Di chi è questo governo?



Di chi è questo governo?
Gideon Lévy - Haaretz, 15 aprile 2007
www.haaretz.co.il/hasite/spages/848451.html

Bisognerebbe chiamare in aiuto il Consiglio dei Consumatori perché la
frode
è enorme. Nella marea di ladri, truffatori, imbroglioni che ci circonda,
questa è l’inganno più grande di tutti. La maggioranza dei cittadini
israeliani ha votato per un governo di centro, forse anche un pochino più
a
sinistra, e ha ottenuto uno dei governi più di estrema destra della storia
d'Israele.
Abbiamo votato per Kadima, che prometteva la convergenza e la fine
dell'occupazione; abbiamo votato per Ehud Olmert, il fianco sinistro di
Ariel Sharon, il cui successo è dovuto (esclusivamente) al disimpegno;
abbiamo votato per Shimon Peres, che promette sempre la pace; abbiamo
votato
per il partito Laburista i cui dirigenti come la ministra dell'educazione
sono stati militanti di «Peace Now»; abbiamo votato per i Pensionati che
non
avevano un discorso di destra; abbiamo votato per il big bang che doveva
annunciare una svolta pragmatica. E cos’abbiamo ottenuto? Tutto il mondo
lo
sa già, ma noi ancora non lo ammettiamo: un cupo governo di destra.
I 28.000 partecipanti al sondaggio mondiale organizzato dalla BBC in 27
paesi hanno recentemente decretato che è l'Israele di Olmert che, con
l'Iran
di Mahmud Ahmadinejad, ha l'influenza negativa più grande sul mondo. Il
governo attuale ne ha una responsabilità importante ma, che si abbia
questa
percezione di loro, lascia gli Israeliani indifferenti. In uno Stato dove
si
è pronti a perseguire penalmente un’agenzia di viaggi per un viaggio
organizzato che non ha soddisfatto le nostre aspettative, la massa degli
elettori vittime di un’enorme frode resta in silenzio.
I coloni stabiliscono un nuovo avamposto illegale a Hebron: la maggioranza
degli Israeliani non è interessata alla colonia più criminale di tutte, e
che dice il loro governo? Al suo interno si delinea già un fronte che si
oppone all'evacuazione. La Lega Araba tende la mano alla pace, il 52%
degli
Israeliani che ha sentito parlare dell'iniziativa saudita dice che può
costituire una base per dei negoziati: che dice il loro governo? Assume
un’aria scontrosa e lascia passare questa chance. Si delinea una speranza
di
liberazione di Gilad Shalit e di inizio di una nuova atmosfera con i
Palestinesi, il 45% degli Israeliani è favorevole alla liberazione di
prigionieri «dalle mani insanguinate», solo il 36% si oppone, e il loro
governo? Rifiuta subito la proposta palestinese. La maggioranza degli
Israeliani risponde ai sondaggi dicendosi favorevole alla creazione di uno
Stato palestinese e favorevole all'evacuazione delle colonie. E che fa il
loro governo per realizzare questa aspirazione del suo elettorato? Niente.
Da molto tempo un fossato così profondo non era stato scavato tra le
posizioni della popolazione e quelle del governo, un fossato qui falsa il
senso della democrazia. Questo scarto raggiunge l’apice nel caso della
casa
a Hebron. All’interno di questo governo che ha fatto dell'evacuazione
degli
insediamenti il suo motto, siede più di un ministre che si oppone
all'evacuazione di una casa abitata senza permesso. Una sola e unica
casa.
Chi vi si oppone? Solo Avigdor Lieberman? No. Il Primo ministro stesso,
che
si sarebbe già impegnato, secondo il deputato Effi Eitam, a non far
evacuare
la casa. Poi anche Roni Bar-On, del partito «moderato» Kadima, Eli Yishaï
del partito Shass, e ancora Rafi Eitan del partito dei Pensionati.
«Territorio israeliano»: è così che Eitan chiama il cuore della città
palestinese da cui circa 20.000 abitanti sono già stati costretti a
fuggire
dal terrore dei coloni.
Mai la posizione dei coloni era stata peggiore nell'opinione pubblica.
Mai
la loro posizione era stata migliore in seno al governo. Avevamo pensato
che
il disimpegno ci avrebbe liberato dai loro capricci, che loro stessi
avevano
dimostrato di essere solo delle tigri di carta, ed ecco che le loro
manovre
intimidatorie pesano di nuovo sul governo come nei loro giorni migliori.
Di
nuovo i Marzel provocano e di nuovo trionfano. Quanti Israeliani hanno mai
visitato Hebron? Quanti di loro hanno visto con i loro occhi questo
orrore?
E vedete quanti di loro sono pronti a continuare a sopportare i misfatti
dei
coloni, a pagare per loro un prezzo così pesante – e a tacere.
Non c’è protesta in Israele, e non di centro. Solo il radicalismo parla: i
frammenti dell'estrema sinistra vanno ancora a manifestare, e i coloni
continuano le loro estorsioni. Se la fonte del loro potere risiedeva una
volta in un ampio sostegno pubblico, oggi risiede in un’apatia che
abbraccia
tutto. In una società sprofondata nel coma, essi possono continuare a
intimidire Olmert, Bar-On e Eitan. Per un governo sprofondato nel coma,
l'inazione spinge all'estremismo di destra.
Ma ora il sospetto si sposta su di noi. Potrebbe essere che quando votiamo
per il centro e la sinistra, noi vogliamo in realtà la destra? E’ forse
questo che vogliamo veramente dire? Un governo di destra nazionalista. E
forse tutto il resto, il discorso sedicente illuminato sulla fine
dell'occupazione e l'evacuazione delle colonie, i diritti dell'uomo e
uno
Stato palestinese, non è altro che un gioco di prestigio, un modo di
mentire
a se stessi

*pervenuto gentilmente tradotto dalla mailing list delle Donne in Nero