Fwd: R: [neurogreen] Brigate Rosse? Ma quanta fantasia...



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From: mazzetta <Goedel at fastwebnet.it>
Date: 14-feb-2007 15.40
Subject: R: [neurogreen] Brigate Rosse? Ma quanta fantasia...
To: neurogreen at liste.rekombinant.org





ferrero.roberto wrote:

si direbbe che è partita una potente offensiva contro chiunque disturba i
manovratori, e, IMO,occorre dare risposta, prima che ci spiumino come polli.

roberto

Una risposta?
La risposta la sanno tutti, ma non gli interessa.

La sapevano anche le BR (o quello che sono) che erano "entusiaste" del modello-
Venaus e lo sanno i politicastri che non sanno fare altro che criminalizzare i
movimenti.
Si parla di violenza, ma in piazza non se ne vede da Genova, almeno da parte
dei manifestanti. Da allora è piovuta una cosa fatta di 15.000 denunce, in gran
parte pretestuosa, e gente normalissima è stata trattata peggio degli
appestati.

Negli ultimi giorni si sono sentiti anche dei deficienti definire "offensivo"
che Casarini sia intervistato in televisione.
Offensivo perchè?

In televisione campeggiano ogni giorno fior di criminali, ma la presenza di
Luca  sarebbe offensiva. Non è offensivo il Porta a Porta di ieri sera invece,
dove uno con pesanti carichi giudiziari come Dell'Utri e la nipote del
mascellone, hanno montato uno spettacolo indegno, con Vespa che vantava le
qualità del dittatore.

Quando i presenti hanno ricordato i difettucci e gli errori di quel gran
criminale, chiamando proprio i diari a testimonianza della lucida stronzaggine
ducesca, ci ha pensato Vespa che ha ipnotizzato la telecamera; ha ricordato che
"la gente non sa che Mussolini non voleva la guerra" e poi ha lanciato un
servizio sulle foibe.
E' stato pure esibito il figlio di uno degli scomparsi, che però è andato in
confusione quando gli è stato chiesto di spiegare cosa facesse esattamente la
"milizia", nella quale era impiegato il padre prelevato dai "sanguinari" slavi.

E non è offensivo indicare le mamme di Vicenza come rincoglionite infiltrate
da criminali?

Il modello che tanto ha affascinato le Br e che tanto è temuto dallo stato
(inteso come la manica di cialtroni che occupa la cosa pubblica e la finanza),
altro non è che la trasformazione naturale del movimento italiano.

Terminata la stagione dei grandi movimenti di massa, frantumati dall'agguato
genovese e dal successivo calo di tensione, abbiamo continuato a sciamare
(remember chi c'era) in libertà. L'accorrere a sostegno di istanze locali
meritevoli, in particolare sotto il profilo ambientale (da Scanzano in su), è
ormai diventato una costante, così come si sono viste iniziative di raccordo e
collaborazione con il mondo del lavoro improntate a questo schema, come nel
caso dell'esperienza di S. Precario.

L'esperienza contro il caro-vita invece, pur incontrando i favori di gran
parte dei consumatori, ha subito pesanti sanzioni giudiziarie. Il che ci
dovrebbe far riflettere, questo fenomeno è una spia che lì il dente duole;
perchè la principale ingiustizia nel nostro paese è quella re-distributiva:
siamo un paese ricco, ma si dividono tutto in pochissimi.

Purtroppo non esiste ancora la consapevolezza pubblica di questo gap, non si
riesce ancora a renderlo un problema reale come un treno che ti sbuca in
salotto o una mega-base nel cortile di casa; ma ci possiamo lavorare sopra.

Offrire sostegno, know how e collaborazione senza chiedere nulla in cambio è
stata l'operatività che ha caratterizzato l'azione di molte parti del
movimento.
Il riscontro pratico è stato ottimo, perchè connettendo le istanze locali o
settoriali ad una rete di supporto (dotata anche di media propri e di grande
penetrazione in Internet) nazionale, si è consentito alle comunità locali di
combattere al meglio una battaglia contro poteri soverchianti. In particolare
la condivisione dei saperi è stata evidente e fruttuosissima.

Non so se Vicenza resisterà (ma mi sembrano toste anche le signore di Vicenza)
e se l'ennesimo ricorso per l'ennesima violazione delle normative europee potrà
ripetere il miracolo, ma di sicuro la partita è tutta da giocare.

Questi lo capiscono benissimo che la continua criminilazzione di onestissime
ed apertissime forme di dissenso, finisce per spingere alcuni verso esperienze
violente, ma evidentemente pensano che ne valga la pena e ne ritengono giusto
il prezzo.

Tanto quando scoprono una "banda di terroristi" propongono di chiudere i
centri sociali, alzano l'allarme predicendo esplosioni di violenza da parte di
chi con questi non c'entra nulla. Quando invece non succede niente non va tanto
meglio, l'uso dell'aggravante di "eversione", le tante denunce apertamente
pretestuose che poi cadono miseramente (l'ultima caduta, quella per il nazi-
papa su indymedia, roba vista in tutto il mondo, ma questi denunciano
indymedia), decine di persone accusate di cose folli, a Bologna un giudice ha
riconosciuto addirittura la dolosa costruzione di prove da parte degli
inquirenti.

Non c'è da stupirsi che qualcuno possa pensare di rispondere male.

Non c'è da stupirsi, possono permetterselo perchè presidiano la creazione di
senso, cioè i media. Quando però i problemi si materializzano, come nel caso di
dispute localizzate, il controllo dei media no basta più, perchè su scala
locale si rivela inefficace e molto meno incisivo del contatto personale.

Non solo, si rivela soprattutto controproducente; a Venaus lo scatto decisivo
nella protesta c'è stato quando la gente della valle ha sentito tutti gli
organi d'informazione mentire su cose e situazioni che loro conoscevano
benissimo. Lo stesso accade oggi a Vicenza, dove i vicentini si incazzano
ancora di più a sentirsi dipingere come sfaccendati no-global o gente da centro
sociale; figuriamoci poi per antiamericani o addirittura violenti.

Ovviamente superare queste modeste differenze e riuscire a farsi accettare da
certi vicentini potrebbe sembrare difficile, ma non lo è quando si supera il
livello metadescrittivo con il quale identifichiamo il "noi" e il "voi" e si
lavora insieme per uno scopo comune.

Questo genere di operazioni si sono rivelate molto più feconde (per non dire
dell'efficacia) della semplice adesione al corteo o dell'asciutto simpatizzare
a distanza, hanno prodotto relazioni e risultati. Molto di più di quanto non
siano riusciti a fare i vari "tavoli" negli ultimi anni. Sul piano
dell'outreach poi è stato un successo, un sacco di gente ha capito che il
mostro non esiste e che opporsi a certe ingiustizie si può.

Quindi direi che sia perfettamente inutile curarci delle sciocchezze
allarmiste, che al contrario andando smentite finiranno per giocare a favore e
cercare di organizzare/godere una imponente e accogliente manifestazione no-
war.

La Br non ci interessano, sparare non ci interessa, discutere con i deficienti
ipotesi da deficienti non ci interessa.

Ci lascino sciamare in pace e tengano al guinzaglio giudici e polizie troppo
zelanti piuttosto. L'accanimento giudiziario, oltre ad essere ingiusto,
introduce le persone nel circuito penale e costruisce rancori, rovina la vita
delle persone, toglie la speranza e conduce alla disperazione.

Si usa contro le persone qualunque, perchè protestano. Non si usa contro i
grandi criminali, non si usa contro i potenti. Lo scandalo Telecom è una cosa
che dovrebbe far tremare le fondamenta della Repubblica, ma i magistrati sono
prudenti, la politica non ne parla (sono impegnati a rivalutare Mussolini, c'è
da capirli, poveretti) e Grillo ha dovuto far colletta e comprare una pagina
per veder scritta su un giornale la richiesta di dimissioni di Tronchetti.

Solo uno dei furbetti del quartierino è in galera e nessuno ci finirà mai.
Fiorani, il più "colpevole" non vedrà la prigione, il governatore della Banca
d'Italia riemergerà tra qualche tempo stimato e onorato, gli altri soci sono a
spasso pure loro. Quindi che rischi corre Tronchetti? Che rischi corrono quelli
che hanno depredato Telecom, conservando solo un "grande orecchio" con il quale
spiare tutto e tutti a beneficio di pochissimi?

Molti meno di quelli che ne corre una mamma di Vicenza se resiste a un
poliziotto che carica, questo è un dato di fatto, poichè con il giudice giusto
questo comportamento potrebbe essere considerato atto all'eversione dell'ordine
costituzionale, nonchè resistenza a pubblico ufficiale e altro...

Fortunatamente il rischio non esiste, a Vicenza non sarà in gioco alcuna
questione di ordine pubblico. Il pericolo maggiore è quello rappresentato da
fastidiose "solidarietà con i compagni Br" o dalle solite esibizioni del
cabaret "10-100-1000" ( e dal loro rilancio su tutti gli schermi), ma anche in
questo caso direi che la soluzione migliore sia fottersene. Non ha senso
neanche fare a botte con gli sfigati.

imho

m








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NEUROGREEN
ecologie sociali, strategie radicali
negli anni zerozero della catastrofe
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