Un racconto di fantascienza



The Italian Candidate in Novara

di McSilvan

articolo per l'edizione cartacea di Senza Soste (http://www.senzasoste.it)


Immaginate un film che sia una versione tutta italiana del Manchurian
Candidate. Nella pellicola degli anni '50, che è stata oggetto di un
recente remake, il candidato presidente
degli Stati Uniti ha il cervello teleguidato dagli emissari di una
potenza straniera.

Ora pensiamo alla trama della versione italiana: da qualche parte in
Italia in un oscuro gruppo di lavoro dei servizi si nota che Javier
Solana, portavoce della Nato durante il bombardamento di Belgrado e
poi una sorta di ministro degli esteri della Ue, ha una carriera
pacifista visto che è stato uno dei primi firmatari del documento
europeo contro gli euromissili all'inizio degli anni '80. Si valuta
quindi che la carriera politica di pacifista paga per spostare
dolcemente l'opinione pubblica verso posizioni guerrafondaie. E allora
ci si domanda "perchè non riprodurre l'esperienza in laboratorio ?".
Detto fatto: si costruiscono dei chip necessari da innestare nel
cervello dei soggetti che piloteranno l'operazione. Siamo alla fine
degli anni '90 e la situazione è particolare: la sinistra, che per
anni ha garantito profondi tagli alla spesa pubblica e guerra in
Jugoslavia, è  ormai spaccata mentre sta montando il vento della
contestazione altermondialista.

Per rimediare a questa situazione i nostri Manchurian Candidate
all'italiana sapranno fare il lavoro per il quale sono stati
progettati: si infiltreranno nella contestazione al Fondo Monetario
Internazionale per prenderne i voti, arrivare al governo e fare
finanziarie dettate dal FMI in persona. Criticheranno la guerra
afghana, da loro definita all'inizio dell'operazione "alimento per la
spirale guerra-terrorismo", per poi trovare i fondi per il
proseguimento della guerra proprio in Afghanistan. I nostri
specialisti dei servizi sono soddisfatti: il modello Solana è stato
riprodotto in laboratorio. I chip dell'Italian Candidate funzionano:
uno dei migliori esemplari è stato piazzato proprio alla presidenza
della camera, un altro fa il ministro dell'ambiente ma ha più contatti
lui con le multinazionali di un manager di una società di revisione
dei conti e poi c'è un personaggio bizzarro dal nome da puffo
(Diliberto) che fa dichiarazioni incendiarie contro gli americani come
segnale in codice di via libera per gli affari Usa. Dal suo personale
ufficio dei servizi il responsabile dell'operazione Italian Candidate
non può che essere soddisfatto: i personaggi sono da avanspettacolo,
come richiede una società mediale di un paese periferico, e funzionano
perfettamente.

Adesso è però il momento di pensare agli affari. C'è un accordo del
precedente governo del centrosinistra da ratificare e perfezionare. Si
tratta di un acquisto di 113 caccia Joint Straight Fighter che saranno
costruiti entro un progetto di cooperazione tra multinazionali delle
armi e stati europei. L'allora presidente del consiglio D'Alema
cominciò i preparativi per l'operazione che ha un costo iniziale già
enorme: 15 miliardi di euro, quanto una legge finanziaria dello stato
italiano. E si tratta di costi di partenza: secondo fonti del Senato
l'Italia si è impegnata ad acquistare entro questo progetto anche gli
optional ovvero armi leggere di bordo per gli aerei, mitragliatrici da
20 millimetri, razzi e missili aria-aria e aria-terra e tutto per
aerei che hanno la possibilità di caricare ogive atomiche tattiche o
pesanti. Complessivamente si tratta, secondo diverse stime, di una
ventina di miliardi di euro. L'affare è rilevante, impegna seriamente
un paese sul piano economico e su quello dell'esposizione militare nei
teatri di guerra.

Ovviamente nessuno meglio degli agenti dell'operazione Italian
Candidate è in grado di creare il clima giusto per perfezionare,
definire e dare il via al progetto. La miglior tattica, per il buon
fine dell'operazione, è quella mimetica. Nei mesi precedenti  alla
firma decisiva silenzio assoluto, a distrarre l'opinione pubblica ci
pensano gli agenti della disinformazione arcobaleno: polemiche a non
finire su tre fantocci bruciati in piazza come simbolo di "violenza",
cerimonie ammantate di retorica e marce con i palloncini riprese dal
tg3, interrogazioni parlamentari sul nulla. La stampa di sinistra,
sapientemente orientata dagli agenti che in codice si chiamano NVMCTB
(acronimo di "non vorrai mica che torni Berlusconi"), si disinteressa
completamente dell'operazione: specie nel periodo della finanziaria, e
mentre esce fuori la vicenda di Vicenza, sarebbe devastante per il
governo far emergere il fatto una vicenda del genere è vicina alla
ratifica finale. C'è un generale sentimento di pace, si marcia molto
per i buoni sentimenti e si acquistano armi letali per la guerra: è
proprio lo spirito dell'operazione Italian Candidate.

Ma si sa, quando un governo impegna la collettività per una spesa che
si aggira sui 40.000 miliardi delle vecchie lire da qualche parte
qualche cosa emerge. Quel che rileviamo è il messaggio in codice
apparso improvvisamente su Liberazione, il più importante quotidiano
di fantascienza del paese (oltretutto tendenza Scanner Darkly), da un
agente tale A.N. Il quale esce con un articolo, il giorno dopo che c'è
stata la firma definitiva sul progetto Joint Straight Fighter, dove si
grida alla gravità del caso, ci si straccia le vesti per essersene
accorti il giorno dopo la firma e si maledice l'impossibilità di
poterci mettere le mani perchè ormai l'accordo è stato perfezionato.
Dalla sala di regia dell'operazione Italian Candidate si annuisce
soddisfatti. Non solo è il segnale che il progetto è andato a buon
fine ma che ci si sta attivando per il lavoro successivo. Che sarà in
primo luogo quello di consolare l'opinione pubblica
sull'ineluttabilità del progetto, ormai firmato in una fugace notte
alla quale non si può porre rimedio, spiegandogli che l'Italia ha
comunque la più "avanzata politica estera del dopoguerra" (citazione
dal giornale di fantascienza di cui sopra). E, in secondo luogo, tra
un'altra marcia della pace e una petizione sui diritti dei spore dei
crepacci di Marte far emergere in silenzio l'altro capolavoro: la
costruzione di una base, una nuova Vicenza che assembli e ospiti i 113
caccia che sono costati, alla collettività che nel frattempo marcia
con i palloncini e condanna fermamente i violenti, fondi sottratti a
scuola, sanità e servizi sociali.

Questa base è già stata individuata a Cameri in provincia di  Novara.
Ci sarà da aggiungere qualche miliardo di euro per la sua costruzione
e proprio per questo sono sparsi gli agenti della disinformazione
arcobaleno sul territorio. Ma come individuarli ? Nei giorni scorsi un
rappresentante del comitato contro la base di Cameri dichiarava di
attendere che il governo Prodi si riprendesse dalla crisi di governo
per cominciare "a ragionare". Cercate il chip tra i suoi neuroni, si
dovrebbero rintracciare anche i dispositivi della ultima generazione.

ps. La trama di questa storia è inventata. Ma il fatto inquietante è
che gli unici particolari che la rendono inventata sono i chip e
l'operazione Italian Candidate. Il resto, da Solana al passaggio dalle
contestazioni al FMI alle finanziarie sotto dettatura del fondo
monetario internazionale, all'Afghanistan, ai 113 caccia comprati
sotto silenzio, all'articolo stracciavesti su Liberazione fino alla
base di Cameri è tutto vero.

(Prossima puntata: Operazione Italian Candidate in Nigeria. Come ti
commuovo l'opinione pubblica con l'Africa e depredo gli africani con
linguaggio equo e solidale)