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a capodanno una messa per saddam e per le sue vittime
- Subject: a capodanno una messa per saddam e per le sue vittime
- From: "Don Vitaliano" <donvitaliano at tin.it>
- Date: Sun, 31 Dec 2006 11:01:26 +0100
COMUNICATO STAMPA "La mia parrocchia vasto mondo": la parrocchia virtuale di don Vitaliano Della Sala www.donvitaliano.it a Capodanno una messa per Saddam e per le sue vittime! L'impiccagione di Saddam Hussein: il cappio statunitense al collo della democrazia! Si sta facendo di tutto affinché in Iraq la situazione esploda nel peggiore dei modi e l'impiccagione di Saddam è solo l'ultimo capitolo di questa tragedia scritta e diretta dagli Stati Uniti. L'Iraq precipita sempre più nel caos e nella violenza ed è particolarmente triste dire: l'avevamo detto. Con tutto il cuore avremmo voluto aver torto! All'alba di oggi, in Iraq, non è stato impiccato solo un dittatore, ma il nostro stesso concetto di democrazia. Se chi si dice civile e democratico tratta i criminali come loro hanno trattato le vittime, allora Cesare Beccarla si rivolta nella tomba e si diventa peggiori di chi si condanna. Libertà e Democrazia sono valori difficili da vivere e bisogna diffidare di chi si riempie la bocca con queste parole, troppo gradi e impegnative; spesso, proprio essi sono i primi a disattenderle quando tocca a loro comportarsi democraticamente, rispettando le libertà degli altri e difendendo i diritti degli altri, anche quando l'altro si chiama Saddam Hussein. Diceva qualcuno che "quando la violenza è di stato prende il nome di giustizia". Esprimo il rifiuto e il disgusto per l'assassinio politico perpetrato nei confronti dell'assassino Saddam Hussein. La pena di morte è un retaggio barbarico, assolutamente contro ogni sia pur elementare sentimento umanitario e, per quanto mi riguarda, cristiano. Nessuno ha il diritto di disporre della vita di un essere umano. Ora invece, dai salotti televisivi, i soliti esperti di strategie internazionali, sempre pronti a giustificare ogni tipo di violenza, ci diranno tante parole per giustificare questa impiccagione; per quanto mi riguarda è squallido non dire che uccidere è una spaventosa aberrazione, sempre! Sia quando si impalavano gli infedeli dell'uno o dell'altro schieramento per conquistare Gerusalemme, sia quando si crede che "Dio-è-con-noi" se facciamo pulizia etnica o esportiamo democrazia con la violenza. Con rispetto per le diversità di religione, rivendico il mio essere cristiano e, pronto ad accogliere gli insegnamenti positivi di altre fedi, a statunitensi e musulmani che ancora applicano alla lettera la biblica e cranica "legge del taglione" dell'"occhio per occhio, dente per dente", testimonio con orgoglio la legge cristiana dell'amore anche nei confronti del nemico: "allora nel deserto prenderà dimora il diritto, e la giustizia regnerà nel giardino. Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza" (Isaia 32, 16-17). Spero di non offendere nessuno se noto che la "legge del taglione" è tuttora "adottata" da ogni mafia e da ogni terrorismo e, purtroppo, da un po' di anni, è stata introdotta ufficialmente, a partire dagli Stati Uniti, anche negli Stati dove la democrazia statunitense da far west è stata imposta con la forza. Saddam sarebbe stato veramente sconfitto se lo avessero trattato con civiltà e giustizia; se proprio a lui che è stato un sanguinario e un criminale, avessero riservato un trattamento umano: che lezione di civiltà e di democrazia sarebbe stata per lui e per l'umanità! Ancora una volta dobbiamo tristemente constatare che, gli Stati Uniti, il paese che considera se stesso vessillo della giustizia e di ogni libertà, il paese che cerca di imporsi al mondo intero come il garante dei diritti umani, della stabilità e della pace nel mondo, è il portatore-schiavo di una logica perversa: il paese che mantiene l'embargo alla povera Cuba e lo toglie alla neocapitalistica Cina; il paese che si è reso famoso per gli "interventi chirurgici" qua e là nel mondo in difesa degli "oppressi" è un paese per il quale le idealità sono vuota retorica e paravento; un paese benpensante e sanguinario. Un paese che mantiene nel suo ordinamento la condanna a morte - e la applica con zelante solerzia - e nello stesso tempo permette la libera circolazione delle armi, per non urtare la lobby dei fabbricanti di strumenti di morte, gronda spaventosamente ipocrisia. Gli Stati Uniti d'America ci vogliono a tutti i costi ricordare il loro passato, quello peggiore. Ci vogliono ricordare che a fondarli e popolarli non furono soltanto i Padri Pellegrini ma anche ogni sorta di galeotti indesiderati e allontanati dall'Europa (a loro, almeno, venne concessa un'alternativa alla forca...). Vogliono mantenere vivo nella nostra memoria il genocidio degli Indiani d'America e la violenza bruta e forcaiola del Far West. Sono dolorosamente orgoglioso di non essere statunitense. Di fronte a tutto quello che sta avvenendo in Iraq ci vuole uno scossone di democrazia, di civiltà. Non bisogna assolutamente perdere la testa. Già, la testa: la nostra arma nonviolenta con la quale ci possiamo difendere dalla marea montante di stereotipi, preconcetti e pregiudizi, con la quale possiamo smontare i meccanismi delle propagande di regime, delle viziosità ideologiche, con la quale possiamo contrastare la violenza che si alimenta di istinti viscerali. O forse non lo sappiamo ancora tutti, non lo sappiamo ancora bene che il sonno della ragione - come l'assopirsi dell'umanità che è in noi - genera mostri? p.s. la messa di Capodanno la celebrerò in memoria di tutte le vittime di ogni violenza: per Saddam Hussein e per gli uccisi dal dittatore iracheno, per le vittime del terrorismo e della guerra. don Vitaliano Della Sala (347 3679191) www.donvitaliano.it
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