Afghanistan, rapporto Amnesty: crescendo di attacchi sistematici dei talebani contro i civili



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COMUNICATO STAMPA
CS49-2007

AFGHANISTAN: RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA IL CRESCENDO DI
ATTACCHI SISTEMATICI DEI TALEBANI CONTRO I CIVILI

Con l'intensificarsi dell'offensiva di primavera dei talebani, sono sempre
piu' in aumento gli attacchi suicidi, i rapimenti e le decapitazioni nei
confronti della popolazione civile afgana. Queste azioni, secondo un
rapporto diffuso oggi da Amnesty International, sono diffuse e
sistematiche e hanno lo scopo di impaurire e controllare la popolazione
locale.

'I civili afgani sopportano le conseguenze peggiori di questo conflitto,
essendo presi in  mezzo ai combattimenti tra talebani, forze governative,
militari Usa e soldati di altri paesi della Nato' - ha dichiarato Claudio
Cordone, direttore della Ricerca di Amnesty International. 'Ma sono i
talebani ad applicare una politica esplicita di attacco contro i civili:
stanno uccidendo insegnanti, rapendo operatori umanitari e incendiando
edifici scolastici'.

La laheya (il manuale militare dei talebani) prevede espressamente gli
attacchi contro i civili e la loro uccisione. La regola 25 afferma che un
insegnante che continui a svolgere la propria professione dopo aver
ricevuto un ammonimento dai talebani dev'essere picchiato; se continua a
insegnare 'in modo contrario ai principi dell'Islam' dev'essere ucciso. A
sua volta, una fatwa (ordinanza religiosa) ordina la morte di chiunque
sostenga l'intervento militare guidato dagli Usa.

Negli ultimi due anni, i talebani hanno deliberatamente ucciso decine e
decine di civili, considerati 'spie', tra cui attiviste per i diritti
umani delle donne, esponenti religiosi, funzionari del governo, operatori
umanitari e insegnanti. Tra il 2005 e il 2006 sono state date alle fiamme
almeno 183 scuole in ogni parte del paese.

La settimana scorsa, un giornalista afgano e' stato sgozzato dai talebani:
Ajmal Naqshbandi, 25 anni, era stato preso in ostaggio a marzo insieme al
giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e a loro autista, Sayed Agha.
Mastrogiacomo e' stato rilasciato nel contesto di uno scambio di
prigionieri, mentre Sayed Agha e' stato decapitato.

Oltre a compiere attacchi mirati contro i civili, i talebani hanno ucciso
o ferito centinaia di persone in attacchi indiscriminati, tra cui
attentati dinamitardi e suicidi. Secondo dati dell'Onu e della Nato, le
vittime civili nel 2006 sarebbero state almeno 756.

'Compiendo azioni indiscriminate come gli attentati suicidi in luoghi
pubblici e prendendo deliberatamente di mira i civili, i talebani si sono
resi responsabili di crimini di guerra' - ha aggiunto Cordone. 'Poiche' si
tratta di attacchi diffusi e facenti parte di una strategia, devono essere
considerati anche crimini contro l'umanita''.

L'atteggiamento dei talebani nei confronti dei civili e' ben distante
dagli obblighi del diritto internazionale. Un portavoce dei talebani,
intervistato da Amnesty International, ha affermato che attaccare civili
'disarmati' non considerati costituire una minaccia e' 'vietato'. Egli ha
pero' aggiunto che 'non c'e' differenza tra gli individui armati che
combattono contro di noi e i civili che collaborano con gli stranieri'. Il
manuale militare dei talebani vieta di impossessarsi di denaro o beni
appartenenti ai civili, ma autorizza l'uccisione degli insegnanti.

'Tutte le parti coinvolte nell'attuale conflitto afgano devono assicurare
che la popolazione civile sia protetta e che i prigionieri siano trattati
con umanita', come richiesto dal diritto internazionale. Innanzitutto, i
talebani devono cessare di colpire deliberatamente i civili e porre fine a
tutti gli attacchi indiscriminati' - ha concluso Cordone.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 19 aprile 2007

Il rapporto Afghanistan -- All who are not friends, are enemies: Taleban
abuses against civilians e' disponibile all'indirizzo
http://web.amnesty.org/library/index/engasa110012007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it





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