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COMUNICATO STAMPA
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- Date: Mon, 12 Feb 2007 16:36:27 +0100
COMUNICATO STAMPA Martedì 13 febbraio alle 17:00 Presidio di protesta davanti all’Ambasciata della Repubblica Ceca in via dei Gracchi, 322. In Italia, Olanda Grecia, Spagna, Francia e Ungheria gli Umanisti presidieranno le ambasciate ed i consolati cechi in contemporanea con la manifestazione organizzata a Praga alla stessa ora davanti alla sede del governo ceco. Per informazioni: Isabel Torres-Carrilho C. 338 24 89 746 isabelstella at gmail.com Valentina Vespa C. 328 0911 025 vespa.valentina at gmail.com Coordinamento Ne zakladman http://www.humanistickastrana.cz/stranka.php?stranka=ne_zakladnam PER UN’EUROPA DI PACE NO ALLA BASE MILITARE USA IN REPUBBLICA CECA Giorgio Schultze, Presidente della Regionale Umanista Europea, consegnerà una formale lettera di protesta al governo della Repubblica Ceca che ha autorizzato l’installazione di una nuova base militare USA nel paese, come parte del cosiddetto National Missile Defense System. Si notano in questa vicenda lo stesso servilismo dimostrato dal governo italiano riguardo alla base di Vicenza, la stessa arroganza degli Stati Uniti e la stessa opposizione della gente. Davanti alle crescenti proteste organizzate da un coordinamento di oltre 40 organizzazioni, il governo ceco ha sostenuto che "si tratta solo di una questione tecnica" e si è rifiutato di sottoporla a referendum. In allegato foto della manifestazione del 29 gennaio in Piazza San Venceslao a Praga. Alla quale hanno partecipato 3.000 persone! Antecedenti in Repubblica Ceca IL RITORNO DELLE GUERRE STELLARI, NUOVE BASI USA NELL’EST EUROPEO UMANISTI, CATTOLICI E MUSULMANI UNITI NELLA LOTTA Credevamo che il vecchio sogno di Reagan dello scudo stellare fosse solo un triste ricordo ormai superato dalla storia, ed invece é un progetto quanto mai attuale. Dal 2002 gli USA hanno preso contatto con i governi dell’Ungheria, della Repubblica Ceca e della Polonia per la realizzazione di nuove basi militari secondo il progetto National System Defence. Gli accordi si sono svolti in segreto e solo nell’agosto 2006, grazie al coordinamento “Ne zakladnam” – no alle basi – promosso dal Movimento Umanista in Repubblica Ceca, la notizia é divenuta di dominio pubblico. Le elezioni politiche si sono svolte pochi mesi prima; l’ODS, il partito di maggioranza relativa, ha formato una coalizione di destra, insieme alla Democrazia Cristiana e ai Verdi, con giusto 100 deputati contro i 100 della sinistra. Una situazione di paralisi politica che si é sciolta solamente nel gennaio 2007, grazie a due deputati socialisti che, nel miglior stile del trasformismo italiano, sono passati con la destra. Il giorno dopo la formazione del governo, il Premier M. Topolanek ha annunciato, dietro evidenti pressioni degli americani e tra numerosi problemi di politica interna ancora da risolvere, la realizzazione dello scudo stellare in Repubblica Ceca. Il coordinamento “Ne zakladnam”, già molto attivo nei mesi precedenti, ha reagito immediatamente, improvvisando una manifestazione con circa 3.000 persone: “vogliamo il referendum” era lo slogan più gridato. Giovani e meno giovani hanno marciato fino all’ambasciata americana, dove simbolicamente hanno consegnato un ombrello con i colori della pace: gli ombrelli li abbiamo, non abbiamo bisogno del vostro ombrello stellare! Davanti alla sede del governo, invece lo slogan é stato: “ o nas bez nas”, si decide su di noi senza di noi, riferendosi al periodo comunista e forse alla conferenza di Monaco, quando l’Europa permise a Hitler di conquistare la Cecoslovacchia. L’umanista Jan Tamas, portavoce del coordinamento, spiega: “Finora non abbiamo ascoltato nessuna spiegazione ragionevole sul motivo dell’installazione delle basi; tutto è stato fatto nel miglior stile dei regimi dittatoriali, alle spalle della gente”. Sicuramente in una situazione internazionale che vede la ripresa della corsa agli armamenti nucleari, la lotta al terrorismo, l’instabilità politica in Medio Oriente e soprattutto le dichiarazioni sulla possibilità di usare la bomba nucleare, installare queste basi nell’Est significa buttare benzina sul fuoco e aumentare le tensioni. Putin ha già dichiarato che realizzare questo progetto è come un atto di guerra e che sicuramente i russi costruiranno nuove armi contro lo scudo americano. La domanda è: al di la delle dichiarazioni ufficiali, a cosa mira veramente la politica americana? Perché non possiamo credere che tutto questo sia per contrastare la bombetta nucleare dell’Iran o, come si dice a Praga, per proteggere l’Europa! Al contrario sembra che gli USA adottino la vecchia, ma sembra buona, strategia del divide et impera: prendono contatti con i singoli stati, non rendono pubblici gli accordi, promettono business da miliardi di dollari e l’Europa rimane in silenzio, divisa e impotente. Ogni paese fa la sua politica in maniera non convergente con gli altri e l’Europa corre il rischio di crescere come un mostro schizofrenico. Che la situazione internazionale sia grave e che la politica americana peggiori le cose, é chiaro a molti. Sia Kissinger che Gorbachov si sono espressi pochi giorni fa con molta chiarezza sulla necessità di prendere sul serio il tema del nucleare e rispettare il Trattato di non proliferazione. Secondo Giorgio Schultze, Presidente della Regionale Umanista Europea, l’Europa dovrebbe avere una politica indipendente da quella americana, schierarsi a favore di un disarmo nucleare proporzionale con la supervisione dall’ONU, restituire agli Stati Uniti le 500 bombe nucleari custodite nelle basi Nato sparse per il suo territorio e diventare così un modello di cultura non violenta per il resto del mondo. Solo cosi si può evitare una catastrofe nucleare. Intanto continuano le proteste di Ne zakladnam anche nei paesini in cui si vuole costruire il radar per lo scudo stellare e Jan Tamas assicura che in Europa si sentirà parlare della loro iniziativa perché alla fine, non ostante le menzogne, la violenza, la manipolazione e le ingiustizie, trionferà la luce della ragione e un nuovo umanesimo si fará strada nel cuore della gente. Praga, 5.2.2007 Gerardo Femina Antecedenti in Italia: La costruzione dello scudo stellare fa parte di un progetto (vecchio di venti anni) che investe l'intera Europa e che potrebbe avere un potere destabilizzante ben oltre il suo territorio. È per questo doveroso che l'Unione Europea prenda una chiara ed univoca posizione a riguardo, che si traduca in un'inequivocabile politica estera non belligerante. È, inoltre, altrettanto necessario che in ogni paese europeo i cittadini facciano sentire il proprio dissenso e che siano resi consapevoli della vastità e dell'organicità del programma militare cui sono coinvolti. Quanto sta accadendo in Repubblica Ceca e in Polonia si pone in continuità con il piano di allargamento delle basi Nato a Vicenza e cambierà, nei fatti, l'impostazione europea su fondamentali questione di politica estera, venendo meno ai principi distensivi dichiarati nei documenti ufficiali dell'UE. I contemporanei fatti di Vicenza, oltre a dimostrarci quanto siamo direttamente coinvolti, rendono evidente come tutto sia riconducibile ad un'unica direzione che pone nuovamente gli Stati Uniti come rappresentanti di un Occidente politicamente aggressivo e dominanti di fronte ad una confusa incertezza europea. Il comitato Mondo Senza Guerre non può che appoggiare la protesta che da mesi viene portata avanti dal Ne Zakladnam (coordinamento ceco di oltre 40 associazioni contrarie all'istallazione delle basi Nato), essendo nato per diffondere l'urgenza del disarmo mondiale contro le attuali tendenze verso una nuova corsa agli armamenti. Negli ultimi mesi numerose sono state le manifestazioni volte a sensibilizzare su questo tema: da simboli della pace ottenuti con le fiaccole (nelle città di Roma, Torino, Milano) a sit-in di protesta davanti le ambasciate di paesi detentori di testate nucleari. Il 17 marzo, nell'anniversario dell'attacco all'Iraq, sarà realizzato un enorme simbolo della pace a Piazza del Popolo, a Roma ( http://www.simbolodellapace.net). Valentina Vespa
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