C.S. Urgente su manifestazione di Roma per la Palestina



La Palestina torna al centro dell’agenda politica.

Nessuno potrà sottovalutare la straordinaria manifestazione a Roma



COMUNICATO STAMPA



Migliaia di persone sono arrivate da tutta Italia - a proprie spese e con
una dimostrazione di autorganizzazione impressionante -  per dare vita a
Roma ad una manifestazione che ha posto all’agenda della politica estera
italiana questioni dalle quali sarà difficile sottrarsi ancora.

La revoca dell’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele e la
revoca del vergognoso embargo contro i palestinesi, insieme alla
rivendicazione della libertà e dell’autodeterminazione del popolo
palestinese, sono stati al centro della piattaforma,degli interventi, degli
slogan e delle decine di interviste rilasciate nella manifestazione di Roma.

La concomitanza con la manifestazione della Tavola della Pace e
dell’apparato di governo a Milano, ha prodotto un effetto moltiplicatore
alla partecipazione e alla chiarezza sui contenuti che era ben visibile nel
grande corteo che ha sfilato per le strade di Roma.

La spinta alla promozione e alla partecipazione era stata assai forte nelle
ultime due settimane, soprattutto davanti alla consapevolezza che
l’interruzione della cooperazione tra l’Italia e l’apparato militare
israeliano può e deve essere il parametro su cui nei prossimi mesi si
misurerà la capacità di incidere concretamente per mettere fine alla
mattanza dei palestinesi in corso ormai da anni nei Territori Palestinesi
nel silenzio, nell’inerzia e spesso nella complicità dei governi europei,
incluso quello italiano.

La manifestazione di Roma ha svelato pubblicamente l’esistenza di questa
complicità militare che disvela le troppe ambiguità di una equidistanza del
governo italiano dichiarata ma non praticata tra la politica israeliana e i
diritti del popolo palestinese.

Oggi nessuno può più dire non lo sapevo e il tentativo di insabbiare il
tutto limitandosi agli attacchi e alle polemiche su episodi marginali come
bandiere o pupazzi bruciati in una manifestazione sostanzialmente
tranquilla ma assai determinata (cosa verificabile e verificata da tutti)
 non riuscirà a nascondere a lungo una contraddizione ormai pubblica.

Questa "trappola" era una costante che aspettavamo al varco, tant’è che una
bandiera è stata bruciata dal palco, una bandiera nazista, affinché tutti
sappiano che chi è solidale con la Palestina lo è perché è anche
corentemente antifascista, antimperialista, antirazzista.

La prosecuzione della raccolta di migliaia di firme sulla petizione per la
revoca dell’accordo militare e l’avvio della campagna per il boicottaggio e
il disinvestimento verso le aziende italiane che investono nell’economia di
guerra israeliana (a cominciare dalla Telecon),  saranno nelle prossime
settimane i temi di una vasta e capillare campagna in tutto il paese.
Questi strumenti hanno dato un contributo decisivo per sconfiggere il
regime dell’apartheid in Sudafrica, oggi possono darlo anche per
sconfiggere la politica coloniale di Israele verso i palestinesi dei
Territori, di quelli che vivono in Israele o nei campi profughi della
diaspora.

Su questo sarà possibile verificare in concreto l’ipocrisia
dell’equidistanza o la profondità della complicità con l’occupazione della
Palestina. Le cose si possono fare e non è scritto da nessuna parte che
l’unica opzione sia quella di mandare i militari su tutti i teatri di crisi
e di guerra.

La “politica” sia essa di destra o della sinistra di governo non può
pensare di seppellire tutto con la criminalizzazione o la cooptazione delle
forze sociali. La riuscita della manifestazione di Roma lo sta a
dimostrare. In piazza eravamo in tanti, eravamo uno in più della
manifestazione di Milano.



Il Forum Palestina

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