The Guardian: Obiettivo Iran: Gli USA capaci di attaccare in primavera



Obiettivo Iran: Gli USA capaci di attaccare in primavera

Nonostante continui a negare, i piani del Pentagono per un possibile
attacco su siti nucleari sono ad un livello operativo molto avanzato.

Ewen MacAskill a Washington
Sabato 10 febbraio, 2007
The Guardian

Traduzione di Tom Corradini (www.tomcorradini.it
<http://www.tomcorradini.it>)
Articolo originale:
http://www.guardian.co.uk/iran/story/0,,2010086,00.html
<http://www.guardian.co.uk/iran/story/0,,2010086,00.html>

Secondo fonti informate a Washington i preparativi degli  USA per un
attacco aereo contro l'Iran sono ad un livello avanzato, nonostante
l'amministrazione Bush continui a negarlo.

L'attuale concentramento militare nel Golfo consentirebbe agli USA di
lanciare un attacco entro questo primavera. Ma le fonti di informazione
affermano che se vi fosse un attacco, questo verrebbe lanciato molto
probabilmente il prossimo anno, poco prima che Bush lasci il suo incarico.

I neo-conservatori, particolarmente quelli dell' American Enterprise
Institute sito a Washington, chiedono insistentemente che Bush apra un
nuovo fronte contro l'Iran. Stesse richieste verrebbero fatte dal
Vicepresidente Dick Cheney. Il dipartimento di stato ed il Pentagono si
oppongono, così come i membri Democratici del Congresso e la stragrande
maggioranza dei Repubblicani. Le fonti dicono che Bush non ha ancora
preso una decisione. L'amministrazione Bush insiste nel dichiarare che
il concentramento militare non è offensivo ma mira a contenere l'Iran e
costringerlo a delle concessioni diplomatiche. L'obiettivo è di
persuadere Teheran a sospendere il suo programma di armamento nucleare
ed abbandonare le proprie ambizioni di espansione nella regione.

Robert Gates, il nuovo segretario alla difesa USA, ha dichiarato ieri:
"Non so quante volte il Presidente, il segretario [di stato Condoleezza]
Rice ed io abbiamo dovuto ripetere che non abbiamo nessuna intenzione di
attaccare l'Iran"

Ma Vincent Cannistraro, un analista di intelligence con sede a
Washington, ha condiviso la valutazione delle fonti  riguardo al fatto
che i piani del Pentagono siano ad uno stato molto avanzato. "La
pianificazione per un attacco continua nonostante le smentite pubbliche
di Gates. Gli obiettivi sono stati selezionati. Per essere solo una
campagna di bombardamenti contro siti nucleari, è ad un livello molto
avanzato. Si stanno mobilitando risorse militari per portare avanti
questo tipo di operazione."

Cannistraro ha aggiunto: "Stiamo portando avanti i piani per una guerra.
E' incredibilmente pericoloso."

Dispiegamento

Cannistraro, che ha lavorato per la CIA ed il National Security Council,
ha sottolineato il fatto che al momento non è stata presa nessuna
decisione.

Il mese scorso Bush ha ordinato che un secondo gruppo di combattimento
guidato dalla portaerei USS John Stennis venisse inviato nel Golfo come
supporto alla USS Eisenhower. La USS Stennis arriverà entro i prossimi
10 giorni. Missili US Patriot aggiuntivi sono stati inviati nella
regione, così come più dragamine, in previsione di un'azione di
rappresaglia iraniana.

Dando un altro segnale che le preparazioni per un attacco sono ad uno
stato avanzato, Bush ha ordinato che le riserve strategiche di petrolio
vengano incrementate.

Il pericolo è che l'ammassamento di forze militari possa scatenare una
guerra accidentale. Esponenti iraniani hanno dichiarato giovedì che
hanno fatto dei test missilistici con vettori capaci di colpire navi da
guerra nel Golfo..

Il colonello Sam Gardiner, un ex-ufficiale delle forze aeree a che ha
eseguito dei giochi di guerra che avevano l'Iran come obiettivo,
supporta l'opinione che i piani per un attacco aereo siano pronti:
"Gates dice che non vi è nessun piano per una guerra. Sappiamo che non è
vero. Forse voleva dire che non vi è un piano per un attacco immediato.
Sono state delle dichiarazioni strampalate."

"Tutte le azioni intraprese nelle ultime settimane sono consistenti con
il tipo di azioni che verrebbero fatte se si dovesse procedere ad un
attacco aereo. Dobbiamo sbarazzarci della nozione che gli USA non
attaccherebbero perché hanno le mani legate in Iraq. Questa si tratta di
un'operazione area."

Una delle forze principali a favore di questa guerra, oltre all'ufficio
della vicepresidenza americana, è l'AEI, sede dei neocon. E' stato un
membro della AEI ha coniare lo slogan "asse del male" che ha
originariamente accostato l'Iran accanto alla Corea del Nord.
L'influenza della AEI sulla Casa Bianca sembrava essere in declino
l'anno scorso a causa delle continue brutte notizie che provenivano
dall'Iraq, di cui era stato il cheerleader dell'invasione. Ma nonostante
l'opposizione del Congresso, il Pentagono ed il dipartimento di Stato,
Bush il mese scorso ha optato per un piano dell'AEI che prevedeva
l'invio di più truppe in Iraq. Appoggerà anche le richieste da parte di
membri dell'AEI per un attacco aereo contro l'Iran?

Josh Muravchik, uno specialista del Medio Oriente dell'AEI, è tra i
supporter più accaniti per tale attacco.

"Non penso che nessuno negli USA stia parlando di invasione. Siamo stati
addolciti dall'esperienza in Iraq, persino un falco come me." Ma un
attacco aereo è un'altra cosa. Il pericolo che l'Iran disponga di
un'arma atomica "non è che la usi per un attacco a sorpresa ma che bensì
la usi come scudo per eseguire tutta una serie di cattive azioni. Non
credo che ci sia nessun'altra maniera di fermare tale eventualità che
attraverso la forza bruta."

Bush fa parte di quella generazione di Americani che ha rifiutato di
perdonare l' Iran per la crisi degli ostaggi del 1979-81. Lascerà il suo
incarico nel gennaio 2009 ed ha ripetutamente affermato che non vuole
lasciare un'eredità politica dove l'Iran ha raggiunto lo status di
superpotenza nella regione e sia vicino a sviluppare un potenziale
armamento nucleare. La logica di tutto ciò è che se gli sforzi
diplomatici di persuadere l'Iran a cessare il proprio programma di
arricchimento dell'uranio dovessero fallire l'unica alternativa
disponibile sarebbe di passare la palla all'esercito.

Mr Muravchik vuole che Bush mantenga la sua parola: "L'amministrazione
Bush ha detto che non avrebbe permesso all'Iran di avere armi nucleari.
O sono cazzate o vi è un chiaro segnale: faremo quello abbiamo detto se
dobbiamo farlo. Preferirei pensare che non si tratti di solo fumo negli
occhi."

Altri neocon a Washington si oppongono ad un attacco aereo ma invocano
una forma differente di azione militare, appoggiano i gruppi armati
iraniani, in particolare Mujahideen-e Khalq (MEK), anche se il
dipartimento di stato lo ha marchiato come organizzazione terroristica.

Raymond Tanter, fondatore della Iran Policy Committee, che include
ex-funzionari della Casa Bianca, Dipartimento di Stato e servizi di
intelligence, è uno dei personaggi principali che invoca l'appoggio del
MEK. Se si dovesse arrivvare ad un attacco aereo, è dell'idea che si
debbano utilizzare bombe anti-bunker (bunk-busting). "Credo che la sola
maniera di arrivare a distruggere i siti sotterranei di Natanz e Arak
sia di utilizzare delle bombe bunker-buster, alcune delle quali hanno
una testata nucleare. Non credo che gli USA lo farebbero ma hanno
venduto alcune di queste ad Israele."

Appoggiare l'opposizione

Un' altra neocon, Meyrav Wurmser, direttore del centro politiche per il
Medio Oriente al Hudson Institute, è a favore nell' appoggiare i gruppi
di opposizione. E' delusa dall'attuale risposta dell'amministrazione
Bush all'Iran e diche che se l'obiettivo della linea politica americana
dopo l' 11 di settembre era di rendere il Medio Oriente più sicuro per
gli USA questo non è stato raggiunto perché l'amministrazione si è
fermata all' Iraq. "Non vi è sufficiente volontà politica per un
attacco. Sembra che vi siano opinioni differenti su quale debba essere
la linea politica."

Nonostante il veto presidenziale su eventuali negoziati con Tehran, il
dipartimento di stato è stato coinvolto dal 2003 in approcci ed incontri
dietro le quinte attraverso canali secondari con il coinvolgimento di
funzionari iraniani e membri dell'amministrazione Bush o individui
vicini ad essa. Ma quando lo scorso anno il presidente iraniano, Mahmoud
Ahmadinejad, ha inviato una lettera per aprire una linea di
comunicazione, il dipartimento di stato l'ha considerata come non
sufficiente a poche ore dal suo arrivo.

Un appoggio ai negoziati viene dai thinktank centristi e liberali.
Afshin Molavi, un membro della New America Foundation, dice: "Sostenere
che la diplomazia non ha funzionato è falso perché non si è neanche
provato ad utilizzarla. Dagli anni 90 ad oggi, quando l'Iran era pronto
a danzare, gli USA si sono rifiutati di farlo, e quando gli US erano
pronti a danzare, era a rifiutarsi di farlo. Siamo ad un punto in cui l'
Iran è pronto ad attraversare la sala da ballo ma gli USA guardano da
un'altra parte."

Molavi è preoccupato che "un errore di calcolo provochi una guerra
accidentale ".

Il catalizzatore di questa reazione potrebbe essere l'Iraq. Il Pentagono
ha detto ieri che ha le prove – numeri di serie di proiettili ed
esplosivi – che le armi di alcuni insorti iracheni provengono dall'Iran.
In un ulteriore segnale di aumento di tensione, il negoziatore
principale iraniano, Ali Larijani, ha cancellato un visita a Monaco di
Baviera in quanto si sarebbe trattato del primo incontro formale
dall'anno scorso con controparti occidentali.

Se alla fine si arrivasse alla guerra, Muravchik ha detto che l'Iran
farebbe delle azioni ritorsione, ma che tutto considerato varrebbe la
pena fermare un paese il cui slogan ufficiale  è "Morte all'America".

"Dobbiamo preparci per assorbire il contro-shock," ha detto.

Guerra di Parole

"Se l'Iran aumentasse la sua azione militare in Iraq a sfavore delle
nostre truppe e/o l'innocente popolo iracheno, noi risponderemo duramente."
George Bush, in una intervista alla  National Public Radio

"Gli iraniani credono chiaramente che noi siamo con le mani legate in
Iraq, che loro possano avere l'iniziativa, che sono in una posizione di
metterci sotto pressione in vari modi. Non stanno facendo niente per
essere costruttivi in Iraq a questo punto"
Robert Gates

"Penso che sia ormai chiaro che l'Iran sta pescando in acque pericolose "
Dick Cheney

"E' assolutamente uguale. Stanno utilizzando gli stessi passi di danza –
demonizzare i cattivi, il pretesto della diplomazia, mantenersi fuori
dai negoziati, utilizzare dei prestanome. E' l'Iraq redux"
Philip Giraldi, ex-specialista CIA in operazioni contro-terrorismo,
Vanity Fair

"I responsabili politici ed analisti USA sanno che la nazione iraniana
on farebbe passare un'invasione senza risposta. I nemici del sistema
islamico hanno fabbricato vari rumori su morte e salute per
demoralizzare la nazione iraniana, ma non sanno che non hanno a che fare
con una sola persona in Iran. Hanno a che fare con una nazione "
Supremo leader iraniano Ayatollah Ali Khamenei