importante testimonianza della loro volontà e capacità di rifiutare la logica della guerra civile ed attuare iniziative comuni a livello nazionale sfidando lo strapotere dei gruppi armati e degli eserciti. In secondo luogo si intende avviare un processo di coscientizzazione della società civile circa la possibilità di rinunciare all’odio e alla vendetta per l’obiettivo comune della convivenza pacifica. Il messaggio costruttivo è diretto in special modo alle giovani generazioni che rischiano di dimenticare quanto forte fosse sino a pochi anni fa il sentimento di unità del popolo iracheno. Lottare per l’autodeterminazione e per i propri diritti è doveroso, ma vi sono mezzi alternativi alle armi per promuovere una società più giusta, mezzi nonviolenti che siano coerenti con i fini che si propongono. Si realizza così dal principio, durante la lotta, il modello di società che si intende promuovere, dove donne e uomini, giovani e anziani abbiano la stessa dignità. Infine, durante questa settimana si raccoglieranno adesioni alla rete LAONF perché cresca il numero di coloro che accettano questo impegno. La Settimana Irachena della Nonviolenza si svolge per il secondo anno, e intende divenire un appuntamento fisso di promozione culturale e politica dell’azione nonviolenta, dell’affermazione della pace con mezzi pacifici. Mezzi nonviolenti di lotta sono stati utilizzati nella storia recente dai sindacati e dai movimenti iracheni per i diritti umani, sociali e civili, ma spesso senza adesione esplicita e consapevole ad un modello di riferimento. La rete LAONF intende declinare nella cultura irachena i valori universali e le metodologie d’azione che hanno consegnato vittorie politiche e spirituali ai movimenti di Gandhi, Martin Luther King, ai movimenti femministi e molti altri. Il percorso di formazione degli attivisti di LAONF è sostenuto dall’associazione catalana NOVA - Centre per a la Innovació Social, e dall’Italiana Un Ponte per…, che da due anni organizzano e finanziano programmi di training alla cultura della nonviolenza, su esplicita richiesta e invito delle associazioni irachene. Informazioni sulle iniziative svolte finora sono disponibili sul sito <http://www.launf.net/>www.launf.net gestito da NOVA-CIS e sul sito <http://www.laonf.org/>www.laonf.org gestito da membri della Rete LAONF a Baghdad. Dettagli sulla Settimana Irachena della Nonviolenza appariranno sul blog in lingua spagnola del documentarista Alberto Arce (<mailto:albarce at gmail.com>albarce at gmail.com) che sta seguendo l’evento dal Kurdistan Iracheno. <http://blogs.elcomerciodigital.com/pacifistasenbagdad/>http://blogs.elcomerciodigital.com/pacifistasenbagdad/ Per maggiori informazioni ed interviste sull’iniziativa (contatti di attivisti da Erbil, Baghdad, Bassora) è possibile contattare: - Ismaeel Dawood (Giordania), lingue: Inglese e Arabo Email: <mailto:ismaeel.dawood at unponteper.it>ismaeel.dawood at unponteper.it - Martina Pignatti Morano (Italia), lingue: Inglese e Italiano Email: <mailto:pignattimora at unisi.it>pignattimora at unisi.it Cell.: +39 3290540808 *********************************************************************** Resisting Fear: the Iraqi Week of Nonviolence Ismaeel Dawood and Martina Pignatti Morano Un ponte per… Baghdad 27th April 2007 From April 29 to May 6 in Iraq not only the rumble of bombs will be heard. A network of associations of the Iraqi civil society, belonging to different political and religious affiliations, will carry on peace initiatives on the whole national territory within the Iraqi Week of Nonviolence. This event will take place while the Iraqi government meets in Sharm el-Sheikh (May 3-4) representative of the neighbouring countries, plus the G5 and G8, in the ministerial meeting that aims to restore security in Iraq. But is a top-down peace process feasible in a country traumatized by violence and insulted by military occupation like today’s Iraq? The Iraqi civil society asserts to have the duty and the capability to bring its own contribution. Given the high danger faced by those who organize public events in these times, this is a courageous venture that the international community must know about, an act of civil resistance to terror and militarism. Tens of associations and more than a hundred activists have agreed to hold initiatives in schools, theatres, public spaces of the main cities in Iraq. Events are scheduled in Kut, Baghdad, Basra, Diwaniya, Dohuq, Erbil, Faw, Kirkuk, Maysan, Mosul, Salaheddin, Sulaimaniya, Tikrit. The organization is coordinated by the network LAONF (nonviolence, in Arabic), created in 2006 by associations that participated in training programmes on Active Nonviolence: a philosophy and a means of peoples’ liberation that envisages full respect for life, and rejection of any form of oppression, exploitation and violence. Many of the initiatives are managed with children and students, that are now preparing paintings and banners to be fixed at the entrance of their schools and universities to ask for an end to violence against civilians. At Al-Mustansiriyya University in Baghdad - where in January 2007 the explosion of two car bombs killed 60 and wounded 110 among professors, students and personnel – olive and palm trees will be planted to commemorate the victims of violence. In front of school buildings people will bury remnants of bullets and splinters, because the sons of Iraq should not grow between symbols of violence. Instead, they must learn to bury its bitter fruits and build another society with other means. In a village close to Mosul people of different ethnic groups and sects will play together a football game; in Kut teenagers of secondary schools will free white doves and make white balloons fly; everywhere posters and calendars will be distributed to be hanged at the walls of people’s houses and remind them that violence is not the solution but the cause of their suffering. Besides ceremonies, there will be seminars and conferences to present to civil society and local authorities principles and methodologies of nonviolent action for social and political change. The activists of LAONF will not limit themselves to speaking in universities, indeed they will participate in the events organized by trade unions on the 1st of May, Workers Day. They will animate public debates on the strategy of nonviolent action with the Syndicate Union of Workers in the Baghdad National Theatre, with the unions that fight against privatization of Iraqi oil at the Oil Union Centre of Basra, with fishermen’s unions in the Fao peninsula, the first zone that opposed a fierce resistance to Anglo-American occupation in 2003. Lastly, the associations involved in this event have chosen a symbolic campaign that unites them all. At a time when the opinion of anybody who takes a stand is distorted to be accused of sectarianism, the network LAONF asks that all people commit themselves not to transfer the thirst for vengeance and violence to Iraqi children. In every city they will collect signatures and they will finally present a petition to the Iraqi Parliament asking for a ban on imports of toys that push children to violence. After a thirteen-years long embargo, Iraq needs medicine and books, technology for development of its civilian economy, not toys that induce children and teenagers to assign a positive connotation to violence. It is necessary to protect the youngsters from the culture of death and destruction that has already been imported in Iraq by foreign troops and combatants. According to the organizers, the Iraqi Week of Nonviolence pursues three significant objectives. Firstly the Iraqi civil society proves to its own people and to the international community that it is still able to organize national unitary events unbounded by political and religious powers. It is an important testimony of their willingness and capacity to refuse the logic of civil war and carry on common initiatives defying the overpower of armed groups and armies. Secondly, they aim to initiate a process of conscientization of civil society on the possibility of renouncing hatred and vengeance, in order to pursue the common objective of peaceful coexistence. The constructive message is directed especially to young generations that risk to forget how strong was till recently the sentiment of unity of the Iraqi people. Fighting for self-determination and for peoples’ rights is fair and dutiful, but there are other means than weapons to promote a just society, nonviolent means that are coherent with the ends assigned to them. They allow us to shape since the beginning, during the fight, the model of society that we aim to promote, where women and men, youngsters and elders, have the same dignity. Finally, during this week the activists will encourage individuals and associations to join LAONF, to increase the number of those who accept this commitment. The Iraqi Week of Nonviolence takes place for the second year, and hopes to begin a fixed appointment for cultural and political promotion of nonviolent action, of making peace by peaceful means. Nonviolent means of fight have been used in recent history by Iraqi trade unions and social movements, but often without explicit and conscious adhesion to a reference model. The network LAONF aims to articulate in the Iraqi culture the universal values and methodologies of action that assigned political and spiritual victories to the movements of Gandhi, Martin Luther King, feminism, and many others. The training process of LAONF activists is supported by the Catalan association NOVA - Centre for Social Innovation, and by the Italian Un ponte per…, that have been organizing for two years training programmes on the culture of nonviolence, by explicit request and invitation of the Iraqi associations. Information on the initiatives already undertaken are available on the website <>www.launf.net managed by NOVA-CIS and on the website <>www.laonf.org managed by members of the network LAONF from Baghdad. Details on the Iraqi Week of Nonviolence will be constantly published on the blog (in Spanish language) of the documentary-maker Alberto Arce, that is following this event from Iraqi Kurdistan. <>http://blogs.elcomerciodigital.com/pacifistasenbagdad/ For further information and press interviews, contacts in Erbil, Baghdad and Basra can be asked to: - Ismaeel Dawood (Jordan), languages: English and Arabic, Email: <>ismaeel.dawood at unponteper.it - Martina Pignatti Morano (Italy), languages: English and Italian, Email: <>pignattimora at unisi.it Cell.: +39 3290540808
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