[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
intervento parlamentare On. Deiana su base Vicenza
- Subject: intervento parlamentare On. Deiana su base Vicenza
- From: <forumdonne.prc at rifondazione.it>
- Date: Mon, 5 Feb 2007 11:45:48 +0100
<http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Deputati\La%20Scheda%20Personale&cp=1&content=deputati/Composizione/leg15/NuoveSchede.asp?IdPersona=300478>ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, signor ministro, non si può che esprimere un giudizio nettamente negativo sulla scelta che il suo Governo, il nostro Governo, ha fatto per Vicenza. L'abbiamo già espresso ripetutamente in molte sedi e lo confermo in quest'aula anche alla luce dell'informazione che lei ha voluto fare a nome del Governo. È del tutto inadeguata la sua informazione, sia sul piano della trasparenza rispetto a come siano andati effettivamente i fatti e su quali vincoli reali vi siano in questa decisione, sia sul piano della responsabilità politica. Infatti, non si possono liquidare i dissensi e le manifestazioni di Vicenza come qualcosa a latere, qualcosa su cui si può esprimere un giudizio paternalistico. Vorrei anche dire, con molta nettezza (e mi riferisco alle considerazioni che ha espresso la presidente Pinotti) che non si tratta di un ampliamento della base già esistente, ma di un'altra base, signor ministro (lei lo sa benissimo), allocata a cinque chilometri da Ederle, che entrerà in malefica sinergia con la prima, nelle imprese di guerra degli Stati Uniti d'America. Voglio ricordarle che a Ederle e da Ederle vanno e vengono i ragazzi americani impegnati nella guerra in Iraq, da cui noi ci siamo magnificamente sottratti. La scelta, signor ministro, doveva e poteva essere diversa, a meno che non vi siano rinegoziazioni segrete nel trattato di bilateralizzazione degli accordi tra Stati Uniti ed Italia, protetti dal segreto militare. A meno che non vi sia questo. Tuttavia, questo passaggio non si evince dalla sua informativa. Per molte ragioni la scelta sarebbe dovuta essere diversa, per due in maniera stringente: la prima riguarda il rapporto tra il Governo dell'Unione (il nostro Governo) e le popolazioni di quel territorio; la seconda riguarda la negativa valenza strategica globale che il nuovo insediamento statunitense a Vicenza assumerà nella più generale ricollocazione delle forze militari del Pentagono in Europa. Di che parliamo, altrimenti? Il Presidente del Consiglio dei ministri, ad esempio, poteva risparmiarci l'infelicissima battuta sulla questione urbanistica, così come il ministro Rutelli, recatosi a parlare a settembre con il sindaco di Vicenza, Hullweck, poteva evitare di dichiarare che si tratterebbe soltanto di quattro palazzine in più rispetto a quelle che oggi sorgono nell'attuale area di Ederle e che lui (il ministro Rutelli, Vicepresidente del Consiglio) non vede proprio il pericolo che a Vicenza venga edificata la più grande base statunitense in Europa. Peccato che la pensi assai diversamente il Pag. 10 generale James L. Jones, comandante della forza statunitense in Europa nel 2005, che davanti al Senato americano ebbe modo di spiegare in termini assai diversi la valenza strategica che le autorità militari statunitensi lucidamente attribuiscono all'aeroporto Dal Molin. Le battute infelici e superficiali non sono casuali, signor ministro, né significano che il Presidente del Consiglio e gli altri ministri competenti non sappiano come stanno evidentemente le cose. Queste battute rimandano alla prima questione cui ho fatto riferimento, ovvero al rapporto tra il Governo e le popolazioni locali, innanzitutto, e a quello tra il Governo, il suo elettorato e la sua maggioranza, rapporto - duole dirlo, signor ministro - segnato dall'indifferenza e dalla poca attenzione, talvolta anche dall'inganno. Voglio dirlo con molta chiarezza: un vulnus, con la vostra decisione, è stato inferto al rapporto tra governanti e governati, rapporto che nel programma dell'Unione (ci facciamo spesso riferimento perché per noi si tratta di un punto importante per la tenuta di questo Governo e di questa maggioranza) avrebbe dovuto ispirarsi - e si deve ispirare - a criteri, modalità e pratiche di relazione tutto affatto differenti. Noi pensiamo che un punto dirimente e vincolante del programma sia proprio quello che stabilisce chiaramente un nuovo modo di pensare e costruire le relazioni con i territori, che è un modo anche per avviare - e su questo troppo poco si insiste e si dialoga - una nuova idea ed una nuova pratica della politica, capace di farci uscire dall'autoreferenzialità separata ed autistica, dall'amministrativismo senz'anima, che così gravemente segnano la politica prevalente oggi in questo Paese da tutte le parti, purtroppo anche dalla nostra. Si tratta dunque di un punto del programma che noi riteniamo dirimente, ovvero dell'obbligo per il Governo di non scontrarsi con le popolazioni locali quando si tratta di fare scelte che hanno un impatto rilevante su un'area e che vengono percepite negativamente da chi in quel territorio vive, lavora e costruisce un futuro per i propri figli. La sovranità territoriale è un grande apporto dei processi di liberazione ed emancipazione umana che noi rivendichiamo come punto alto e qualificante per una nuova politica della trasformazione, come le molte e straordinarie signore di Vicenza che hanno animato ed animano i comitati per il «No alla base», perché non vogliono che la propria città - città d'arte dell'UNESCO, ricca di inestimabili ricchezze artistiche ed architettoniche, già assediata a pochi chilometri dall'altra base di Ederle - muoia soffocata da una nuova colata di cemento militare quasi nel cuore pulsante della città. Un gioco di rimpallo delle responsabilità tra sindaco e Governo di Roma è stata la risposta data alla crescente mobilitazione della città, ognuno nascondendosi dietro l'autorizzazione a procedere dell'altro e entrambi accomunati, Governo nazionale e sindaco locale, dalla prevalente preoccupazione di non scontentare l'alleato americano. Anche lei ha dato prova di questa «sovradeterminazione». E così, avete proceduto ignorando l'obbligo di ascoltare la gente, confrontarsi, trovare modi incisivi di verifica della opinione di molti (come potrebbe essere e dovrà essere un vero referendum), invece di fare un passo indietro, quando più del 60 per cento della cittadinanza dichiara senza ombra di equivoci che non vuole la base, e quasi l'80 per cento ritiene che sarebbe utile comunque promuovere un referendum consultivo per assumere una decisione. Noi chiediamo un passo indietro, signor ministro, chiediamo che una vera consultazione popolare venga attivata, e comunque dichiariamo che siamo a fianco della mobilitazione della città di Vicenza e, per tutto quello che ci compete, che è nelle nostre possibilità, continueremo a chiedere che il Governo receda dalla infausta decisione di dare l'autorizzazione alle forze militari americane (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
- Prev by Date: prossime iniziative: curdi il 6 febbraio, marxismo e psicanalisi il 17 febbraio
- Next by Date: Nuove Resistenti n. 167
- Previous by thread: prossime iniziative: curdi il 6 febbraio, marxismo e psicanalisi il 17 febbraio
- Next by thread: Nuove Resistenti n. 167
- Indice: