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Il petrolio iracheno
- Subject: Il petrolio iracheno
- From: "ufficio stampa Un ponte per" <stampa at unponteper.it>
- Date: Thu, 8 Mar 2007 09:41:08 +0100
NON PROFITTIAMO DELLA GUERRA Il parlamento iracheno ha ricevuto dal governo la nuova legge sugli idrocarburi che tra le altre cose apre la porta alle grandi compagnie petrolifere straniere, la Shell, l' Exon-Mobile, la Chevron, la British Petroleum e l'italiana ENI. L’ ENI è anche nostra - il 32% delle azioni sono detenute del Ministero dell’ Economia e Finanze – e questo ci impone di chiedere con forza all’ ENI di non firmare accordi ‘immorali’ ottenuti approfittando dell’ avventura militare, costata la vita a centinaia di migliaia di civili innocenti, che garantirebbero enormi profitti togliendo ossigeno vitale all’economia irachena. Un Ponte per ... esprime la sua estrema preoccupazione rispetto alla proposta di legge che, nel caso venisse, approvata porterebbe alla svendita della più importante ricchezza del paese mettendo le risorse petrolifere e gasifere nelle mani delle compagnie straniere e togliendo all'erario iracheno risorse fondamentali per la ricostruzione dell' Iraq e il mantenimento della propria indipendenza economica, rendendo La ‘Federazione Irachena dei sindacati del petrolio’ ha più volte espresso la propria contrarietà alla privatizzazione e alla cessione della ricchezza del paese alle compagnie straniere chiedendo formule contrattuali rispettose della sovranità irachena e coerenti con le necessità di sviluppo del settore. Hassan Jumma Awad, presidente della federazione ha commentato: “Noi crediamo che questa legge sia più politica che economica e che rispecchi gli interessi delle compagnie straniere e che non il futuro dei figli e delle figlie dell’Iraq’. E’ dall’aprile del 2003 che il sindacato chiede che la riorganizzazione del settore avvenga con la partecipazione dello stesso sindacato e degli esperti petroliferi e economici iracheni. Al contrario la legge, scritta sotto occupazione militare e voluta dalle grandi multinazionali petrolifere, è stata stesa a porte chiuse e solo ora portata a conoscenza del paese e delle sue forze politiche e sociali. Sarebbe estremamente immorale profittare di una guerra che sta insanguinando il paese per firmare accordi estremamente vantaggiosi. E' per questo che Un Ponte per ... e altre associazioni hanno chiesto, attraverso una lettera aperta, al governo italiano di esprimere chiaramente il proprio dissenso verso ogni politica volta a espropriare l'Iraq delle sue ricchezze e di esercitare il proprio ruolo di azionista maggioritario dell’ENI impedendo che questa approfitti della guerra. Chiede inoltre al Presidente dell' ENI, Roberto Poli, di non sfruttare tale legge, ma di attenersi strettamente al codice morale della società e di attuare nel paese una politica di cooperazione e reale sviluppo delle risorse petrolifere. Una politica etica e rispettosa basata sulla cooperazione e non sullo sfruttamento per non ripetere scelte scorrette di cui oggi, in Nigeria, vediamo i drammatici risultati. Primi firmatari della lettera aperta: Fabio Alberti - Un Ponte per…, Raffaella Bolini – ARCI, Giulio Marcon – Lunaria,Antonio Tricarico - Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Edo Dominici - A Sud, Rosita Viola – ICS, Troisi Riccardo – Rete Lilliput, Maurizio Gubbiotti – Lega Ambiente, Alessandra Mecozzi – Responsabile Ufficio Internazionale FIOM-CGIL, Luigia Pasi – SdL Intercategoriale, Claudio Avvisati - Delegato RSU Eni Roma, Margherita Paolini - Direttore Responsabile di oltreillimes.net, Michele Paolini - Giornalista economico La lettera aperta può essere firmata sul sito. <http://www.unponteper.it/>www.unponteper.it Per informazioni: Paola Gasparoli <mailto:paola.gasparoli at unponteper.it>paola.gasparoli at unponteper.it 06 44702906 - 44360708
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