Via dall'Afghanistan e dai teatri di guerra. Se non ora, quando?




Via dall'Afghanistan e dai teatri di guerra. Se non ora, quando?

  Appello





Il Consiglio dei Ministri dovrà approvare nuovamente il decreto per il
rifinanziamento della missione militare in Afghanistan. Entro marzo, la
decisione della ratifica di questo decreto, spetterà di nuovo ai due rami
del Parlamento.
Il movimento contro la guerra - nel nostro e in altri paesi - non ha mai
inteso rinunciare ad una battaglia che ha come obiettivo la fuoriuscita
dell'Italia dalla guerra preventiva e permanente e il ritiro delle truppe
da tutti i teatri di guerra. 

Sappiamo tutti che a luglio questa aspettativa, cresciuta anche alla luce
delle possibilità di incidere concretamente nelle scelte del nuovo governo,
è stata disattesa da un voto parlamentare che ha consentito la prosecuzione
della presenza militare italiana in Afghanistan nel quadro dell'operazione
NATO/Isaf.

Questa aspettativa disattesa ha provocato fratture, divisioni, disillusioni
e delusioni nel composito movimento per la pace. Tale frattura si è
ripetuta in modo ancora più profondo sulla missione militare Unifil in
Libano sulla quale, anche alla luce dello sviluppo degli eventi sul campo,
ribadiamo tuttora la nostra contrarietà.

Il 30 settembre, una parte del movimento ha scelto di manifestare su una
piattaforma avanzata non condivisa pienamente da altre aree. E' il segno
che dentro al movimento contro la guerra occorre dare continuità ai momenti
di discussione seria sugli obiettivi, l'autonomia, la funzione e le forme
del movimento stesso.

 Il 18 novembre a Roma scenderà in piazza la rete delle realtà impegnate al
fianco della lotta di liberazione del popolo palestinese con un invito alla
massima partecipazione di tutti coloro che non solo hanno raccolto in
questi anni l'urlo della Palestina ma anche di chi non ha mai ritenuto che
il movimento potesse essere equidistante tra occupanti ed occupati.

Allo stesso tempo emerge però l'esigenza di strutturare e stabilizzare le
reti, le relazioni e le realtà del movimento per affrontare una fase che
vede aumentare e non diminuire la militarizzazione, i pericoli di guerra e
il pesante coinvolgimento dell'Italia. La convocazione nelle prossime
settimane di assemblee  territoriali nelle varie città, è fondamentale per
la ricostruzione di realtà locali collettive che affrontino unitariamente
l'agenda dei problemi al di là degli appuntamenti nazionali, che riattivino
le soggettività e recuperino le disponibilità disperse dagli eventi
politici degli ultimi mesi.

L'esperienza di mobilitazione popolare in corso a Vicenza contro la nuova
base Usa al Dal Molin, è una indicazione importante che deve essere
sostenuta da tutto il movimento. In tal senso raccogliamo positivamente
l'appello ad una manifestazione nazionale sabato 2 dicembre a Vicenza
contro la nuova base USA e per lo smantellamento delle basi militari.



Sull'Afganistan ma anche sul Libano sono in gioco infatti moltissime cose:
dalla complicità con le barbarie contro i civili da parte dei contingenti
militari della NATO alla collaborazione con il nucleo duro della guerra
infinita, dalla demistificazione degli interventi militari "multilaterali"
alla coerenza stessa del movimento contro la guerra richiamata con forza
nelle mobilitazione di luglio in occasione del voto sulla missione
ISAF/NATO.

Riteniamo in conclusione che sia non più rinviabile un percorso di
riflessione e organizzazione di un movimento contro la guerra adeguato alla
posta in gioco.

Vogliamo mettere in campo a dicembre dei momenti di discussione e
iniziativa pubblica con l'assemblea nazionale il 16 dicembre a Roma di
tutte le soggettività del movimento contro la guerra che intendono dare
coerenza, dignità e incisività agli obiettivi e ai contenuti su cui ci
siamo mobilitati in questi anni sulla base di un chiaro NO alla guerra,
senza se e senza ma. Dovrà essere un appuntamento che pesi politicamente
sulle decisioni del parlamento relative al ritiro delle truppe
dall'Afghanistan e da tutti i teatri di guerra e che prepari su questo
obiettivo una grande manifestazione nazionale entro gennaio.

prime adesioni:



Confederazione Cobas

Comitato per il ritiro dei militari italiani

Forum Palestina

Comitati Iraq Libero

Partito Comunista dei Lavoratori

Rete dei Comunisti

Red Link

Utopia Rossa

Campo Antimperialista