Fwd: Giochi politici di Cgil, rifo &Co. su Vicenza



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Mentre stanno giungendo numerose adesioni alla
manifestazione del 17 febbraio anche da parte di varie
strutture ed esponenti sindacali, è necessario
soffermarsi sull'atteggiamento, tutt'altro che
cristallino, della Cgil vicentina nei confronti della
mobilitazioni in atto contro il progetto Ederle-2.
Una premessa necessaria per comprendere la logica di
certe manovre, volte a far rientrare dalla finestra
quanto la lotta popolare aveva messo alla porta, è che
localmente in primavera si terranno le elezioni
provinciali.
Già in occasione della grande manifestazione del 2
dicembre 2006, la Cgil aveva voluto prendere le
distanze dall'opposizione sociale rappresentata
dall'Assemblea permanente; ma in queste ultime
settimane certi giochi politici si sono fatti ancora
più evidenti.
Il 21 gennaio su "Il Giornale di Vicenza" viene
pubblicato un intervento, a firma del segretario della
Cgil locale, Oscar Mancini, dal titolo emblematico:
"Bisogna isolare i pochi facinorosi".
Questa presa di posizione, è subito apparsa quanto
meno ambigua.
Innanzitutto, poiché a tutt'oggi le mobilitazioni
contro la Ederle 2 si sono dimostrate del tutto
pacifiche (a meno che non si voglia considerare come
"violenza" il blocco di alcuni treni o i presidi,
inevitabilmente animati, sotto il municipio…), non si
comprende proprio perché il sunnominato dirigente
sindacale abbia sentito il bisogno d'agitare lo
spettro dei "pochi facinorosi" che farebbero diventare
un "boomerang" certe manifestazioni.
Neanche una parola spesa invece per denunciare il
crescente clima da stato di polizia che sta stringendo
Vicenza e la manifestazione del prossimo 17 febbraio,
quale spettacolare intimidazione armata verso chi,
inerme, rifiuta la guerra e le sue basi.
Mentre il sindaco Hullweck (Forza Italia) definisce
come "delinquenti" quanti stanno lottando in prima
persona, anche la Cgil giunge così a prestarsi ad una
criminalizzazione preventiva, dando per scontato che
ci sono dei buoni e dei cattivi.
Il problema per Cgil & C. è, evidentemente, un altro e
riguarda lo sviluppo orizzontale, autogestito e senza
deleghe dell'opposizione alla militarizzazione del
territorio vicentino; infatti, nello stesso intervento
si può leggere che l'obiettivo prevalente anche per la
Cgil è quello, non tanto di bloccare la nuova base
Usa, ma "di far funzionare la democrazia (non solo a
livello formale) ricollegando la partecipazione
popolare alle istituzioni politiche".
Tale preoccupazione però non si è fermata qui, in
quanto viene poi divulgata una piattaforma fasulla per
la manifestazione del 17 febbraio, con gli stessi
contenuti filoistituzionali e persino le stesse parole
dell'intervento del segretario Cgil, firmato in modo
del tutto arbitrario e scorretto come "Coordinamento
dei Comitati NO al Dal Molin". Tale documento viene
ripreso e fatto circolare oltre che dalla Cgil anche
da settori Ds, mentre appare sul sito nazionale di
Rifondazione Comunista spacciato come il documento
d'indizione del 17 febbraio. Scopo evidente
dell'operazione è oscurare la vera piattaforma
discussa e stilata dal Presidio Permanente contro il
Dal Molin (il cui testo è da tempo leggibile nel sito
www.altravicenza.it), in cui tra l'altro sta scritto:
"Ai politici e agli uomini di partito che condividono
la responsabilità di Governo locale e nazionale
rivolgiamo l'invito a partecipare senza le proprie
bandiere; vi chiediamo un segno di rispetto verso le
tante donne e i tanti uomini che in questi giorni si
sono sentiti traditi dai partiti e dalle istituzioni".
Infatti la solidale esperienza collettiva che sta
opponendosi alla Ederle-2 non "ha imboccato la strada
dell'antipolitica", come sostiene strumentalmente la
Cgil, ma anzi sta esprimendo il più alto livello della
partecipazione sociale, mentre le istituzioni
politiche hanno perso ogni credibilità davanti alla
maggioranza delle persone che hanno votato e riposto
fiducia in quei partiti che poi si sono dimostrati
collusi o passivi di fronte a questo progetto
antipopolare e antidemocratico.
Per questo, ci sentiamo di chiedere a tutti i
lavoratori e ai militanti della Cgil che, ancora in
buona fede, stanno partecipando all'organizzazione e
alle iniziative del Presidio permanente di fare la
loro parte anche dentro il sindacato, esigendo dai
loro dirigenti l'unica forma coerente di solidarietà
possibile: lo sciopero generale a Vicenza.