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258° ora in silenzio per la pace
- Subject: 258° ora in silenzio per la pace
- From: "norma" <norma.b at libero.it>
- Date: Fri, 27 Apr 2007 08:33:32 +0200
Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti Domani 25 aprile dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova,258° ora in silenzio per la pace. Verrà distribuito il volantino incollato di seguito; ed uno striscione chiederà la liberazione del cooperante di Emergency Rahmatullah Hanefi 25 aprile Anche oggi, 25 aprile, siamo in piazza per la pace . É la 258° volta che occupiamo i gradini di quello che nel 2001 è stato il palazzo dell’incontro degli 8 "grandi" della terra per ribadire il nostro NO intransigente a tutte le guerre, in particolare modo a quelle che vedono l’Italia direttamente coinvolta. In primo luogo la guerra in Afghanistan: un vergognoso massacro iniziato con il pretesto della caccia a Bin Laden e proseguito con le ciance del "ritorno della democrazia" e del "ruolo internazionale dell’Italia". Poi le guerre combattute con armi italiane, esportate in mezzo mondo, anche a paesi non rispettosi dei diritti umani; prima Ciampi poi Prodi hanno auspicato a fine dell’embargo per poterle vendere anche alla Cina. E contro la sottrazione di denaro ad impieghi civili per aumentare le spese militari, che nella finanziaria del centro sinistra sono cresciute anche rispetto alle finanziarie di Berlusconi. Da pacifisti e nonviolenti "ripudiamo la guerra" come recita la anche costituzione italiana: ma ricordiamo con rispetto i combattenti partigiani che scelsero, come lo stesso Gandhi indicava, di ribellarsi con le armi piuttosto che accettare l’oppressione e l’ingiustizia. E crediamo doveroso verso di loro ricordare che: - Nella sconfitta del nazifascismo ebbero un importante ruolo gli eserciti alleati: statunitensi, inglesi e sovietici. Ma sarebbe un’imperdonabile falsità storica non ricordare il ruolo della lotta di popolo e della lotta partigiana, armata e disarmata, in tutti gli stati europei oppressi . - Le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale si attribuirono al termine del conflitto il ruolo di arbitri della politica internazionale, costituendo quel "consiglio di sicurezza" che, riconoscendo il potere di veto a cinque sole nazioni rende l’ONU un organismo tutt’altro che democratico e capace di prevenire e fermare i conflitti - Le forze armate italiane attribuiscono oggi a se stesse un ruolo decisivo nella lotta di liberazione. Ma i soldati italiani che parteciparono alla lotta partigiana furono gli "obiettori" ante litteram che non ebbero bisogno degli ordini del re in fuga per decidere da quale parte schierarsi. - A più di sessant’anni dalla conclusione della seconda guerra mondiale il territorio italiano è tuttora disseminato di basi militari statunitensi; alcune di esse custodiscono armi nucleari nonostante che l’Italia abbia aderito al trattato i non proliferazione e non possa possedere tali "armi di distruzione di massa". L’Italia ha partecipato alla guerra in Iraq , sta partecipando a quella in Afghanistan perché "siamo alleati degli Stati Uniti". Questi alleati rispettano l’Italia al punto di rapire persone sul nostro territorio (Abu Omar, Milano); tranciano impunemente i cavi delle funivie quando giocano alla guerra e rifiutano di far comparire in giudizio i marines responsabili della bravata (Cermis); esigono ed ottengono fette di territorio nazionale per ampliare le proprie basi militari (Vicenza). Siamo certi che questa alleanza sia un bene per l’Italia? E che sia moralmente accettabile? Siamo certi che i partigiani che il 24 aprile (non il 25, come è noto) liberarono da soli Genova sognassero una repubblica "fondata sul lavoro" (non la capitale europea degli incidenti lavorativi); dove la "sovranità appartiene al popolo" e che "ripudia la guerra". Una repubblica che non siamo ancora stati capaci di costruire.
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