All'attenzione del sindaco Sergio Cofferati



Bologna, 7 marzo 2007

all’attenzione del sindaco Sergio Cofferati

Abbiamo appreso che lei vuole fare pagare i danni dell’asfalto ai
manifestanti di sabato scorso contro il Cpt di via Mattei. Noi ci
offriamo invece di utilizzare i nostri prossimi giorni liberi per
riparare quegli sfregi – simbolici più che altro – all’asfalto. Sia
chiaro: lavoro volontario e gratuito.

Perché questa offerta? Non siamo particolarmente turbati dalla buca in
via Mattei [a Bologna ce ne sono un bel po’] o dai lievi fastidi che
qualche automobilista potrebbe ricavarne… [ben più gravi i danni che le
auto ogni giorno fanno gli umani]. No, dichiariamo subito che nostra
intenzione è evitare che alcuni di coloro che hanno manifestato contro i
Cpt siano costretti a pagare una multa o peggio a subire un processo. Ci
sono già a Bologna denunce per chi ha “smontato” un Cpt e
orgogliosamente [lo striscione era in testa al corteo] dichiara “lo
rifarei”. Noi firmatari non abbiamo partecipato materialmente a quel
tentativo di “smontaggio” ma siamo pienamente dalla parte di chi – a
viso aperto – lo fece: fa parte di una prassi nonviolenta [avrà signor
sindaco sentito parlare di Gandhi, Capitini, Dolci, King] che è «antica
come le montagne» disobbedire a leggi che si ritengono moralmente
inaccettabili.

Senza farla troppo lunga signor sindaco, se lei accetta noi siamo
disponibili a lavorare, praticamente da subito e anzi a trovare altri
volontari e volontarie per aggiustare quelle buche. Ci permettiamo solo
di chiedere [a lei o forse a qualche assessore che ne ha la competenza]
che in cambio di questo lavoro gratuito sia concesso a uno scultore –
che noi ci impegniamo a trovare, se lei ci incoraggia – di realizzare
gratuitamente nei pressi del Cpt o in altro luogo di Bologna un piccolo
monumento – potrebbe persino bastare una lacrima - al dolore di chi
migra. Sotto il monumento certo occorre trovare una frase adatta: lei
che ne direbbe dei versi scritti da Emma Lazarus [ha presente? Se vuole
gliene inviamo copia] sotto la statua della libertà a New York? Oppure
delle 6 paroline – ricorda? - che lo scrittore svizzero Max Frisch volle
regalare a tutti noi, proprio quando nel suo Paese una indecente
gazzarra razzista si scatenava contro gli emigrati in generale e gli
italiani in particolare?

Ringraziandola dell’attenzione, attendiamo una sua risposta. Ove non
arrivasse ci presenteremo nei prossimi giorni con cazzuola e carriola
alla segreteria del suo ufficio per chiedere appuntamento e prendere gli
accordi del caso. Se la sua vecchia professione di sindacalista fosse
“turbata” dall’idea di consentirci un lavoro gratuito ci permettiamo di
ricordarle “gli scioperi a rovescia” che nel dopoguerra la Cgil di Di
Vittorio – ricorda? - mise in atto.

Inviare le adesioni a nad3824 at iperbole.bologna.it