A. A. A. referenziatissimi cercansi (II lancio)



Ricevo ed  inoltro: sorridendo amaramente.
Doriana

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A. A. A. governo temporaneamente uscito da crisi momentanea CERCA
URGENTEMENTE
referenziatissimi scopo apertura tavolo di concertazione e dialogo con
forze sociali impegnate nel settore della pace
per costruzione radioso futuro di democrazia, stabilità e, naturalmente,
pace.
Requisiti indispensabili: - essere contro la guerra senza "se" e senza
"ma", con qualche "però" e/o "distinguo",
- non avere preclusioni nei confronti delle divise, né di tonache nere o
bianche con crocifisso, né di completi con berretti, stellette, gradi,
mostrine e chi più ne ha più ne metta,
- riconoscere che la guerra è sempre un male, e nessuno naturalmente
vorrebbe farla, ma se è multilaterale, il discorso, pardon, il
"paradigma" "cambia",
- riconoscere consapevolmente che finché persisteranno problemi di
produzione e preoccupazioni per l'occupazione (se vi si è aggrovigliata
la lingua, la prossima volta leggete più lentamente) si potrà parlare di
riconversione dell'industria bellica soltanto come "percorso di lungo
termine" (vedi alle voce "utopie" o "utopia tutte le speranze te le
porta via"),
- essere disponibili a votare anche contro la propria "coscienza",
naturalmente per il bene del Paese e dell'Europa (leggi e pronuncia le
ultime parole sinteticamente "governo"),
- non avere preclusioni e pregiudizi nei confronti degli Americani,
- riconoscere consapevolmente che finché ci sarà il terrorismo
internazionale non sarà possibile "abbassare la guardia",
- riconoscere che la guerra non è soltanto morte, distruzione, miseria,
feriti e tutte queste robe che dicono i soliti "pacifisti" che vedono
soltanto un lato, ma anche onore, gloria, eroismo, servizio, altruismo,
generosità e chi più ne ha più ne metta,
- riconoscere che le forze armate sono importanti per mantenere la pace e
in caso di catastrofi naturali (e non aggiungere faziosamente che nel
secondo caso basterebbe potenziare la protezione civile), e, soltanto
come fine ultimo, in fondo a tutto per fare la guerra,
- essere pronti a qualsiasi sacrificio pur di non far cadere il governo,
perché questo spetta soltanto alla Chiesa Cattolica, a Confindustria ed
eventualmente al governo degli Stati Uniti d'America (in questo caso
vedi alla voce "ingerenza umanitaria"), e questo se commesso da
semplici parlamentari potrebbe configurare addirittura l'ipotesi di
abuso di potere,
- credere che "un mondo diverso è possibile", ma essere contrari
soltanto al "liberismo selvaggio" e alla "globalizzazione in assenza
di una "governance" condivisa" (è sufficiente credere il tutto, non è
necessario sapere cosa significa),
- avere una posizione "equilibrata" nei confronti del "mercato",
pardon, dei "mercati" (è ammessa la critica previa compilazione
dell'apposito modulo ritirabile presso i competenti uffici, indicando
con chiarezza tutte le espressioni che si intende usare, i soggetti ai
quali si intende indirizzarle, naturalmente in numero non superiore a
cinque e attendendo il benestare degli interessati,
- essere convinti che se la guerra, pardon, la "missione di pace" non è
gestita da questo governo lo sarebbe da un altro peggiore,  tanto vale
..,
- essere convinti che riducendo il numero degli ufficiali (più numerosi
che quelli del Pentagono) e acquistando, per es., 130 JSF (Joint Strike
Fighter) anziché 131, si potrebbe realizzare un risparmio che potrebbe 
essere un primo passo verso la pace (il 131° potrebbe sempre essere
chiesto in omaggio agli Stati Uniti a titolo di offerta speciale -
acquistando 130 JSF ne viene offerto uno a titolo promozionale con
scadenza dell'offerta nel 2023 - secondo la famosa canzone eseguita da
Nada, se non ricordo male),
- essere capaci di distinguere in quali situazioni si può parlare di
"massacro", "strage", "crimine contro l'umanità" e in quali altre
piuttosto di "uso sproporzionato della forza", soprattutto in
relazione ai soggetti che compiono le azioni oggetto di discussione
(sono disponibili gli appositi elenchi),
- non avere preclusioni nei confronti della "Giuliomazia" (abbracci e
baci con Condoleezza Rice, oppure con il premier israeliano Ehud Olmert,
e passeggiata a braccetto con il ministro Hezhbollah sul romito
lungomare di Beirut),
- riconoscere che l'Afghanistan è in mano ai signori della guerra più
che mai, ma: 1) i Taleban sono "allo sbando",
2) "le donne afghane non portano più il "burqa" (sarà, ma dalle
fotografie non si direbbe),
3) "l'Afghanistan sta progredendo sulla via della libertà e della
democrazia", come del resto l'Iraq,  e, infine, last but not least,
4) non è tutto oro quel che luccica e non dimentichiamoci che
"l'apparenza inganna",
- sapere distinguere bene le stelle a cinque punte (lo sono anche quelle
sul berretto dei carabinieri: avreste mai detto che il gen. Dalla Chiesa
portava sul sulo berretto lo stesso simbolo usato da coloro che
combatteva?),
- aver deplorato almeno una volta all'anno dall'inizio del nuovo
millennio comportamenti dei "no global non compatibili" e espresso
solidarietà al povero ministro Mastella subissato dai fischi a Roma
mentre era a Cortina (che orecchie, ragazzi!),
- essere in grado di prevedere l'orientamento dei prossimi cinque voti
del senatore Pallaro (un nome, una garanzia),
- conoscere 999 (novecentonovantanove, adesso dopo aver letto fate un bel
respiro) rimedi per eventuali mal di pancia prevedibili durante e a
causa della costruzione del costituendo Partito Democratico,
- aver visto almeno una volta uno dei film che seguono:
  1) "Sta per venire la rivoluzione, ma non ho niente da mettermi",
  2) "Arturo va in città" (1938) di Alexander Eswai, con Fernandel nel
ruolo del personaggio da cui il titolo,
  3) "L'isola di Arturo" (1962), di Damiano Damiani (che non è girato
in Sardegna, ma, se non ricordo male, a Filicudi),
  4) "rag, Arturo de Fanti bancario precario" (1980) di Luciano Salce,
  5) "Arturo" ("Arthur", 1981) di Steve Gordon,
  6) "Arturo 2 on the rocks" ("Arthur 2 on the rocks", 1988) di Bud
Yorkin,
  7) "Un orso chiamato Arturo" (1992) di Sergio Martino (qualsiasi
riferimento somatico è da intendersi puramente casuale),
  8) "King Arthur" (2006) di Antoine Fuqua (sotto sotto ...),
  9) "Che carriera che si fa con l'aiuto di mamma'" (1970) di Pierre
Richard,
10) ,"Che c'entriamo noi con la rivoluzione?" (1972) di Sergio
Corbucci,
11) "Se gli altri sparano ... io che c'entro?" (1973) di Pierre
Richard,
12) "Ci son dentro fino al collo" (1974) di Claude Zidi,
13) "Quel movimento che mi piace tanto" (1975) di Franco Rossetti,
14) "Bagarre express" (1975) di Claude Zidi.
 Per ulteriori informazioni: www.parisivalbeneunamessa.gov.it oppure
www.unitisìperrifareladc.it . Numero verde: 800.17.47.90.