Sui giornali italiani Angelo compare semplicemente come "volontario italiano ucciso". Propongo a Peacelink di mandare il suo messaggio di pace ai media, ai giornali e ai politici perchè si sappia che Angelo era un pacifista vero, cioè uno che cercava di costruire la pace con le sue mani e in prima persona, fino ad arrivare a versare il suo sangue.
FARE L' AMORE CON LA NON-VIOLENZA PER PARTORIRE LA PACE DAL GREMBO DELLA SOCIETà!!
On Sat, 12 Aug 2006 04:55:07 +0200 (CEST), gloria petrolo wrote
> Grazie a tutti quelli che come Angelo hanno il coraggio di superare i limiti delle proprie stanze uscendo e affrontando il cammino tortuoso che porta alla pace.....un seme di pace è stato sparso in Palestina con la sua presenza e sono sicura che germoglierà in una dottrina di pace e di convivenza pacifica tra i popoli in seno a quei bambini che con lui hanno trascorso i suoi giorni da volontario......
> che nasca presto in ogni società vicina e lontana, grande e piccola, povera e ricca, una figlia nata dalla non violenza e chiamata pace!!!
>
> Adriana De Mitri <adrianadem at alice.it> ha scritto:
> Grazie Gloria per aver condiviso con noi il tuo ricordo di Angelo
> Ciò che ha scritto dovrebbe diventare il manifesto della non violenza e indicare la strada a chi crede possibile un modo diverso di fare politica.
> Un abbraccio di pace
> Adriana
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]Per conto di gloria petrolo
> Inviato: venerdì 11 agosto 2006 15.39
> A: pace at peacelink.it
> Oggetto: [pace] ricordo di angelo frammartino
>
>
> UN MESSAGGIO DI PACE DA UN COMPAGNO CHE HA LASCIATO TANTO NEI MIEI RICORDI E NEI RICORDI DEI COMPAGNI CHE LO HANNO CONOSCIUTO:
> FARE L' AMORE CON LA NON-VIOLENZA PER PARTORIRE LA PACE DAL GREMBO DELLA SOCIETà!!
>
> ............................................................................
> CIAO ANGELO
>
> RICORDEREMO ANCHE QUESTO DI TE:
> NOVEMBRE2005 - angelo frammartino-
>
> Fare l’amore con la Non-Violenza per partorire la pace dal grembo della società
> NON-VIOLENZA: GREMBO DI PACE
> "Non rinchiuderti, partito, nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada”
>
> Per noi che solo Oggi muoviamo i primi passi, lasciando impronte sulla sabbia della Storia che è quella del mondo, decisi di dirci comunisti, per noi guardarci alle spalle è la cosa prima. Le vicende e gli studi della nostra gente, dalle derive più contraddittorie alle nobili conquiste, vanno rivisitate costantemente sia con il senno che fu, sia con i nostri occhi ed attraverso le nostre intellighenzie trovare processi e mondi nuovi in un percorso di continuità con le/i compagne/i di Ieri.
> La lotta per l’emancipazione non si fa solo in nome del futuro, ma anche in nome delle generazioni sconfitte: il ricordo degli avi asserviti e delle loro lotte è una delle principali fonti di ispirazione morale e politica del pensiero e dell’azione rivoluzionaria. E’ W. Benjamin (-Tesi sul concetto di storia-1940).
> Pensiamoci un attimo..
> Una possibilità già c’è: La NON-VIOLENZA.
> Pratica alta del confronto, un qualcosa d’opposto alla passività e alla rassegnazione, valorizzazione del diverso, sorella-gemella del dialogo attento ed interessato (Vendola direbbe: “un dialogo spesso è solo la somma disperante di due monologhi”).
> In primo luogo nell’aspetto comunicativo, bandendo registri linguistici che rimandino a campi semantici di tipo militarizzante (ex: nemici, schieramento, battaglie,..), e poi in quello delle nostre relazioni quotidiane, con ci sta accanto ma non conosciamo. Liberiamoci dalle contaminazioni delle violente brutture che diventano parte di noi. Compagne/i, è vero o no che un nostro limite è la grande entità d’abisso tra i nostri valori generali e le nostre pratiche?!?
> Dobbiamo riconoscere che la N-V è un lusso per molti angoli del mondo, ma infatti non chiedo di abrogare la legittima difesa, mai(!) mi sognerei di criticare la Resistenza, il sangue del pueblo vietnamita, la riscossa dei popoli colonizzati, le fionde dei ragazzi palestinesi nella prima intifada dinnanzi a carri armati.
> La violenza che c’è nel mondo non ce ne consente altra direbbe il Segretario; pace adesso.
> La NON-VIOLENZA, come il comunismo, è ad un tempo una finalità, una metodologia, un percorso.
> Il comunismo, come la N-V, si può esprimere almeno in 1000 ed 1 modi come le fiabe ambientate nella magica Bagdad, oggi sconvolta nelle lacrime.
> L’egemonia del mercato e l’affievolimento delle ideologie inibiscono gli slanci di partecipazione che in modo innato abitano nelle donne e negli uomini.
> I miei compagni grandi del cirkolo mi hanno fatto capire la non-sufficienza (se non evanescenza) del “proselitismo” e la necessaria spontaneità del risveglio di noi giovani e delle masse in generale, un qualcosa che non dipende solo dalle contingenze, nasce da dentro.
> Storie di diritti ottenuti, pratiche non-violente, partecipazione democratica, armonia con la natura, collettività, coscienza critica.. Questo è un buon inizio di campo semantico!
> Il PRC deve essere al servizio di queste esigenze, esserne per lo meno il raccoglitore, e magari un trait d’union con le istituzioni.
> "Non rinchiuderti, partito, nelle tue stanze,
> resta amico dei ragazzi di strada” (Majakovskij).
> Mi auguro che la fratellanza con i movimenti vada incrementandosi; la meglio Genova non va dispersa!
> La negazione della violenza non è un dogma inderogabile, anni luce distano fra noi e i fondamentalismi e le torsioni integralistiche, poiché un principio assoluto rappresenterebbe esso stesso un atto violento, fuga da confronti, fobia da contaminazioni.
> Ripensando la Resistenza, guardiamola in profondità, dove la storiografia ha visitato poco, quei partigiani silenziosi, senza gloria, quelli come Pavese che rapirono vite con orrore, timore, inadeguatezza, quella resistenza cattolica senza armi, ed altre ombre lucenti..
> Ed oggi?
> Il fatal binomio guerra-terrorismo sembra ineluttabile.
> Sarebbe ottimo liberarsi dell’idea che ci sia giustificazione all’orrore se è prodotto in risposta ad altro subito in precedenza.
> Sarebbe bello sposare la pratica non-violenta nell’affronto di ogni problematica e la pace come stadio al quale tendere.
> Fare l’amore con la NON-VIOLENZA per partorire la pace dal grembo della società.
> Più che conscio della disorganicità del mio scritto, ottimista nell’imput d’un tema da sviluppare nelle stanze del mio cirkolo e con gli amici della strada, concludo così (con Nikita ed apparente disarmonia):
> Quando sono con i compagni di lavoro e di lotta, e capita persino di scoprirsi amici, e la politica che ci abita dentro come un inquilino scomodo e non come una abilità para-impiegatizia.
> Quando sono con il mio amore, ieri perduto e oggi ritrovato e domani chissà, perché perdersi e ritrovarsi è un po’ il destino degli amori veri.
> Quando sono solo con me stesso e mi dico tutte le verità, anche le più spiacevoli, cercando nonostante tutto di volermi bene.
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> angelo frammartino
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