la terra del silenzio: il trasferimento forzato dei curdi in Turchia



L'Associazione Culturale Punto Rosso
l'Associazione Fonti di Pace Onlus
in collaborazione con l'ICS e la Provincia di Alessandria

Vi invitano alla presentazione del volume

LA TERRA DEL SILENZIO
Il trasferimento forzato dei curdi in Turchia
(con l'introduzione di Marco Revelli - Edizioni Infinito)

Milano, MARTEDI 6 FEBBRAIO ORE 21
Presso Punto Rosso in via G. Pepe 14

Saranno presenti l?autore Mehemet Barut e Sefika Gurbuz (Direttrice
associazione profughi Goç-Der). Coordina Antonio Olivieri e interviene
Luigi Vinci.

Sarà proiettato un filmato sul campo profughi di Ayasme.

Alla fine della serata sarà offerto un rinfresco



La Terra del silenzio riporta i risultati di un'indagine sociologica
condotta con grande rigore scientifico da Mehemet Barut (professore di
sociologia generale), intervistando 17.875 persone, distribuite in
2.139 famiglie,  forzatamente trasferite in Turchia da oltre 3.400
villaggi curdi.

Sefika Gurbuz, direttrice del Goç-der, l'Associazione dei migranti per
la cooperazione sociale e la cultura di Istanbul, che ha commissionato
questa ricerca, finanziata dalla Provincia e dal Comune di Alessandria
attraverso l?Istituto ICS, e che ha visto la partecipazione anche di
altri enti ed istituzioni, afferma che il quadro numerico è
assolutamente impressionante, perché di oltre 4 milioni di persone che
sono state costrette a trasferirsi altrove dal Curdistan, in genere in
squallide periferie di grandi città, con conseguenti condizioni di
vita ed economiche disastrose.

A causa di questa ricerca Sefika Gurbuz e Mehmet Barut hanno subito
numerosi processi e condanne, a partire dall'articolo 312 del codice
penale turco, che tratta dell? istigazione all'odio razziale. Mehmet
Barut, benché assolto, è stato  licenziato dall'università di Mersin.

Marco Revelli nella sua introduzione scrive: Per quelle donne, per
quegli uomini, per quei bambini, non c?è stata giustizia. Nessun
tribunale internazionale, nessuna Corte dell'Aja si è mossa. Quanti
hanno osato intentare causa per i crimini subiti, hanno ricevuto in
cambio dinieghi e minacce. Infatti il 35% degli intervistati sono
stati accusati di reati politici. Il che la dice lunga su quanto
l'oppressione e l'arroganza del potere trionfino ancora lì, proprio
dietro l?angolo del nostro cortile di casa. E di quanto, in un mondo
ancora dominato dalla ragione della forza, le parole stesse perdano
senso.



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