Re: [pace] Da Piera Graffer in nome del topo seveso



Per Enrico

è possibile leggere la prima stesura dell'intervista  (con foto) di Piera a
Chomsky sul sito www.bloggersperlapace.org .

A questo link

http://www.siatec.net/bloggersperlapace/modules.php?op=modload&name=News&fil
e=article&sid=1302

Saluti

Loredana Morandi


----- Original Message -----
From: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
To: "lista Peacelink Pace" <pace at peacelink.it>; "Enrico Peyretti"
<e.pey at libero.it>; <disarmo at peacelink.it>
Sent: Sunday, April 15, 2007 7:03 AM
Subject: [pace] Da Piera Graffer in nome del topo seveso


> La risposta di Piera Graffer mi è appena arrivata.Eccola nella sua
> interezza.
> Buona domenica a tutt*.
> Doriana
>
>
> ___________________________________________________
>
> Alla risposta su Topo Seveso avevo dimenticato il finale.
> La conclusione di John fu:
> 'Se il tuo governo vuole NON risolvere il problema Seveso
> ha fatto tutte le mosse più giuste.'
>
>
>
>
> Io mi chiamo Piera Graffer
> e vivo a Trento.
> Faccio la scrittrice.
> Ho pubblicato alcuni libri:
> Caucaso (LOGISMA, Firenze) il più importante,
> che mi è valso alcuni premi fra cui
> il Fiorino d'argento e il Premio Mario Soldati.
> E' (o era quando è stato scritto) l'unico libro,  o per meglio dire
> l'unica antologia, sulla storia e le leggende del Caucaso,
> infatti fra i circa 800 testi della bibliografia,
> solo il Milione di Marco Polo è in italiano.
> La sua versione inglese (Caucasus, Logisma) tradotta da me,
> mi è valsa la partecipazione al CESS, Central Eurasian Studies Society
> di Harvard, USA, dove ho tenuto anche una conferenza.
> Ho scritto anche
> SEPPELLISCI IL MIO CUORE ALLA RADURA DEI CERVI
> che è il diario di una ragazza cecena.
> ps.
> Due anni fa, quando presi parte alla conferenza del CESS a Boston,
> intervistai Noam Chomsky.
> L'intevista fu pubblicata dal 'TRENTINO'.
>
>
> Su   http//cess.fas.harvard.edu
> si dovrebbe trovare il mio nome fra gli iscritti.
>
>
> Ai tempi dei Seveso frequentavo John Barltrop.
> Il suo email è JBarltrop at aol.com.
> Oppure chiedere a Brasenose College, Oxford, chi era
> (nel senso che nel frattempo è andato in pensione
> ed ora vive in Florida).
> Nessuno gli ha raccontato queste cose,
> bensì le ha vissute lui in prima persona
> e le ha raccontate a me.
> Ciao
>
> piera graffer
>
>
>
>
> >In data 14/4/2007, "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it> ha scritto:
> >
> >>Seriamente interessante e preoccupante, ma come faccio a diffondere una
> >>informazione come questa?
> >>Chi è Piera, senza cognome!?!
> >>Cosa fa nella vita? Come sa queste cose?
> >>A chi e dove Barltrop ha raccontato queste cose?
> >>Possiamo forse fare a meno di un po' di verificabilità, o almeno di una
> >>fonte individuabile, delle notizie?
> >>Grazie, Enrico Peyretti
> >__________________________________________________
> >>> Il Dr John Barltrop, che lavorava nel laboratorio di Fleming quando
> >>> quest'ultimo scoprì la pennicillina (non ho capito se il Nobel fosse
> >>> andato anche a lui), fotochimico inventore di molecole (è sua infatti
> >>> per esempio quella delle lenti degli occhiali che cambiano colore a
> >>> seconda dell'intensità della luce, e quella dei televisori al plasma,
> >>> che cambia colore in seguito a stimolazioni elettriche) quando era
> >>> Vice-Principal al Brasenose College di Oxford fu invitato dal governo
> >>> italiano a risolvere il problema di Seveso insieme a tre altri
> >>> scienziati: un americano e due vietnamiti (questi ultimi
presumibilmente
> >>> a causa della loro familiarità con l'agent orange, scaricato a piene
> >>> mani (o a pieni B52) dagli USA sopra il Viet-Nam. Agent Orange è un
> >>> altro nome della diossina.
> >>>
> >>> John rimase molto stupito che il governo italiano si fosse mosso non
> >>> subito, ma a tre settimane di distanza dallo scoppio dell'ICMESA.
> >>>
> >>> Andarono a prenderlo all'areoporto con una macchina presidenziale con
le
> >>> bandierine che sventolavano sui parafanghi. John è un uomo semplice, e
> >>> questo lo lasciò abbastanza allibito. Poi lo trasportarono in un
> >>> albergo, dove fu abbandonato in beata solitudine. Non gli fu
comunicato
> >>> dove fossero alloggiati gli altri scienziati, nè gli fu permesso di
> >>> contattarli. Il giorno dopo lo chiamarono e gli dissero che doveva
> >>> presentarsi in televisione a fare uno statement. Prima di sottoporsi
> >>> alle telecamere tentarono di spalmargli del fondotinta sulla faccia,
ma
> >>> lui rifiutò. Probabilmente perché quella era la sua prima volta e non
> >>> sapeva che in tv si truccano anche i maschietti.
> >>>
> >>> 'Mi fecero sedere davanti a un magnifico tavolo di radica veneziana
del
> >>> '700 e mi dissero di parlare. Ma non mi era stato fornito alcun dato
> >>> sullo scoppio dell'ICMESA. Non avevo la formula chimica del, o dei,
> >>> materiali esplosi, non ne conoscevo la quantità, non sapevo a quale
> >>> temperatura era avvenuto il fatto, non sapevo nulla. Non essendo nelle
> >>> condizioni di capire cosa fosse successo ho fatto un discorsetto
> >>> generico, poi sono tornato a casa.
> >>>
> >>> Se il tuo governo avesse seriamente voluto risolvere il problema
> >>> dell'ICMESA avrebbe dovuto:
> >>>
> >>> 1. Muoversi subito invece di lasciar passare tre settimane
> >>>
> >>> 2. Fornirci tutti i dati possibili nel massimo dettaglio, poi chiudere
a
> >>> chiave noi quattro specialisti in una stanza e non lasciarci uscire
> >>> finché non avessimo trovato una soluzione congiunta.'
> >>>
> >>> Anche la soluzione cui arrivarono, e cioè quella di asportare con le
> >>> ruspe il terreno contaminato e sepplellirlo poco distante fu, a detta
di
> >>> Barltrop, sbagliata, perché la diossina c'è ancora tutta, con tutto il
> >>> suo potenziale letale ancora intatto: una bomba a orologeria. Secondo
> >>> lui si sarebbe dovuto inventare una molecola che, sollecitata dalla
> >>> luce, si combinasse a quella della diossina, neutralizzandola. Il
> >>> preparato avrebbe dovuto essere spruzzato dovunque, anche per esempio
> >>> sui muri delle case, dove col sistema adottato dal governo la diossina
> >>> rimase indisturbtata.
> >>>
> >>> Un altro errore, o secondo Barltrop una stupidaggine, fu quello di
> >>> recintare la zona contaminata col filo di ferro spinato.
> >>>
> >>> 'Le molecole non si lasciano spaventare dall filo spinato, disse, ce
ne
> >>> sono altrettante di qua come di là dal filo. E nei due o tre mesi
> >>> trascorsi dallo scoppio agli inizi dei lavori di bonifica il vento, la
> >>> pioggia, le ruote delle automobili la hanno ormai trasportato in giro
> >>> per tutto il nord Italia fino in Adriatico.
> >>>
> >>> Mi raccomando - concluse - non mangiare a nessun costo pesce
> >>> dell'Adriatico, perché è contaminato. La diossina è cancerogena e
> >>> teratogena.'
> >>>
> >>> Povero John. Non sapeva che il Nord Italia non ha depuratori, e che
tutti
> >>> gli scarichi industriali fluiscono felicemente in mare. E allora era
il
> >>> '1973, quando gli eroici aviatori della NATO non avevano ancora
> >>> scaricato le bombe all'uranio impoverito, che non erano riusciti a
> >>> sganciare sulla Jugoslavia, in Adriatico e nel Garda.
> >>>
> >>> Nei due decenni e mezzo trascorsi dallo scoppio dell'ICMESA le
tragedie
> >>> ecologiche si sono susseguite e si stanno susseguendo a ritmi tali,
che
> >>> ormai è diventato un lusso solo il fatto di non vivere in zona di
guerra.
> >>>
> >>> Ciao
> >>>
> >>> piera
>
> --
> Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/pace
> Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
>