L'ascensore? Io non lo prendo* Memorie di una comunità*.



Ieri è stata consegnata al comune di Capranica una petizione diffusa il
giorno precedente, corredata di 257 firme, per chiedere non solo il
ripristino dell'ascensore (fermo da 97 giorni) che collega il
parcheggio sulla Via Romana al centro storico, ma attenzione e risposte
e comunicazione con i cittadini.

Alcuni di essi, perlopiù giovani, hanno risposto che l'ascensore non lo
prendono, e facendo spallucce, non erano interessati.

Per me che scrivo, la passeggiata dentro e fuori porta a raccogliere,è
stata un'occasione straordinaria di ascolto delle necessità, della
memoria, delle speranze tradite e delle occasioni mancate e si spera non
perdute.

Proprio in questo sali e scendi di vicoli e scale, ho visto il mercoledì
18 aprile, una locandina che annunciava   a San Francesco il 19 c.m.,
una mostra itinerante di Piccole memorie europee, partecipanti 39
studenti della Francia, Lituania, Italia, Polonia, Portogallo, Romania,
che avrebbero scambiato le loro memorie con gli studenti della scuola
media Nicolini e i giovani locali.

Il progetto, presentato e approvato più di un anno fà, ha visto la
promozione del Cemea del Lazio e della comunità Europea per
l'istruzione e cultura della Gioventù.

Ieri, in mattinata, ho passato voce e alle 16 ero sul posto.

C'erano i ragazzi, gli instancabili creatori giovanissimi del progetto,
due insegnanti, qualche locale, per il resto a leggere le piccole
memorie dei ragazzi di Capranica, io e forse una decina di persone.
Ho parlato e discusso a lungo con Pietro Nocchi, instancabile assessore
alle Politiche sociali e amico, ha tentato di spiegare a me e ai giovani
organizzatori , l'assenza di una promozione, con la mancanza di tempo e
che comunque questo è un inizio...

La stampa locale, cartacea e on line, non ne portava traccia. Oggi gli
stessi ragazzi sono a Viterbo. Andrà meglio?Qualcuno saprà?

Chi dovrebbe curare la comunicazione e la promozione della cultura e
dello scambio?
Perchè "altre" iniziative, che partono dalle associazioni
"accreditate" o dalle idee di "vari" assessorati, trovano un ampia
eco e partecipazione generosa della comunità locale?

Dai foglietti scritti a mano dai bambini, e ahimè letti da pochissimi, ve
ne  trascrivo due, non a caso di figli di "stranieri" residenti da
tempo quì.

Un bambino romeno racconta la fine della dittatura comunista e dice :"
nel 1989 la gente era stufa di queste carestie e si era ribellata, il
dittatore e la moglie furono uccisi a colpi di pistola è nata la
democrazia, anche se il governo è sempre corrotto."

Uno studente delle medie  tunisino racconta le vicissitudini della mamma
quando era bambina per poi dire:" anch'io a Tunisi ho fatto nel 1999
la prima elementare e il maestro mi ha punito a frustate con un ramo di
ulivo, la storia cambierà?"

E per finire, un bambino italiano racconta del bisnonno che tornò dalla
Russia dove era prigioniero in Puglia a piedi in 6 mesi.

E poi le memorie dei nonni, della guerra, finita con distribuzione di
caramelle, gomme e cioccolata.
La liberazione!

Oggi abbiamo gli ascensori che velocemente collegano, ma magari non
funzionano per mesi e non si sa neanche che esistono e comunque tanti
non lo prendono.

Oggi abbiamo internet che ci permette di arrivare velocemente a tanti,
come sto facendo io, ma si usa per quello che "serve".

La storia, le memorie di una comunità, le basi per una partecipazione
viva e reale, la facciamo noi o la deleghiamo alla guerra?

Le luci e i riflettori, quando vogliamo accenderli? Per le elezioni?

Anche se non ci saranno risposte, vi anticipo che la "ggente", il
popolino, ha bisogno di pane ma anche di rose, come quelle che ho visto
ieri e che non sono neanche state odorate.

Doriana Goracci
Capranica (Vt)
20.4.2007