> > > > [Comunicato stampa] 25.01.2007: Tra Genova e Milano, farsa in tre atti





*Atto primo: uno sgambetto mal riuscito.

 Ennesima svolta al processo Diaz.
 "Le due molotov date per disperse la settimana scorsa potrebbero essere
 state distrutte 'per errore'". Lo scrive la Questura di Genova, rispondendo
 alla richiesta del collegio giudicante di individuarne la collocazione.
 Processo finito, dunque? Niente affatto: il Tribunale ha deciso di
 considerarle comunque reperti validi ai fini del procedimento, in quanto
 regolarmente sequestrate e agli atti. In aula saranno mostrate le foto delle
 bottiglie incendiarie, invece delle bottiglie stesse.
 Prima che il tribunale si riunisse in Camera di Consiglio, il pm Zucca
 ha lanciato un sassolino nello stagno melmoso della questura di Genova.
 Poich? le molotov sarebbero sparite nell'agosto del 2001, chi potrebbe
 giurare che i dirigenti ancora in carica, e non ancora ufficialmente
 indagati, non abbiano fatto proprio nulla?
 Zucca i nomi non li fa, noi si: Spartaco Mortola, capo della digos di
 Genova, Nando Dominici, dirigente della Squadra Mobile di Genova.
 Si continuer? quindi il 31 gennaio, nonostante il disappunto delle difese,
 mentre sul poco chiaro destino delle molotov verr? aperta un?inchiesta.

 *Atto secondo: il distratto Sabella.

 E? stata archiviata ieri la posizione di Alfonso Sabella, indagato per le
 violenze alla caserma Bolzaneto. Sabella all?epoca era capo del servizio
 ispettivo del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria; quindi anche
 dei famigerati GOM, il Gruppo Mobile Operativo responsabile delle torture
 e dei pestaggi a Bolzaneto.
 La motivazione della sentenza di archiviazione ? un piccolo capolavoro di
 funambolismo: Sabella - ? vero - "non ademp? con la dovuta scrupolosa
 diligenza al proprio dovere di controllo" e perci? "non imped? il
 verificarsi di eventi che sarebbe stato suo obbligo evitare". Questo, per?,
 non basta, perch? non essendo possibile accertare quando Sabella abbia
 compiuto le ispezioni, non ? possibile nemmeno dimostrare che egli si sia
 effettivamente reso conto delle violenze.
 Ma ? credibile pensare che non si sia accorto di nulla?
 Ce lo potr? forse spiegare lo stesso Sabella, che marted? 30 gennaio sar?
 in aula come teste.

 *Atto terzo: c?era, quindi ? colpevole.

 Emessa oggi, a due anni dai fatti, la sentenza di appello per Orlando, uno
 dei quattro compagni  milanesi accusati di rapina per aver allontanato un
 gruppetto di dichiarati fascisti dallo scompartimento del treno diretto a
 Genova per una manifestazione.
 Condannato a tre anni, con una sentenza che conferma sostanzialmente
 l?impostazione del giudizio di primo grado. Non importa se le prove di un
 reale coinvolgimento di Orlando nella vicenda siano inconsistenti: era l?,
 ? un antifascista. Tanto basta.