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Re: [pace] Da Piera Graffer in nome del topo seveso
- Subject: Re: [pace] Da Piera Graffer in nome del topo seveso
- From: "Loredana Morandi" <loredana.morandi at tiscali.it>
- Date: Mon, 16 Apr 2007 08:36:10 +0200
Per Enrico è possibile leggere la prima stesura dell'intervista (con foto) di Piera a Chomsky sul sito www.bloggersperlapace.org . A questo link http://www.siatec.net/bloggersperlapace/modules.php?op=modload&name=News&fil e=article&sid=1302 Saluti Loredana Morandi ----- Original Message ----- From: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org> To: "lista Peacelink Pace" <pace at peacelink.it>; "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>; <disarmo at peacelink.it> Sent: Sunday, April 15, 2007 7:03 AM Subject: [pace] Da Piera Graffer in nome del topo seveso > La risposta di Piera Graffer mi è appena arrivata.Eccola nella sua > interezza. > Buona domenica a tutt*. > Doriana > > > ___________________________________________________ > > Alla risposta su Topo Seveso avevo dimenticato il finale. > La conclusione di John fu: > 'Se il tuo governo vuole NON risolvere il problema Seveso > ha fatto tutte le mosse più giuste.' > > > > > Io mi chiamo Piera Graffer > e vivo a Trento. > Faccio la scrittrice. > Ho pubblicato alcuni libri: > Caucaso (LOGISMA, Firenze) il più importante, > che mi è valso alcuni premi fra cui > il Fiorino d'argento e il Premio Mario Soldati. > E' (o era quando è stato scritto) l'unico libro, o per meglio dire > l'unica antologia, sulla storia e le leggende del Caucaso, > infatti fra i circa 800 testi della bibliografia, > solo il Milione di Marco Polo è in italiano. > La sua versione inglese (Caucasus, Logisma) tradotta da me, > mi è valsa la partecipazione al CESS, Central Eurasian Studies Society > di Harvard, USA, dove ho tenuto anche una conferenza. > Ho scritto anche > SEPPELLISCI IL MIO CUORE ALLA RADURA DEI CERVI > che è il diario di una ragazza cecena. > ps. > Due anni fa, quando presi parte alla conferenza del CESS a Boston, > intervistai Noam Chomsky. > L'intevista fu pubblicata dal 'TRENTINO'. > > > Su http//cess.fas.harvard.edu > si dovrebbe trovare il mio nome fra gli iscritti. > > > Ai tempi dei Seveso frequentavo John Barltrop. > Il suo email è JBarltrop at aol.com. > Oppure chiedere a Brasenose College, Oxford, chi era > (nel senso che nel frattempo è andato in pensione > ed ora vive in Florida). > Nessuno gli ha raccontato queste cose, > bensì le ha vissute lui in prima persona > e le ha raccontate a me. > Ciao > > piera graffer > > > > > >In data 14/4/2007, "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it> ha scritto: > > > >>Seriamente interessante e preoccupante, ma come faccio a diffondere una > >>informazione come questa? > >>Chi è Piera, senza cognome!?! > >>Cosa fa nella vita? Come sa queste cose? > >>A chi e dove Barltrop ha raccontato queste cose? > >>Possiamo forse fare a meno di un po' di verificabilità, o almeno di una > >>fonte individuabile, delle notizie? > >>Grazie, Enrico Peyretti > >__________________________________________________ > >>> Il Dr John Barltrop, che lavorava nel laboratorio di Fleming quando > >>> quest'ultimo scoprì la pennicillina (non ho capito se il Nobel fosse > >>> andato anche a lui), fotochimico inventore di molecole (è sua infatti > >>> per esempio quella delle lenti degli occhiali che cambiano colore a > >>> seconda dell'intensità della luce, e quella dei televisori al plasma, > >>> che cambia colore in seguito a stimolazioni elettriche) quando era > >>> Vice-Principal al Brasenose College di Oxford fu invitato dal governo > >>> italiano a risolvere il problema di Seveso insieme a tre altri > >>> scienziati: un americano e due vietnamiti (questi ultimi presumibilmente > >>> a causa della loro familiarità con l'agent orange, scaricato a piene > >>> mani (o a pieni B52) dagli USA sopra il Viet-Nam. Agent Orange è un > >>> altro nome della diossina. > >>> > >>> John rimase molto stupito che il governo italiano si fosse mosso non > >>> subito, ma a tre settimane di distanza dallo scoppio dell'ICMESA. > >>> > >>> Andarono a prenderlo all'areoporto con una macchina presidenziale con le > >>> bandierine che sventolavano sui parafanghi. John è un uomo semplice, e > >>> questo lo lasciò abbastanza allibito. Poi lo trasportarono in un > >>> albergo, dove fu abbandonato in beata solitudine. Non gli fu comunicato > >>> dove fossero alloggiati gli altri scienziati, nè gli fu permesso di > >>> contattarli. Il giorno dopo lo chiamarono e gli dissero che doveva > >>> presentarsi in televisione a fare uno statement. Prima di sottoporsi > >>> alle telecamere tentarono di spalmargli del fondotinta sulla faccia, ma > >>> lui rifiutò. Probabilmente perché quella era la sua prima volta e non > >>> sapeva che in tv si truccano anche i maschietti. > >>> > >>> 'Mi fecero sedere davanti a un magnifico tavolo di radica veneziana del > >>> '700 e mi dissero di parlare. Ma non mi era stato fornito alcun dato > >>> sullo scoppio dell'ICMESA. Non avevo la formula chimica del, o dei, > >>> materiali esplosi, non ne conoscevo la quantità, non sapevo a quale > >>> temperatura era avvenuto il fatto, non sapevo nulla. Non essendo nelle > >>> condizioni di capire cosa fosse successo ho fatto un discorsetto > >>> generico, poi sono tornato a casa. > >>> > >>> Se il tuo governo avesse seriamente voluto risolvere il problema > >>> dell'ICMESA avrebbe dovuto: > >>> > >>> 1. Muoversi subito invece di lasciar passare tre settimane > >>> > >>> 2. Fornirci tutti i dati possibili nel massimo dettaglio, poi chiudere a > >>> chiave noi quattro specialisti in una stanza e non lasciarci uscire > >>> finché non avessimo trovato una soluzione congiunta.' > >>> > >>> Anche la soluzione cui arrivarono, e cioè quella di asportare con le > >>> ruspe il terreno contaminato e sepplellirlo poco distante fu, a detta di > >>> Barltrop, sbagliata, perché la diossina c'è ancora tutta, con tutto il > >>> suo potenziale letale ancora intatto: una bomba a orologeria. Secondo > >>> lui si sarebbe dovuto inventare una molecola che, sollecitata dalla > >>> luce, si combinasse a quella della diossina, neutralizzandola. Il > >>> preparato avrebbe dovuto essere spruzzato dovunque, anche per esempio > >>> sui muri delle case, dove col sistema adottato dal governo la diossina > >>> rimase indisturbtata. > >>> > >>> Un altro errore, o secondo Barltrop una stupidaggine, fu quello di > >>> recintare la zona contaminata col filo di ferro spinato. > >>> > >>> 'Le molecole non si lasciano spaventare dall filo spinato, disse, ce ne > >>> sono altrettante di qua come di là dal filo. E nei due o tre mesi > >>> trascorsi dallo scoppio agli inizi dei lavori di bonifica il vento, la > >>> pioggia, le ruote delle automobili la hanno ormai trasportato in giro > >>> per tutto il nord Italia fino in Adriatico. > >>> > >>> Mi raccomando - concluse - non mangiare a nessun costo pesce > >>> dell'Adriatico, perché è contaminato. La diossina è cancerogena e > >>> teratogena.' > >>> > >>> Povero John. Non sapeva che il Nord Italia non ha depuratori, e che tutti > >>> gli scarichi industriali fluiscono felicemente in mare. E allora era il > >>> '1973, quando gli eroici aviatori della NATO non avevano ancora > >>> scaricato le bombe all'uranio impoverito, che non erano riusciti a > >>> sganciare sulla Jugoslavia, in Adriatico e nel Garda. > >>> > >>> Nei due decenni e mezzo trascorsi dallo scoppio dell'ICMESA le tragedie > >>> ecologiche si sono susseguite e si stanno susseguendo a ritmi tali, che > >>> ormai è diventato un lusso solo il fatto di non vivere in zona di guerra. > >>> > >>> Ciao > >>> > >>> piera > > -- > Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/pace > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html >
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