Fw: Nuova inchiesta di Rainews24 - conferenza stampa



riceviamo e inoltriamo


"QUELLE IMBARAZZANTI  NOVANTA  ATOMICHE IN GIARDINO"
di Mario Sanna, Angelo Saso, Maurizio Torrealta

 Nonostante il profondo segreto  su questo argomento, una organizzazione non
governativa americana, la NRDC (Natural Resources Defense Council),  ha
pubblicato la mappa degli ordigni atomici  presenti  in Europa e  in Italia:
si tratta di circa 480 atomiche in Europa e 90 in Italia.

Rainews24 ha intervistato negli Stati Uniti Hans M. Krinstensen, l'autore
del rapporto sulle atomiche in
Europa per la NRDC.

Rainews24 ha  anche  intervistato  alcuni dei cittadini di Aviano che hanno
citato in giudizio civile  il Governo degli
Stati Uniti con la richiesta che vengano rimosse le armi atomiche presenti
ad Aviano,  perché - secondo loro -
"pericolose ed in contrasto con il Trattato di Non Proliferazione Nucleare,
sottoscritto e ratificato dall'Italia, che sancisce l'obbligo per il nostro
Paese di non ospitare ordigni nucleari e per un paese nucleare, come gli
USA, l'obbligo di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio
territorio".

 Impossibile sbarazzarsi degli ordigni atomici nel nostro Paese?

Rainews24 ha intervistato l'ex ministro della Difesa e l'ex ministro della
Giustizia greco che hanno promosso il
trasferimento al di  fuori del paese degli ordigni nucleari Nato presenti.

Nazioni  come la Grecia o il Canada  hanno deciso di non mantenere le bombe
nucleari  e  se ne sono liberati
rapidamente. Anche il Parlamento Belga ha richiesto al Governo di prendere
una decisione simile  e anche la stessa
Germania ha cominciato a discuterne in Parlamento. Il Direttore del Gruppo
di Pianificazione Nucleare della Nato
Guy Roberts, intervistato da Rainews24, ha dichiarato:
"..Ogni decisione in questo campo è rimessa alla sovranità nazionale. Ogni
nazione è libera di decidere se intende o meno partecipare attivamente alla
gestione condivisa dei dispositivi nucleari."

 Oltre ai 50 ordigni nella base di Aviano, Rainews24 ha avuto conferma di 40
ordigni atomici anche nella base di Ghedi,
vicino a Brescia,  una base italiana che non dovrebbe detenere o utilizzare
ordigni nucleari, secondo il trattato di non proliferazione nucleare, più
volte sottoscritto dal nostro Paese.

 Ma quale  può essere  la necessità di stoccare nelle basi italiane  bombe
atomiche come le B-61,  che hanno, secondo Krinstensen, un tempo di
attivazione addirittura di alcuni mesi? Secondo le  opinioni raccolte di
Rainews24 il vero rischio potrebbe essere quello che le attuali testate
nucleari vecchie ed  obsolete  vengano sostituite da nuovi ordigni nucleari
più piccoli e  di potenza scalabile  che potrebbero aggirare i vincoli dei
vecchi trattati di non proliferazione ed essere utilizzati  potenzialmente
contro i Paesi del medio oriente.

L'inchiesta  verrà trasmessa Giovedì alle 13.40 e ripetuta nel corso della
prossima settimana,  disponibile sempre da mercoledì sul sito
www.Rainews24.it  in formato video e  in formato testuale